Cara Franci,

ti scrivo innanzitutto per sapere come stai tu e come stanno Eris e i vostri figli meravigliosi. E poi volevo sapere se pure da voi in Australia è arrivata l’apocalisse. Manu dice che non è detto che sia arrivata pure laggiú, voi siete in un altro emisfero, e che l’Australia è un Paese abbastanza vergine e che la gente lí non può aver commesso lo stesso numero di peccati che da noi. Secondo me è una stronzata, non ci può essere un’apocalisse a metà, parziale. E poi alla televisione dicevano che era un problema globale. Non solo qui. Ma vatti a fidare. Comunque spero che da voi non sia arrivata e abbia ragione Manu. Comunque con Manu continuiamo a litigare nonostante l’apocalisse. Da un paio di anni non si parlava d’altro che dell’apocalisse che sarebbe arrivata e saremmo morti tutti. Soprattutto gli esperti, in televisione, avevano ognuno una ricetta su come sarebbe successo. Ma tutti concordavano su ’sta storia dei cavalli colorati. L’Anticristo sarebbe arrivato sopra un cavallo bianco ad annunciare la fine della terra. Poi sarebbe arrivato un cavallo rosso che avrebbe fatto scoppiare una guerra totale su tutta la terra tra tutti i Paesi. Poi un cavallo nero che avrebbe portato fame e carestia anche in conseguenza della guerra. E per finire un cavallo giallo, dopo ventuno mesi, quando un quarto della popolazione è morta. Di questi cavalli non c’è stata traccia, o almeno, qua da noi, a Pistoia, non si sono visti. E non ci sono stati nemmeno terremoti e piogge di meteoriti. Però l’apocalisse c’è stata. È arrivata cosí, senza trombe del giudizio ad annunciarla. Mi sono svegliato una mattina e ho scoperto che mi faceva male tutto. Ogni movimento, anche solo piegare un dito mi faceva male. Persino sbattere le palpebre fa male. Un dolore costante che non ti abbandona mai. Camminare è quasi impossibile senza urlare. È difficile da spiegare ma qualsiasi processo biologico produce dolore. Pure la crescita della barba, dei capelli e delle unghie. I denti sono tutti irritati. Digerire poi ti lascia praticamente senza fiato, cominci a piangere. È come se Dio avesse tolto a tutti gli uomini l’anestetico che ti permette di vivere senza soffrire e di divertirti, di campare in santa pace. Sai quella storia che si raccontava delle endorfine che vengono prodotte dal nostro cervello per farci stare meglio? Ho capito che la carne, le cellule, il sangue stesso soffre per esistere e che Dio (e pensare che io non credevo) aveva infuso sostanze anestetiche che ora ci ha tolto. Ora, qui, non abbiamo piú niente che ci protegge e ogni secondo è una sofferenza continua. Come se fossimo torturati ventiquattro ore al giorno. Scopare, scusa se mi esprimo cosí, è praticamente impossibile. L’altro ieri ho avuto un’erezione e per poco non sono svenuto a terra. Di eiaculare non se ne parla. Non vedo come si riuscirà a fare figli. E le donne incinte sono quelle che soffrono di piú, tutte abortiscono in preda a spasmi lancinanti. Detto ciò, non la voglio buttare sul drammatico esagerato, forse passerà. Forse il Padreterno ci ricoprirà di questa droga naturale che rendeva la vita degna di essere vissuta. Certo le nostre droghe non funzionano. Alla asl distribuiscono gratis ogni tipo di droga e anestetico, pure l’eroina e l’oppio. Ma non servono a niente. Che strano, nessuno aveva pensato a questa punizione. Era la peggiore di tutte. Tutti a parlare. Ora però pure parlare è impossibile. Le corde vocali le usiamo oramai solo per lamentarci. Ora devo smettere di scrivere, la mano mi si sta paralizzando e gli occhi mi si appannano, anche guardare fa male. Di là il piccolo Ettore non smette di piangere da un mese e Manu quando lo allatta deve stringere una pezza tra i denti per non implorare pietà. Spero tanto che lí da voi non sia cosí. Se a voi non è successo, dovete pensare che la vita che vivete è meravigliosa, gustatene ogni secondo, respirate a pieni polmoni, correte, baciatevi, scopate.

Ti voglio tanto bene. Ah, non ti ho detto che ogni battito del cuore è una fitta che mi strappa un sottile lamento.

Tuo,

Filippo

(2012)