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La gente lavora e paga, poi, passato il tempo, ormai superata la cinquantina, la gente non sa più né perché lavora né perché paga. Ormai vuoi soltanto una qualche forma di pace, una qualche maniera di stare tranquillo, una qualche forma di silenzio.

Verifico ogni giorno il mio saldo in banca, quel saldo mi dice che esisto ancora. Quando Ava morì, lasciò un saldo di circa quattrocento euro. Penso molto a quei quattrocento euro, perché avrebbe potuto usarli per qualche ultimo capriccio. Avrebbe potuto invitarmi a cena, e siccome io allora bevevo, avremmo potuto berci un vino da cento euro.

Avremmo potuto bere champagne francese e mangiare ostriche. Con quattrocento euro, in Spagna puoi cenare come un re, come un marchese, come il capo di qualcosa d’importante.

Il numero 4 è sempre stato il mio numero preferito. E questa predilezione è nata perché abitavamo al quarto piano. Da bambino avevo trasformato la mia casa in un santuario. Se il nostro appartamento era un 4, il mio numero sacro divenne il 4. Ed era un quarto piano a sinistra, cosicché «quarto a sinistra» furono tre parole che a me sembravano grandi parole perché annunciavano il luogo in cui c’erano loro due, Cary e Ava, il luogo più importante del pianeta.

A volte mi viene voglia non esattamente di tornare a bere, ma di vedere di nuovo il mondo come lo vedevo quando bevevo, perché lo vedevo in uno stato di grazia, pieno, in ascesa, e di quello sì che provo nostalgia.

Gli scrittori falliti si nascondono dove possono, in famiglia, tra gli amici, in qualche rilevante incarico pubblico; e gli scrittori di successo non esistono, perché il successo in letteratura è una menzogna.

La vita non premia mai.

A me la vita non mi ha mai premiato. La vita ti distrugge soltanto, con più o meno grazia, ma ti distrugge. Quello che invece ho visto sono migliaia di patti differenti che la gente fa con la distruzione. Alcuni esseri umani patteggiano in un modo, altri in un altro. La maggior parte patteggia distruzioni più o meno lunghe, che si svolgono nell’arco di trenta o quarant’anni. E questo la gente lo chiama vivere, ed è tanto.

I mutui con cui la gente paga le case che compra sono stipulati con un’estensione temporale a immagine e somiglianza della distruzione della vita.

Questa somiglianza fra il tempo che dura un mutuo e il tempo che dura la distruzione del tuo corpo è quasi poesia, una forma di armonia del capitalismo. È una grande invenzione delle banche. Una grande simbologia tra esistenza e mutuo. Una conquista della civiltà.

I miei genitori non hanno mai comprato nessun appartamento né hanno mai chiesto un mutuo. Li benedico per questo.

La Spagna ha gente meravigliosa, però le sue élite politiche, sociali, economiche e intellettuali sono malate. Le élite in Spagna non hanno mai funzionato, per questo il paese continua a essere un posto strano, diverso, complicato. Sono sempre state le élite a rovinarci.

Ma voglio ricordare gli spagnoli e le spagnole, che sono persone dallo straordinario buon cuore. M’importa ben poco la letteratura, io voglio l’amore della gente, perciò sono diventato scrittore. Perché ho scoperto una cosa, ho scoperto che le parole fanno innamorare e servono per non essere soli. E ho scoperto che tutti gli spagnoli e le spagnole con cui ho parlato in quest’ultimo anno amavano i loro padri e le loro madri.

Ed è stato meraviglioso.