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A volte penso al divorzio dei morti. Penso che non siete insieme, perché avete ottenuto il vostro diritto di vivere una morte uno senza l’altra, perché avete deciso di essere di nuovo un uomo e una donna, e non i miei genitori.

Allora mi riconcilio con l’esistenza.

Perché sono di fronte all’addio definitivo.

Ormai sei un uomo.

Ormai sei una donna.

Ormai il fatto di essere stati i miei genitori, come si dice in italiano con una parola che mi piace tanto, s’infrange in milioni di minuscole particelle, che si espandono, che si raffreddano, che se ne vanno lontano, e ciascuna di esse smette di avere un legame con l’altra, dimodoché tutto è terminato.

Camminate fra le stelle, ognuno alla ricerca di un altro luogo nell’universo, e pronti per ascendere lungo le grandi scalinate della gioia.