Mo e io siamo andati a Basilea. Da Zurigo ci vuole un’ora. Vedendo il Reno, ho pensato al fiume del mio paese, dove andavamo a fare il bagno. L’umidità dell’acqua era la stessa. La forma dell’umidità e la forma della sponda e la forma con cui il fiume si avvicinava alle case erano le stesse che avevo visto tanti anni prima.
Per tutta la giornata trascorsa a Basilea ho pensato all’umidità, alla forza dell’umidità per mettere in comunicazione vivi e morti.
La prima volta che conobbi l’umidità dei fiumi fu in un giorno d’estate molto caldo. L’umidità dei fiumi è un regalo che ti fa la terra, un regalo che si impossessa del tuo corpo, per questo a volte penso che ciò che provai la prima estate della mia vita vicino al fiume sia un sentimento che non finirà mai, che, anche se morirò, quel sentimento uscirà dal mio corpo esaurito e s’innalzerà sopra di me e andrà a fondersi con l’umidità di tutti i fiumi della Terra.
E questo ho provato oggi vedendo il Reno.
Mia madre adorava l’umidità dei fiumi.
Perché?
A volte penso che fosse una donna venata di un misticismo devastante, perché mi brucia, mi tocca dalla sua morte.
M’invade lei, mia madre.
La frutta che mangiava d’estate era figlia dell’umidità della terra. Ogni volta che entro in un negozio di frutta arriva mia madre, mi ricordo di lei, è lei che entra nel negozio e non io. La mia devozione per i negozi di frutta è un’eredità di mia madre. Era lei che palpava e selezionava i meloni. Lei usava la parola «vagliare».
«Bisogna vagliare i meloni» diceva.
Io uso quella parola, la uso da solo, perché nessuno la dice nei posti in cui vivo, non si sente quel verbo da nessuna parte, risuona soltanto nella caverna della mia anima. La meravigliosa parola «vagliare». È stato uno dei grandi verbi usati da Wagner nella vita, perché era il verbo della frutta.
E soppesava i meloni tra le mani, ne valutava la maturazione, li faceva scricchiolare un po’, se li portava all’orecchio. Io credevo che fossero tutti uguali. Ma adesso faccio la stessa cosa con i meloni, che mi sembrano la frutta regina. Perché tutto è nascosto in un melone. Non sappiamo nulla di lui finché non lo apriamo. E dentro c’è l’umidità della terra trasformata in dolcezza.
Ora mia madre ritorna dall’umidità di un fiume europeo in cui lei non è mai stata. Lei non sapeva che esistevano le nazioni, gli imperi, i re, la storia, e neanche io lo so.
Ho dimenticato i nomi della storia e della politica e della realtà, per rispetto a mia madre.
Li sento nominare ogni giorno, ma non so se esistono, e se esistono non hanno niente a che fare con me, questo mi ha insegnato mia madre.
«Non hanno niente a che fare con te» ha detto lei.
«Con te ho a che fare soltanto io e la vita che ti ho dato, non dimenticarlo, o ti confonderanno» dice adesso.
Viene a trovarmi tutte le notti. E lascio che lo faccia.
E avrei voluto fare il bagno nel Reno, perché ogni volta che vedo un fiume voglio entrarci.
I fiumi sono sempre stati dèi. Un fiume è un dio, perciò è importante che i bambini, per mano ai genitori, facciano il bagno in un fiume, tocchino con la pianta dei piedi i sassi scivolosi del fondo, conoscano la penombra delle acque, gli alberi che fanno ombra al loro corso, il mistero dei pesci, il limite delle sponde, l’odore del fango recente, la macchia del fango sul viso.
Come mi ricordo di te ogni volta che vedo un fiume.
La tua ossessione per i fiumi è oggi la mia ossessione.
Né Bra né Valdi erediteranno questa ossessione, si perderà con noi, non potrò far ereditare loro l’umidità.
Il mondo è cambiato.
Il nostro mondo era diverso da questo mondo.
Il 71 per cento della superficie della Terra è acqua.
Perciò d’estate mi portavi al fiume del nostro paese, perché l’acqua è più potente della terra.
E lì ho conosciuto l’acqua. Ed è molto probabile che Dio stesso sia di acqua. Non di acqua, ma acqua.
E può darsi che tu sia l’oceano Atlantico e papà il Pacifico.
I genitori si trasformano in oceani, perché l’acqua sei tu. Sei sempre stata acqua, e adesso che sei morta ti sei trasformata in un oceano. E il potere di evocazione dei morti me l’hai dato tu. È in tutte le culture, in tutte le civiltà.
Evocare i morti è soltanto amore, cosa poteva essere se non amore?
Perciò vedendo il Reno ho visto te, stesa sulla terra, a prendere il sole.