La missione di Vincenzo per quella domenica di aprile era portare Vanessa a fare un giro a mare.
Cosa c’è di più romantico da fare, con la persona che hai accanto, che guardare l’infinità del mare sperando che la vostra storia prenda esempio da essa?
Anche se era presto per usare termini grossi, sicuramente Vincenzo era ottimista sul fatto, ed era più preso che mai. Per un ragazzo con quel carattere è molto semplice essere catturato da una nuova attrazione senza valutarne rischi e difetti. È l’istinto a dominare sulla ragione.
Aveva già previsto il fatto che la sicurezza che aveva avvertito il giorno precedente negli ultimi istanti passati con Vanessa sarebbe sembrata quasi un’utopia nei primi minuti di quell’appuntamento. E così fu.
Prese Vanessa alle sedici da due incroci di distanza da casa di lei e con la sua panda nera imboccò la Lecce-San Foca.
Per quindici minuti di strada non riuscì ad aprir bocca, fu Vanessa a fargli qualche domanda ricevendo come risposte dei monosillabi. Così, per stroncare quell’imbarazzo, Vincenzo decise di passare prima dal lido Eurogarden di San Foca dove lavorava un suo vecchio amico di classe come barista. Sicuramente, con altre persone a fianco, sarebbe stato più semplice aprire un discorso. Ma per sua sfortuna era ancora troppo presto per l’apertura dei lidi estivi e ciò che si ritrovò davanti fu una spiaggia vuota e turbata dalla forte tramontana. Solo qualche altra coppia passeggiava sul lungomare di San Foca degustando gelati.
Vanessa, notando il totale imbarazzo di Vincenzo, e non volendosi far vedere in giro da altre persone con uno sfigato del genere su una panda vecchio tipo, gli chiese di portarla alla Poesia, una piscina naturale a pochi chilometri da San Foca. Sicuramente ci sarebbe stata meno gente.
A tratti cominciava a maledire questo dannato scherzo e non vedeva l’ora di portarlo a termine una volta per tutte. Non le andava di rovinarsi la reputazione facendosi vedere con Vincenzo Mello in giro. E dopo ciò che era successo la sera prima con Federico, non le andava nemmeno di sottostare alla sua volontà. Perché tutto quello scherzo era solo opera sua.
Le grotte della Poesia sono delle piscine naturali nella roccia distanti pochi metri l’una dall’altra nelle quali giunge il mare tramite dei canali. La più grande delle due è sicuramente il luogo preferito dai turisti nella stagione estiva. La parte più larga è una vera e propria piscina con acqua cristallina che termina con una grotta che si stringe sempre più fino a divenire un piccolo canale nel quale si può passare una persona alla volta. L’ultimo tratto del canale è percorribile solo in apnea e porta in un'altra piccola grotta completamente chiusa nella roccia nella quale predomina, inevitabilmente, un’oscurità disturbata dalla fioca luce di qualche candela portata lì dalle persone che decidono di farci una visita.
Vanessa aveva già progettato l’andamento di quella giornata, sia per dare carburante a quello scherzo che sino ad ora stava andando secondo le aspettative, e sia per fare un dispetto personale all’uomo che le aveva rovinato il sabato sera precedente. Così, notando il fatto che Vincenzo era più rigido di una statua a causa della sua forte insicurezza, si avvicinò e lo baciò senza dargli il tempo di intuire cosa stesse per succedere. Era una cosa che non le andava molto di fare, ma aveva imparato in precedenza che bastava chiudere gli occhi e pensare a un ragazzo più bello.
Beccati questo, Fede!
E mentre in lei regnava un’aria mista tra disgusto e sapore di vendetta, in Vincenzo invece, era scoppiata una guerra: il suo corpo era completamente in subbuglio, il suo organismo andava incontro all’esperienza più eccitante mai vissuta e i pensieri nella sua mente erano gli stessi di un astronauta appena atterrato su un nuovo pianeta.
Il bacio durò poco, troppo poco per non lasciargli la voglia di un altro e poi di un altro ancora, troppo poco per non dominare i sogni delle notti che sarebbero venute. Non ebbe il coraggio di provare a toccarla, l’esplorazione del suo seno e delle sue parti intime si fece ancora attendere, ma sarebbe arrivata. Un bacio al secondo appuntamento, intanto, valeva comunque sia un posto sul podio, e in più, aveva sollevato Vincenzo su un’altra dimensione ancora, su di un livello più alto, su una reputazione migliore di se stesso.
Erano quasi le diciannove e trenta quando Vincenzo mise la freccia a destra per imboccare la stradina di campagna che porta a casa. Aveva lasciato Vanessa da poco e non aveva pensato ad altro oltre che a quel bacio. Poi un’immagine lo distrasse: nelle campagne che costeggiano la SP241 c’era Christian, l’unica persona con la quale Vincenzo aveva il piacere di potersi confidare.
Vincenzo non era mai stato un amico di uscita o compagno di divertimenti per Christian, ma siccome abitavano vicini e conosceva la sua situazione famigliare, non poteva che fargli compassione. Non gli era mai passato per la testa di prendersi gioco di lui come facevano tutti, non lo reputava corretto. Invece, lo aveva sempre spinto a parlare e a confidarsi, sin dalle prime volte, quando lo aveva beccato a piangere da solo vicino casa. Vincenzo aveva accettato il fatto che Christian non sarebbe mai uscito con lui ma gli bastava avere quella figura per potersi sfogare di tanto in tanto. Pian piano aveva deciso di raccontargli tutto: i suoi problemi in casa, i litigi con la madre, le sue paure interiori, le sue difficoltà, e Christian non aveva fatto altro che ascoltare e dare qualche buon consiglio. Da un paio di anni il loro rapporto si era un po’ affievolito a causa del trasferimento di Christian a Brindisi, dove frequentava il corso di laurea in Infermieristica. Si era dunque persa quella vigorosa confidenza tra i due, ma comunque sia, Vincenzo, preferiva raccontare ciò che era appena accaduto a lui, piuttosto che a Fabio e Stefano.
Rallentò, si fermò a bordo strada e suonò il clacson. Christian passeggiava assorto nei verdi prati con il sole che se andava alle sue spalle, e quando alzò la testa dovette concentrarsi per capire chi fosse. Poi sorrise. «Ehilà» gridò facendo oscillare il braccio in alto. Cambiò la traiettoria del suo cammino e si diresse verso la panda nera. Vincenzo spense il motore e scese sorridendo. Ora ti racconto le novità, sarai orgoglioso di me. Si disse.