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Che cosa significa il termine “sofista”?
Leggi la seguente osservazione tratta dai Pensieri diversi di Ludwig Wittgenstein e rispondi:
“Leggendo i dialoghi socratici si ha questa sensazione: che terribile spreco di tempo! A che servono queste argomentazioni, che nulla dimostrano e nulla chiariscono?” (1931)
Quali tratti del comportamento di Socrate potevano essere accomunati a quelli di un sofista? Quali erano invece le differenze più evidenti?
Rispondi brevemente alle seguenti domande:
e In quali vicende politiche della città Socrate fu coinvolto? Per quale ragione?
r Quando nasce il suo interesse per la filosofia morale? Quando, invece, ha inizio la sua “missione filosofica”?
t In quali commedie fu messo in scena come personaggio pubblico?
u Spiega il legame tra il “nome parlante” della madre di Socrate, Fenarete, e l’attività del filosofo come la descrive Platone nel Teeteto.
Dopo avere visto il Socrate di Roberto Rossellini e Il banchetto di Platone di Marco Ferreri, individua le analogie e le differenze tra le due immagini di Socrate che ne emergono.
Confronta il brano “Socrate sileno”, tratto dal Simposio di Platone (online), con i due testi seguenti di Erasmo da Rotterdam e Giordano Bruno.
“[…] la proprietà naturale dei valori autentici è quella di nascondere gelosamente nell’intimo la propria eccellenza, ostentando e mettendo in evidenza la faccia meno pregevole.”
(Erasmo, Adagia, III 3, 1)
“Resterete meravigliato come con tanta brevità e sufficienza s’espediscano sì gran cose. Or qua se vedrete talvolta certi men gravi propositi, che par che debbano temere di farsi innante alla superciliosa censura di Catone, non dubitate: perché questi Catoni saranno molto ciechi e pazzi, se non sapran scuoprir quel ch’è ascosto sotto questi Sileni. […] Considerate ancora che non v’è parola ociosa: per che in tutte parti è da mietere, e da dissotterrar cose di non mediocre importanza, e forse più là dove meno appare. […] Ma le occasioni possono essere di tutte sorte, per tutti effetti: per che cose minime e sordide son semi di cose grande et eccellenti.”
(Giordano Bruno, Dialoghi filosofici italiani, Proemiale epistola, Argomento del quinto dialogo)
In entrambi i testi viene ripreso e ampliato il “motivo silenico” introdotto da Platone nel Simposio: quale significato assume la similitudine con le statuine dei Sileni?