Nel periodo ellenistico si sviluppano diverse dottrine che offrono interpretazioni filosofiche del mondo naturale, della logica, dell’epistemologia e dell’etica.
L’epoca ellenistica della filosofia greca ha inizio convenzionalmente dalla morte di Aristotele, avvenuta nel 322 a.C. (esattamente un anno dopo quella di Alessandro Magno), e giunge sino al 30 a.C., data della morte di Cleopatra, l’ultima sovrana d’Egitto appartenente alla dinastia greca dei Tolomei. In questo periodo emerge un’idea più definita di “scuola” filosofica. Anche se l’Accademia di Platone e il Liceo di Aristotele, da un certo punto di vista, potrebbero essere considerate delle scuole filosofiche, nel periodo ellenistico si sviluppano diverse dottrine che offrono interpretazioni filosofiche del mondo naturale, della logica, dell’epistemologia e dell’etica. Queste scuole acquisiscono una forma più o meno rigida dal punto di vista istituzionale, con un capo o scholarca, eletto di comune accordo, e una procedura relativamente formale per decidere chi debba succedergli alla morte. Le due principali scuole sono quella degli stoici e quella degli epicurei. Ma è importante ricordare anche altri movimenti come i cinici e i cirenaici, e ciò che rimane dell’Accademia di Platone e dei peripatetici.
Solo per gli epicurei abbiamo una quantità ragionevole di testi relativi ai primi anni, tramandati nella biografia di Epicuro di Diogene Laerzio. A un periodo successivo risalgono le opere di Cicerone e di Lucrezio che ci permettono di cogliere meglio l’atmosfera filosofica del I secolo a.C., ma per la filosofia dell’età ellenistica gli storici devono per lo più basarsi su testimonianze parziali e indirette. Raramente quindi è possibile avere una visione chiara della vita filosofica del tardo III secolo a.C e dei primi anni del II secolo a.C.
Il primo periodo ellenistico è legato alla precedente età classica. Il principale centro di attività è sempre Atene e l’influenza dei grandi filosofi classici è ancora forte. Molti dei movimenti filosofici nascenti fanno risalire le loro origini a Socrate, anche se alla varietà di scuole ellenistiche socratiche corrispondono tante idee diverse di Socrate. Gli stoici e gli accademici sono in competizione gli uni con gli altri, sia per quanto riguarda il lascito socratico che per importanti questioni filosofiche come la possibilità stessa della conoscenza. Il loro reciproco confrontarsi ci permette di apprezzare un altro aspetto tipico del primo periodo ellenistico della filosofia, che allora riguarda per lo più una ristretta comunità di intellettuali, ben informati sui rispettivi punti di vista e impegnati molto probabilmente in serrati confronti. Il continuo moltiplicarsi delle scuole filosofiche non comporta comunque un arroccamento sulle reciproche posizioni. Un testo di Cicerone, gli Academica, mostra che il dibattito tra gli stoici e gli accademici sulla possibilità di raggiungere la conoscenza per mezzo di certe impressioni dei sensi si sviluppa nel corso delle prime due generazioni della scuola e comporta una conoscenza approfondita delle rispettive prese di posizione filosofiche. È una caratteristica che non sorprende affatto in un mondo in cui è una prassi abituale presentare argomentazioni e contro-argomentazioni. Gli Academica di Cicerone dimostrano inoltre come i testi del primo periodo ellenistico che ci sono pervenuti siano spesso difficili da interpretare: anche se Cicerone è più vicino, in termini di date, alle polemiche tra stoici e accademici, perfino lui presenta lo scenario filosofico del III secolo a.C. come un complesso campo di battaglia.
È un compito impegnativo, dunque, districare le posizioni dell’uno e dell’altro filosofo all’interno di questo lungo e intenso dibattito, e la difficoltà è acuita dalle storie delle diverse scuole, spesso intrecciate fra loro. Usanza piuttosto comune all’epoca è quella per cui i discepoli di diverse scuole si ritrovano a studiare insieme prima di optare per una determinata posizione dogmatica o provare a combinarne più di una. Anche i dissensi e le divisioni all’interno della stessa corrente filosofica sono frequenti. Forse è una conseguenza di questa situazione mutevole e del livello delle discussioni che contrappongono le diverse scuole filosofiche se, nel tempo, si sviluppa una terminologia più o meno stabile. L’accettazione generale di un lessico condiviso è in parte una necessità pratica, dato che permette di confrontare in modo relativamente chiaro i diversi punti di vista.
Nei tre secoli del periodo ellenistico la pratica del confronto personale e dell’interazione filosofica probabilmente non viene mai meno, ma si sviluppa anche quella che potremmo definire un’aumentata “testualizzazione” della filosofia. I filosofi ellenistici sono spesso scrittori prolifici e lo sviluppo, nel corso del tempo, di un corpus di testi stoici ed epicurei incoraggia le interpretazioni e i commentari. Questo processo è accompagnato da un’attenzione crescente per la catalogazione e la raccolta di documenti che permettano di ricostruire sia la storia della filosofia che quella delle singole scuole. Il genere delle diádochai, successioni di filosofi, con indicazioni dettagliate delle influenze e delle relazioni tra insegnante e allievo è ben sviluppato già agli inizi del periodo ellenistico e rispecchia il desiderio di riallacciare il pensiero filosofico contemporaneo ai presocratici. A questa tendenza si può ricondurre anche l’attenzione crescente di molte scuole filosofiche per la biografia intellettuale dei loro fondatori, vista come garanzia di una propria identità filosofica.