Nella tradizione greca la gnosi è la vera conoscenza dell’essere, ma nel II e III secolo dell’era cristiana il termine assume il significato di conoscenza metarazionale e intuitiva. È in questi secoli che si afferma lo gnosticismo. Esso è un insieme di dottrine e tendenze eterogenee accomunate da una visione dualistica dell’universo, presentato come luogo di scontro tra Bene e Male. Tale dualismo è insito nella stessa natura divina, di cui una parte è infatti malvagia. Il mondo è stato creato per incidente, per emanazione di Dio o per un errore originario, il tempo è solo una imitazione dell’eternità, e l’uomo, esiliato nel mondo, è prigioniero del corpo e della realtà materiale. Solo l’uomo perfetto è in grado di capire la sua origine divina e di ricongiungersi a Dio.
Alessandria è in questo periodo il centro più importante di elaborazione e diffusione delle correnti dottrinali cristiane, in reazione allo gnosticismo. Clemente è attivo nella città egizia tra il 180 e l’inizio del III secolo. Negli Strómata, sua opera principale, teorizza un sistema teologico-filosofico incentrato sul concetto di fede e su un’idea di gnosi che si differenzia dalle dottrine gnostiche perché riconosce un solo Dio giusto e buono, ritenendo al contempo tutti gli uomini capaci di un percorso gnostico. Sempre ad Alessandria nasce Origene, nel 185. Insegnante nella scuola dei catecumeni e importante esegeta della Bibbia, considera la creazione come qualcosa di eterno e ritiene che tutte le anime siano passibili di liberazione dal peccato secondo un processo di apokatástasis, “ristabilimento” della condizione originaria di perfezione in Dio.
Dalla polemica con lo gnosticismo sorgono ulteriori riflessioni sul rapporto tra uomo e Dio. Tertulliano, che vive a Cartagine tra la fine del I e l’inizio del II secolo e che è annoverato come il primo dei Padri latini, confuta le pretese del paganesimo e in particolare del dualismo gnostico, collocando l’uomo al centro del progetto creatore di Dio. Suo maestro è Ireneo, vescovo di Lione attivo nella seconda metà del II secolo, il quale è altrettanto netto nel rifiuto della filosofia pagana e nell’adesione alla verità cristiana, in quanto crede sia possibile da parte dell’uomo comprendere la verità rivelata e conoscere Dio.
Il Corpus Hermeticum è una raccolta asistematica di 17 discorsi elaborati individualmente da autori diversi in tempi diversi a partire dal I secolo, poi raccolti e sistematizzati tra il VI e il IX secolo. Vi compaiono temi platonici, neopitagorici, stoici, biblici, egizi e gnostici. Hermeticum si riferisce al dio Hermes, al quale, secondo una finzione letteraria, sono attribuite le parole del Corpus. All’interno del Corpus è contenuto l’Asclepius, unico scritto tradotto in latino ben noto in ambito patristico e medievale, i cui temi sono l’immortalità dell’anima, la dualità corpo-anima, il rapporto tra uomo, mondo e Dio, l’unità del Tutto.
K. Barth, L’epistola ai Romani, Feltrinelli, Milano 2002
B. Benats, Il ritmo trinitario della verità. La teologia di Ireneo di Lione, Città Nuova, Roma 2006
R. Cantalamessa, La cristologia di Tertulliano, Ed. Universitaires, Friburgo (Svizzera) 1962
E.R. Dodds, Pagani e cristiani in un’epoca di angoscia, La Nuova Italia, Firenze 1970
A. Grafton e M. Williams, Come il cristianesimo ha trasformato il libro, Carocci, Roma 2011
P. Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica, Einaudi, Torino 1988
W. Jaeger, Cristianesimo primitivo e paideia greca, La Nuova Italia, Firenze 1977
H. Jonas, Gnosi e spirito tardo antico, Bompiani, Milano 2010
J. Liébaert, M. Spanneut, A. Zani, Introduzione generale allo studio dei Padri della Chiesa, Queriniana, Brescia 1998
S. Mazarino, La fine del mondo antico, Bur, Milano 1995
C. Moreschini, Storia della filosofia patristica, Morcelliana, Brescia 2004
P. Podolak, Introduzione a Tertulliano, Morcelliana, Brescia 2006
P. Rudolph, La Gnosi: natura e storia di una religione tardoantica, Paideia, Brescia 2000