Glossario
- Cenobismo
- Forma di vita religiosa praticata collettivamente
dai monaci all’interno di comunità
nelle quali si esercitano controllo e assistenza spirituale
reciproci.
- Città di Dio
- In Agostino la città di Dio rappresenta
un modello di vita improntato alla ricerca dell’assoluto
e della virtù, ed è contrapposta alla città
terrena, nella quale domina invece la ricerca della
soddisfazione dei desideri terreni e l’amore per se
stessi. Nel mettere a confronto questi due modelli
nel De civitate Dei, e nella conseguente riflessione
sui rapporti fra cristianesimo e cultura pagana,
Agostino formula il primo tentativo di una filosofia
della storia.
- Glossa
- Annotazione a un testo, generalmente a
margine di pagina, ad opera di un commentatore.
- Grazia
- In senso lato, la grazia rappresenta l’azione
benefica di Dio sull’uomo. A partire dall’apostolo Paolo, sostenitore della tesi per
cui il bene può essere compiuto dall’uomo solo grazie all’influsso divino, e in
polemica con Pelagio, Agostino afferma che la grazia, in quanto “libero dono di Dio”,
è necessaria per salvare l’uomo dalla dannazione, anche se egli non esclude, ad
esempio nel De libero arbitrio, il concorso della volontà umana, poi rifiutato
nelle opere più tarde.
- Male
- Agostino vede il male, che affligge irrimediabilmente
l’uomo, non come entità dotata di una propria realtà indipendente, ma come negazione
e privazione del bene. Sulla stessa posizione si trova Boezio, nella Consolazione
della filosofia.
- Padri della Chiesa
- Viene così definito, a partire
dalla metà del IV e ancor più nelle controversie
cristologiche del V secolo, un gruppo di scrittori
ecclesiastici particolarmente autorevoli, le cui
opinioni fanno testo in materia di fede. I caratteri
dai quali la dottrina cattolica riconosce un Padre
della Chiesa sono la santità della vita, l’ortodossia
della dottrina, l’approvazione da parte della Chiesa,
l’antichità. I primi quattro Padri della Chiesa occidentale
furono Agostino, Ambrogio, Girolamo e
Gregorio Magno; e i quattro Padri della Chiesa greca
furono Atanasio, Basilio, Giovanni Crisostomo
e Gregorio Nazianzeno. Nel XIV secolo il titolo fu
dato a Tommaso d’Aquino e nel XV secolo a Bonaventura
da Bagnoregio.
- Patristica
- Lo studio della dottrina di quei pensatori
che la Chiesa ha definito Padri della Chiesa, ma
anche, per estensione, di tutti gli scrittori cristiani
vissuti tra il II e il VII o VIII secolo.
- Pelagianesimo
- Corrente teologica ispirata al monaco
Pelagio, coetaneo di Agostino, che sostiene la
facoltà dell’uomo di compiere il bene, e quindi di
non peccare, sulla base delle sue sole forze, senza
l’intervento della grazia divina.
- Predestinazione
- Dottrina teologica per cui la
salvezza o la condanna degli uomini alla dannazione
dipendono da una decisione di Dio e sono
indipendenti dall’agire umano. In Agostino l’umanità,
destinata nel suo complesso alla dannazione
a causa del peccato originale, trova la salvezza in
alcuni singoli individui toccati dalla grazia divina.
- Tempo
- Secondo Agostino il tempo esiste solo in
virtù della memoria umana, che gli conferisce unità
mettendo in relazione gli istanti presenti con quelli
passati, che non esitono più, e con quelli futuri, che
non esistono ancora. Il tempo è cioè un’esperienza
soggettiva dell’uomo (distensio animi), un protendersi
dell’anima verso il passato e il futuro.
- Teologia negativa o apofatica
- Secondo la teologia negativa, o
apofatica, l’uomo può conoscere di Dio solo ciò che non è. La sua prima formulazione
è riconducibile allo Pseudo-Dionigi Areopagita, nel secolo V; l’argomento è stato poi
ripreso da Scoto Eriugena, che ha tentato una sintesi tra teologia negativa e
positiva, formulando la tesi della superiorità di Dio a ogni capacità descrittiva del
linguaggio umano.
- Teofanía
- Per “teofanía” si intende l’idea che l’universo,
creato, sia manifestazione di Dio (dal greco
theós, “Dio”, e pháinein, “apparire”).
- Universali
- Universali sono i termini di genere e specie
teorizzati da Aristotele e sui quali nel Medioevo si dibatte a lungo, con la
contrapposizione della teoria che li considera realtà effettivamente esistenti
(realismo) a quella che li vede come semplici segni delle cose, pure concezioni della
mente (nominalismo). La questione degli universali prende avvio da Boezio che, nel
commento e nella traduzione dell’Isagoge di Porfirio, mette a disposizione
tutti gli elementi per la discussione, fornendo anche la sua personale concezione per
cui gli universali sarebbero semplici concetti, dotati solo di realtà mentale e
fondati sulla somiglianza fra le cose.