Glossario

Aggada
La aggada, “racconto”, rappresenta la parte non normativa del Talmud, il testo sacro ebraico: raccoglie racconti, proverbi, detti ed ha una finalità principalmente edificante.
Arti liberali
Insieme delle discipline che costituiscono l’insegnamento fondamentale delle scuole medievali, da quelle monastiche a quelle cittadine sino alle università del basso medioevo. Si suddividono in trivium (grammatica, dialettica, retorica) e quadrivium (aritmetica, geometria, musica, astronomia).
Cinque vie
Si tratta dei cinque argomenti con i quali Tommaso nella Somma teologica dimostra l’esistenza di Dio. Respingendo la prova a priori di Anselmo, Tommaso adotta un procedimento a posteriori, che arriva cioè a dimostrare l’esistenza di un principio che trascende l’universo sensibile a partire dall’analisi dei dati di esperienza.
Disputatio
Una delle forme di insegnamento nelle università medievali, accanto alla lezione vera e propria. La disputatio si svolge in due momenti: la quaestio, in cui viene scelto il tema da approfondire e su cui due allievi dibattono, e la determinatio, in cui il maestro valuta la discussione e indica la propria soluzione. Se nella disputatio ordinaria il tema da trattare viene scelto dal maestro, nella disputa quodlibetale, che si diffonde a partire dalla seconda metà del XIII secolo, l’argomento è scelto dal pubblico.
Falsafa
Filosofia araba dell’islam medievale, diffusa tra l’VIII e il XIII secolo dalla Spagna all’Africa settentrionale e fino al fiume Indo.
Halakah
Insieme di norme, corpus giuridico della tradizione ebraica redatto a completamento del testo biblico e successivamente assorbito nel Talmud. Si tratta di un vero e proprio codice di comportamento.
Ilemorfismo
Dottrina ispirata al pensiero aristotelico, e sostenuta dal filosofo ebraico Ibn Gabirol, in base alla quale tutte le sostanze, comprese quelle spirituali, sono composte di materia e forma.
Intelletto agente
Nel III libro del De anima Aristotele parla di un intelletto in atto, che cioè non sia una pura tabula rasa in grado di pensare tutti gli intelligibili (in potenza) ma un intelletto produttivo di conoscenza e quindi attivo (in modo analogo, dice Aristotele, all’azione della luce rispetto ai colori dei corpi sensibili che permette di vedere). Tale intelletto produttivo è definito “separato”, “non mescolato” (con la materia), “immortale”, “eterno”. Pur senza che si chiarisca il significato di queste specificazioni, è chiaro che esso è concepito come il principio ultimo della conoscenza. I commentatori tardo antichi come Alessandro di Afrodisia (II-III sec.) e i filosofi arabi da Avicenna in poi si interrogano sulla possibilità che ciò possa significare l’esistenza di un unico intelletto per tutti gli uomini. Avicenna intende l’intelletto (definito “agente”) come unico e separato. Per Averroè anche l’intelletto possibile è eterno e universale: quando il singolo individuo pensa, mette in atto l’intelletto proprio dell’intera specie umana. Esso solo è immortale, mentre non lo sono le anime individuali.
Kalam
Nel pensiero islamico ed ebraico il termine indica un metodo di discussione teologica nel quale argomenti razionali sono messi al servizio della religione. Gli storici riconoscono l’esistenza an che di un kalam ebraico.
Monopsichismo
La dottrina dell’unicità dell’intelletto, sia quello attivo o “agente” sia quello passivo o “materiale”, elaborata da Averroè e ripresa da Sigieri di Brabante; è combattuta da Tommaso, che la considera incompatibile con la dottrina cristiana della sopravvivenza dell’anima individuale dopo la morte.
Scienza sperimentale
Nel pensiero di Ruggero Bacone una delle quattro scienze in cui si articola la sapienza; basata sull’osservazione diretta dei fenomeni naturali, la scientia experimentalis (o “sperimentalis”) considerata fondamentale per la filosofia, poiché, a differenza del ragionamento astratto, garantisce la certezza degli oggetti naturali.
Sinderesi
Nei filosofi e teologi medievali, a partire da Bonaventura da Bagnoregio, con syndéresis si intende la naturale inclinazione della volontà a compiere azioni indirizzate al bene morale.
Summa
Nella teologia medievale, la summa è la raccolta di tutti gli scritti di un maestro su un determinato argomento. In un primo momento, nelle scuole cattedrali e monastiche del XII secolo, le summae raccolgono prevalentemente sentenze delle auctoritates, mentre in seguito esse vengono a comprendere anche altri scritti, diventando dei veri e propri manuali per l’insegnamento all’interno dell’università.