Avevo diciannove anni
e mai ero uscito da casa
ma volle così la mia sventura
ché con il mestiere di contadino
lavoravo dalla mattina alla sera
e non potevo mai saziarmi
nemmeno di pane e cipolla
la sera ero sempre senza un soldo in tasca
che non potevo comprarmi una sigaretta
Disperato
partii per la Germania da clandestino
Per attraversare le montagne
feci dodici ore di cammino a piedi
soffersi molto ma appena arrivato
mi imbocciai in una fabbrica
di prodotti chimici
Lavoravo a riempire fusti di acido
un giorno per poco non ci lasciai un occhio
ché una goccia mi schizzò in faccia
per fortuna me la cavai con molta paura
mi portarono subito in ospedale
e mi diedero aiuto
Abito nella casa della ditta
siamo tre compagni in una stanza
il cesso e la cucina sono a parte
Nei primi due anni abitai nelle baracche
una più schifosa dell’altra
ché se d’inverno non ci coprivamo bene
potevamo creparci dal freddo
le stufe nessuno le accendeva
ché ritornavamo stanchi dal lavoro
e non pensavamo che a coricarci e riposare
Naturalmente la pulizia ce la facciamo noi
noi ci cuciniamo e ci laviamo la biancheria
ci rattoppiamo la roba
ché non possiamo vestire da pagliacci
Le città tedesche sono belle
pulite
Con i tedeschi ci capiamo a gesti
a mano a mano gli rubiamo qualche parola
ma a me mi fanno schifo
ché ci trattano peggio dei cani
un giorno che entrai in un caffè con gli amici
che volevamo berci una bottiglia di birra
ci buttarono fuori a pedate
Ma noi non eravamo entrati
per fare amicizia con le loro donne
Sì anch’io ho avuto un’amica
ma la faccenda durò solo due giorni
poi lei per la sua strada
io per la mia
Non ho intenzione di sposarmi in Germania
io voglio tornare qui nel mio paese
ché lì le donne non hanno costanza
oggi col marito domani con un altro
e questo io non potrei sopportare
ché in Sicilia abbiamo altre abitudini
e la donna deve stare al suo posto
Ma per un altro verso
forse è giusto come la pensano loro
ché ci hanno una vita più libera
ma io mai mi ci potrei adattare