In Venezuela feci pochi affari
così pensai di andarmene in Germania
Tramite un amico ebbi rilasciato il passaporto
e fu una grande grazia
ché con tre figli e la moglie ammalata
non avevo dove battere la testa
Partii il ventinove maggio del sessantadue
e non trovai né casa né lavoro
Poi tramite amici
mi imbocciai alla posta di Manaim
Carico e scarico pacchi
Caricare camion
bollare la posta
è il lavoro che facciamo noi stranieri
Guadagno duecento marchi alla settimana
io che sono sposato con tre figli a carico
centoventiquattromila lire al mese
ma devo mangiare devo pagare la casa
Io mi trattengo quarantamila lire
che mi bastano per tirare avanti
il resto lo mando a casa
e niente caffè né divertimenti né donne
ché quelle ti mangiano la vita
e passo i giorni bestemmiando
ché non ho moglie che possa lavarmi la roba
prepararmi da mangiare
Per tre sei mesi senza femmina
e il sangue mi si arrabbia
mi si avvelena
e la notte mi viene da gridare come un lupo
Le feste poi le passiamo come cani bastonati
A volte ci riuniamo in due tre amici
prendiamo un chilo di carne e la cuociamo
tanto per dire è festa
e il pensiero a Delia alla famiglia
al nostro Natale agli amici al vino
al nostro vino così nero e forte
sangue di vigna sangue di Dio
e il sabatino con le salsicce ricche di pepe
e semi di finocchio
salsicce di maiale
la carne che si sente
non come i vusterl senza sapore
e bestemmie da capodanno
Ho abitato in piccole case di lamiera
fornite dalle ditte dove lavoriamo
d’inverno vi si muore dal freddo
per dormire bisogna vestirsi di lana
e mettersi il passamontagne
In due tre in una casetta
non hai dove mettere il vestito la roba
Vita sacrificata peggio dei mietitori
ché quelli magari la sera
mangiano dal padrone il piatto della pasta asciutta
come cristiani