Sono emigrato nel sessantuno
ché l’agricoltura andava male
e non sapevo più come buscarmi un pezzo di pane
Grazie a Dio
ho trovato lavoro alla posta di Manaim
Guadagno settecentocinquanta
ottocento marchi al mese con gli assegni
ma se potessi lavorare qui
nel mio paese
sarebbe un’altra cosa
perché è brutto assai essere soli
Non faccio che pensare alla famiglia
chissà come stanno i miei figli
cosa farà a quest’ora mia moglie
avrà dato il terreno a mezzadria
c’è da diventare pazzi
Abito nelle case della posta
stiamo in tre in ogni stanza
e ci abbiamo la stufa la cucina la doccia
I tedeschi ci rispettano
ma se hanno un bicchiere di birra in corpo
ci dicono criminali
traditori
Le tedesche invece
ci hanno sempre in simpatia
e per noi lasciano i mariti
ché se un italiano ci ha un’amica
a letto le dà ogni soddisfazione
quello che non fa il marito
che si ubriaca e le volta le spalle
Non andiamo mai nei caffè
ché se siamo un poco allegri e scherziamo
ci buttano fuori e chiamano la polizia
noi non siamo andati in Germania per questionare
ma per buscare un pezzo di pane alla famiglia
Una volta sono andato al consolato
ché ne avevo bisogno
ma se non dai qualche dieci marchi all’impiegato
puoi stare fresco
che i documenti non li vedi mai
perché siamo sempre italiani
in qualsiasi parte del mondo siamo gli stessi