26

 

 

 

 

 

Sono emigrato nel sessantuno

ché l’agricoltura andava male

e non sapevo più come buscarmi un pezzo di pane

Grazie a Dio

ho trovato lavoro alla posta di Manaim

Guadagno settecentocinquanta

ottocento marchi al mese con gli assegni

ma se potessi lavorare qui

nel mio paese

sarebbe un’altra cosa

perché è brutto assai essere soli

Non faccio che pensare alla famiglia

chissà come stanno i miei figli

cosa farà a quest’ora mia moglie

avrà dato il terreno a mezzadria

c’è da diventare pazzi

Abito nelle case della posta

stiamo in tre in ogni stanza

e ci abbiamo la stufa la cucina la doccia

I tedeschi ci rispettano

ma se hanno un bicchiere di birra in corpo

ci dicono criminali

traditori

Le tedesche invece

ci hanno sempre in simpatia

e per noi lasciano i mariti

ché se un italiano ci ha un’amica

a letto le dà ogni soddisfazione

quello che non fa il marito

che si ubriaca e le volta le spalle

Non andiamo mai nei caffè

ché se siamo un poco allegri e scherziamo

ci buttano fuori e chiamano la polizia

noi non siamo andati in Germania per questionare

ma per buscare un pezzo di pane alla famiglia

Una volta sono andato al consolato

ché ne avevo bisogno

ma se non dai qualche dieci marchi all’impiegato

puoi stare fresco

che i documenti non li vedi mai

perché siamo sempre italiani

in qualsiasi parte del mondo siamo gli stessi