All’età di dodici anni, Franco Califano fece l’amore per la prima volta. Prima d’allora era vergine e, nonostante bimbo, non entusiasta di quello status. A inaugurare sessualmente il cantautore romano non fu un’amichetta conosciuta al campo scuola, ma una signora vedova, madre di un suo compagno di classe. Si può parlare di pedofilia? Certamente. Ma a metà del Novecento non ci pensava nessuno.
Più che svezzato, a sedici anni Califano frequentava già i bordelli. Raccontava che le prostitute non lo facevano pagare (alla faccia delle prostitute!) e lo baciavano persino in bocca, contravvenendo alla famosa regola del meretricio che molti di noi hanno imparato guardando i primi minuti di Pretty Woman, molti altri andando proprio con le troie.
Quella di Franco Califano per le donne era una passione smodata (si diceva fosse addirittura eterosessuale). Una passione che non è mai stata seconda a null’altro nella sua continua ricerca del piacere. Le donne venivano prima della musica, della scrittura, della droga e delle cassette di Califano.
Migliaia di donne, a volte tre al giorno: lo ha raccontato nei libri, nelle interviste, durante le ospitate televisive, nei concerti tra una canzone e l’altra. Ci teneva a ribadirlo spesso e volentieri. Forse per timore che qualcuno, puta caso una distrazione, se lo dimenticasse.
Ma chi sono queste migliaia di donne che sono state con Califano?
Senz’altro tra queste figuravano celebrità come Dominique Boschero, Eva Grimaldi, Patrizia de Blanck, Mita Medici e Vanessa Heffer. Ma tutte le altre? Un plotone smisurato di femmine che si erano passate, una dopo l’altra, l’autore di Tutto il resto è noia. Donne giovani e meno giovani, belle e meno belle, nobili o d’estrazione popolare, forse popolarissima. Dove sono oggi queste migliaia di donne che hanno posseduto Franco Califano?
Esse sono ovunque.
Sono vive e attorno a noi. Sono le signore che ci danno il resto dei surgelati. Le insegnanti di greco e latino delle nostre scuole. Sono le autiste annoiate della metropolitana e le curatrici dei programmi televisivi che vediamo durante il pomeriggio.
Esse sono le nostre mamme, sono le madri e le sorelle dei nostri amici più cari.
Ci imbattiamo ogni giorno in almeno un paio di queste ex amanti del Califfo, senza sapere chi siano, ignorando che anche loro si sono spogliate almeno una volta di fronte al Maestro. Magari quando era giovane e bellissimo. Magari quando era già grande e nei suoi discorsi aveva sostituito ogni consonante con la «d».
Avvocatesse, dottoresse, cuoche, disoccupate. Ci chiamano sul telefono fisso per chiederci di cambiare operatore per sentirsi dire da noi quel «no grazie» che loro, con molta probabilità, in passato non seppero dire al Califfo.
E se non sono state con lui, sono state con Vasco Rossi, con Toni Servillo, oppure con Vittorio Sgarbi. Alcune forse si sono svestite davanti a vostro cugino, sono andate per fratte con il vostro migliore amico, altre con il vostro nemico.
Ma poiché non abbiamo assistito a queste scene con i nostri occhi, per noi non è mai accaduto nulla nelle vite di questi angeli che popolano le nostre strade, i nostri condomini, i nostri centri fitness preferiti. Donne pure e illibate, prive di qualunque tipo di contaminazione o desiderio.
Perché, sinceramente, se scoprissi che la signorina Maria Grazia – addetta alla pulizia delle scale e dell’androne del mio palazzo – ha anche solo pensato di macchiarsi di azioni simili, potrei sollevare un bel macello.
Sabatini del terzo piano e l’attuale amministratore di condominio, il dottor Quartullo, sono d’accordo con me che, nel caso, chiamiamo subito un’altra signora.
Grazie mille.