Ornamento di separazione

LETTERA ALLA TERZA CLASSIFICATA DI MISS ITALIA

I tuoi occhi: due oceani d’acqua dolce dove si cela l’infinito. Quei tuoi intensi occhi, sensuali e leggeri al contempo, non hanno convinto i giudici ieri sera. Tutta questa sensualità non ce l’hanno voluta trovare.

O forse sì, e gli era parsa troppa, quasi inopportuna.

Le tue labbra: due pennellate scarlatte che splendide incorniciano il tuo sorriso. Per la giuria non sono bastate neanche loro. «Troppo carnose» ha sussurrato una sprezzante Loretta Goggi, poco prima di indossare il più materno dei suoi ghigni una volta scopertasi inquadrata.

I tuoi zigomi: zigomi per i quali neanche Boccaccio avrebbe inanellato i giusti aggettivi. Carini, interessanti, puntuali, ben educati.

Ma per chi votava da casa, nemmeno quegli zigomi son parsi all’altezza della loro ideale «ragazza della porta accanto alla porta dietro la quale c’è appunto la loro di casa».

Non un pianto, non un accenno di disperazione.

Non una risata, non un minimo di follia.

Solo un cenno educato per ringraziare tutti e il tuo sguardo umile, di dissimulato sconforto. Era ufficiale che non ci saresti stata tu al secondo posto e, naturalmente, neanche al primo.

Terza!

Eliminata subito prima del momento clou dello show, il più importante: quello in cui tu non eri prevista.

Terza!

T’ho guardata mentre ti aggregavi alle altre reginette mancate.

Desideravi solo non pensarci più, toglierti quei tacchi, stravaccarti, pensare a te stessa e, perché no, scoreggiare libera come tutte le squalificate fanno dopo un po’.

Congedata con una fascia come premio di consolazione: «Miss Cotonella».

Tu che ancora non hai ben capito cosa sia ’sta Cotonella, qualcosa che ha a che fare col mondo della cotonatura. Un tuo compagno di liceo, che ora lavora alla nettezza urbana di Aprilia, definiva «cotonella» il semplice cotone.

Di certo avresti preferito una medaglia di bronzo. Almeno avresti potuto appenderla come ricordo in cameretta, tra le decine di poster di Francesco Gabbani e Carlo Buccirosso. Invece, prova un po’ ad appendere al muro una fascia da miss. Lo hai mai fatto? Io sì, è impossibile. Fa tutte pieghe.

Ripensi a quella notte d’agosto in cui ti nominarono «Miss Tropea» nel Resident Kakuna di Pizzo Calabro durante la kermesse «E…State nel Vibonese» condotta da Nuzzu, il primo streamer italiano affiliato alla ’ndrangheta.

Quella volta la regina eri tu.

Oggi no.

Oggi sei terza.

Ma non piangere. Io sono qui.

In una nazione che ti vede come lo scarto di uno scarto, c’è un uomo che ti darebbe scettro e corona da qui all’anno prossimo.

Tu ora ti ritieni un aborto, uno scherzo della natura, ed è normale, ci sta (terzo posto, ragazzi).

Ma io sono qui, per farti sentire ancora una volta la più bella, come in quella magica sera a Pizzo Calabro.

Sono un uomo per bene, ho una buona conoscenza dell’italiano, conosco un sacco di barzellette in lingua originale e so suonare la pianola (ho una Bontempi a casa che fa pure i suoni dei grilli e delle pistolettate da film). Non bestemmio ad alta voce e non sono mai stato con delle prostitute a meno che proprio non ne sentissi il bisogno.

Conosco bene l’inglese (livello base), so fare gli origami e ti saprei amare come nessuno ti potrà mai amare ora che sei arrivata solo terza in un concorso di bellezza.

Allora vediamoci, parliamo assieme, conosciamoci, anche stasera stessa.

Passiamo una serata noi due soli, a parlare della vita, dei nostri sogni e, perché no, dell’amore. Chi se ne frega del resto del mondo!

Però, possibilmente, se hai la macchina passami a prendere te, perché se stai ancora in albergo a Salsomaggiore sinceramente me la risparmierei. Non è che stiamo parlando di Miss Italia, eh.

Ti saluto con stima.

Attendo tue.

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