Parere vincolante sul reperto classificato come R-TGF-56 analizzato in data 17 giugno 2001, presso la Centrale Termoelettrica Galileo Ferraris di Trino Vercellese, redatto dall'ufficio “Lapidei” del CNR

 

 

 

 

Il reperto R-TGF-56 (d'ora in poi indicato sinteticamente come “il reperto”) per le cui caratteristiche fisiche e chimiche si rimanda all'allegato tecnico, è stato analizzato secondo i mezzi a disposizione del laboratorio mobile. Trattasi verosimilmente di un esemplare di Tectite composto in purezza da materiale vetroso che, secondo le più diffuse teorie in materia, risulterebbe essersi formato dall'impatto terrestre di un meteorite. Per la somiglianza con i campioni custoditi nel Naturkundemuseum di Berlino si ritiene si tratti in particolare di Indocinite risalente a circa 690.000 anni fa. Il contenuto in acqua rilevato (inferiore allo 0,01 %) risulta compatibile con tale attribuzione. Il reperto, di forma e dimensioni che ricordano un uovo di struzzo, presenta superficie di aspetto ferromicaceo nero e solchi lungo tutta la superficie della profondità di circa un centimetro.

Le prove atte ad accertare in particolare la presenza di sedicenti “attività” del reperto non hanno rilevato alcuna emissione di energia né sotto forma di calore né in altra forma. Le sollecitazioni termiche e chimiche a cui il reperto è stato sottoposto non hanno in alcun modo alterato l'aspetto né la composizione chimica dello stesso. Gli esami di tipo radiologico e termografico non hanno evidenziato discontinuità interne o la presenza di minerali particolari all'interno del reperto.

 Le emissioni radioattive rilevate risultano nulle.

 

In base alle risultanze di cui sopra e sotto la responsabilità del Direttore di questo Ufficio, pertanto

si prescrive

che, dopo un periodo di osservazione di anni 10 (dieci), in assenza di attività da segnalare, il reperto sia archiviato nel deposito di livello D (basso fattore di pericolosità).

 

Il Direttore dell'Ufficio Perizie Legali

Giacomo Sassaroli