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        <title>IL RAMAYANA</title>
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                    <h1 class="chapter-title">
                        Capitolo Trentacinquesimo
                    </h1>
                    
                    <h2 class="chapter-subtitle">
                        Il ritorno ad Ayodhya
                    </h2>
                    
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<p class="bt-first-text-paragraph" style="text-align: justify;">La
mattina seguente Vibhishana andò da Rama e gli disse: “Sono a tua
disposizione bagni caldi e freddi, con tutti gli unguenti,
cosmetici e profumi. Abbiamo anche preparato indumenti e ghirlande
celestiali. Delle ancelle sono pronte al tuo servizio, o Rama”.</p>
<p style="text-align: justify;">Rama rispose che non desiderava
alcun piacere fin che non avesse visto Bharata. Disse a Vibhishana:
“Il principe vive nell’austerità. Fa il bagno nei fiumi, e mangia
radici e frutti della foresta. Come posso accettare il lusso?”.</p>
<p style="text-align: justify;">Rama chiese a Vibhishana di trovare
un mezzo per tornare rapidamente ad 
<span>Ayodhya, e Vibhishana gli disse che c’era il Pushpaka, il
divino veicolo celeste. “Ravana ha preso questo carro da Kuvera. Si
muove secondo la volontà di chi lo governa, ed è ancora disponibile
qui a Lanka”.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Vibhishana si inchinò a Rama, e gli
chiese insistentemente di restare a Lanka e di accettare la sua
ospitalità, ma Rama 
<span>aveva fretta di partire. Pensava a sua madre e a Bharata.
Quanto dovevano desiderare di vederlo! Il suo esilio era finito, e
aveva promesso di ritornare subito, e se avesse mancato di farlo
tutti si sarebbero disperati per l’ansia e la pena. Bharata avrebbe
anche potuto suicidarsi.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Rama disse: “Mi hai già onorato con
i tuoi ottimi consigli, e mi hai servito meravigliosamente nella
battaglia. Ma ora mi devi consentire di partire, o valoroso
Rakshasa. Il mio compito è terminato, e io 
<span>devo tornare presto ad Ayodhya”. Vibhishana acconsentì, e
invocò il Pushpaka che apparve subito in cielo. Rama guardò con
meraviglia quello splendente cocchio d’oro inghirlandato, con i
lussuosi palazzi incrostati di gemme.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Vibhishana chiese poi a Rama: “C’è
qualcos’altro che io possa fare per te?”</p>
<p style="text-align: justify;">Rama chiese al Rakshasa di fare
doni alle scimmie. “Dagli abbondante oro e gioielli. Il re deve
sempre ricompensare il suo esercito. Bisogna prendersi buona cura
dei soldati e dargli ciò che desiderano, perché loro sono pronti a
dare la loro vita per il re”.</p>
<p style="text-align: justify;">Vibhishana se ne occupò subito, e
poi aiutò Rama e Sita a salire sul Pushpaka. Mentre Rama stava per
partire, Sugriva disse: 
<span>“Ti prego, Rama, prendi le scimmie con te. Desideriamo tutti
vedere la cerimonia dell’incoronazione. Dopo torneremo nelle nostre
terre”.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Rama sorrise ed acconsentì, e
invitò tutte le scimmie a salire sul cocchio celeste, che era
grande come una città d’oro. Poi si rivolse a Vibhishana. 
<span>“Anche tu dovresti accompagnarmi, o nobile Rakshasa. Ti
prego, monta con noi, e vieni ad Ayodhya”.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Quando tutti furono a bordo il
Pushpaka si alzò in cielo, volando con grazia, con l’immagine di un
cigno in fronte che sembrava lo trainasse. Mentre sorvolavano il
campo di battaglia, Rama raccontò a Sita la storia dei duelli più
importanti coi Rakshasa, e mentre attraversavano l’oceano le disse
del grande salto di Hanuman.</p>
<p style="text-align: justify;">Quando raggiunsero Kishkindha, Rama
fece fermare il Pushpaka e disse a Sugriva: “Scendi e vai a
prendere le tue mogli e i tuoi parenti, o scimmia. Anche loro
devono venire ad Ayodhya”.</p>
<p style="text-align: justify;">Quando tutti furono saliti, il
cocchio ripartì, e presto sorvolò la foresta dove Rama 
<span>aveva passato il suo esilio. Quando furono sopra l’eremo di
Bharadvaja, Rama volle vedere il Rishi. Bharadvaja gli diede la sua
benedizione e gli disse che Bharata era ansioso di vederlo. Il
saggio sapeva tutto di Ayodhya, perché i suoi discepoli visitavano
spesso la città, e gli disse che tutti erano impazienti di
rivederlo.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Rama rispose: “Ti prego di usare i
tuoi poteri per far sì che gli alberi attorno ad Ayodhya siano
carichi di frutta. Tutti coloro che stanno viaggiando verso la
città per vedere la mia 
<span>incoronazione devono avere cibo abbondante”. Subito
Bharadvaja meditò, e grazie ai suoi poteri mistici gli alberi in un
raggio di venti miglia attorno ad Ayodhya si caricarono di frutti.
Il saggio disse a Rama: “Dovresti entrare ad Ayodhya domani, dopo
aver mandato un messaggero”.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Rama fu d’accordo e si rivolse a
Hanuman, e gli chiese di andare in città e di informare Bharata del
suo arrivo, e di fermarsi lungo la via a Sringavera, per dare le
notizie anche a Guha.</p>
<p style="text-align: justify;">Poi Rama disse a Hanuman: “Osserva
attentamente l’espressione di Bharata quando gli dirai che sto
ritornando. 
<span>Voglio sapere la sua reazione. Un regno con tante terre e
ricchezze può sedurre la mente di molti. Se lui ha sviluppato il
minimo attaccamento per il regno, allora lascerò che lo continui a
governare da imperatore”.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Hanuman partì subito, saltando per
le foreste, e raggiunse in breve la dimora di Guha, a cui diede le
belle notizie. Il re di Nishadha, colmo di gioia, si mise subito a
fare i preparativi per andare ad 
<span>Ayodhya.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Senza risparmiarsi, Hanuman
continuò il suo viaggio, ed arrivò ad Ayodhya la mattina seguente.
A due miglia dalla città trovò l’abitazione di Bharata. Il principe
era emaciato, vestito di una pelle di cervo nero e con i capelli
acconciati come un asceta. Era seduto fuori dalla capanna e
splendeva di gloria mistica. Era attorniato dai suoi ministri,
anch’essi vestiti da asceti.</p>
<p style="text-align: justify;">Hanuman si avvicinò a Bharata che
ripeteva costantemente il nome di Rama. La scimmia  si prostrò in
segno di obbedienza, poi a mani giunte disse: “Rama ha terminato il
suo esilio ed ha ucciso Ravana. 
<span>Verrà molto presto, con Sita e Lakshmana. Ha chiesto di te, e
desidera riunirsi”.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Bharata, sopraffatto dalla gioia,
cadde al suolo svenuto. Quando riprese i sensi abbracciò Hanuman, e
con gli occhi pieni di lacrime disse: “O scimmia, non so chi tu
sia, un Deva o un Rishi o altro, ma mi hai dato le più belle
notizie che potevo ricevere! Ti darò centomila mucche e molte
splendide donne ornate d’oro e gioielli”.</p>
<p style="text-align: justify;">Bharata chiese a Hanuman di dirgli
in dettaglio tutto quello che era successo a Rama dopo la sua
partenza, e Hanuman lo accontentò. Bharata era felice, e disse a
Shatrughna di andare in città a spargere le notizie, e di farla
decorare con ghirlande e vessilli, dicendo a tutti di venire a
salutare Rama.</p>
<p style="text-align: justify;">Hanuman leggeva facilmente nel
cuore di Bharata, Rama non 
<span>doveva avere alcun dubbio su suo fratello, che gli era devoto
almeno quanto lo era lui stesso. La scimmia pianse lacrime di gioia
vedendo l’amore che Bharata aveva per Rama.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Shatrughna si recò in città coi
ministri per fare i preparativi. Fecero salire Kaushalya e Sumitra
su delle portantine, e le portarono a Nandigram, dove 
<span>viveva Bharata. Dietro di loro vennero migliaia di cittadini
chi a piedi, chi su elefante o cavallo, chi in carrozza. Il suono
delle conchiglie, il rullio dei tamburi e il clamore della folla
erano assordanti, e sembrava che fosse venuta tutta la popolazione
di Ayodhya. I quattordici anni dell’esilio di Rama erano finiti, e
tutti desideravano il suo ritorno. Erano presenti anche molti re
invitati da Bharata per il ritorno di Rama.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Alla fine della giornata la regione
di Nandigram era completamente affollata di gente che sperava di
poter vedere Rama. Bharata guardava verso sud, un po’ preoccupato.
La scimmia 
<span>aveva detto la verità? Quando sarebbe arrivato Rama?
Continuava a fare domande e Hanuman lo rassicurò.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Poi Bharata vide lo scintillio del
Pushpaka, e Hanuman gridò indicandoglielo: “Ecco che arriva Rama,
il glorioso!”.</p>
<p style="text-align: justify;">
  
<span>Il grido echeggiò fra i cittadini, che guardavano sbalorditi
il veicolo cosmico con Rama e Sita, che apparve all’orizzonte come
il sole e la luna insieme. Bharata cadde a terra come  un sasso,
offrendo la sua obbedienza con le braccia larghe. Il Pushpaka
scese, e Rama venne a terra con Lakshmana e Sita. Bharata corse da
loro con Shatrughna, e i quattro fratelli si abbracciarono a lungo.
Vibhishana e tutte le scimmie più importanti, con Sugriva, Angada 
e Hanuman in testa, scesero dal Pushpaka assumendo una forma umana,
e furono accolti da Bharata che li abbracciò uno per uno. Bharata
disse a Sugriva: “O re delle scimmie, tu sei come un quinto
fratello per noi”.</span>
</p>
<p style="text-align: justify;">Rama vide Kaushalya, e si avvicinò
a lei fendendo la folla. Si gettò a terra e le prese i piedi. Lei
era pallida ed emaciata per il dolore della separazione da suo
figlio. Accanto a lei c’era Sumitra, in condizioni analoghe. Rama
si inchinò anche a lei, e le toccò i piedi con reverenza. I visi
delle due signore splendevano come fiori di loto celesti in piena
fioritura.</p>
<p style="text-align: justify;">Rama salutò Kaikeyi e le altre dame
reali che erano venute, offrì i suoi rispetti a 
<span>Vasishtha ed ai bramini, che mormoravano inni di buon
auspicio dai veda. Poi Rama si inchinò ai piedi di suo suocero
Janaka, che piangeva di gioia per il suo ritorno con Sita. Poi Rama
si alzò, si guardò intorno, e col suo sguardo sorridente riempì di
gioia il cuore dei cittadini.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Bharata prese i sandali di Rama,
che erano sul trono di Ayodhya, li mise davanti a Rama e disse:
“Ecco il regno che ho governato in tuo nome. Adesso te lo
restituisco, o Rama. Oggi la mia nascita ha dato i suoi frutti, e
il mio desiderio più profondo è stato esaudito: ti vedo tornare
come il re di Ayodhya”.</p>
<p style="text-align: justify;">Bharata disse a Rama che ogni cosa
nel regno, finanze, magazzini, esercito e raccolti, era aumentata
di dieci volte in sua assenza. “E tutto questo è dovuto solo al tuo
influsso, perché io ho governato solamente pensando al tuo
esempio”.</p>
<p style="text-align: justify;">Rama abbracciò a lungo Bharata, e i
due fratelli piansero lacrime di gioia. E fecero piangere anche
Vibhishana e le scimmie che li stavano guardando.</p>
<p style="text-align: justify;">Poi Rama disse al Pushpaka: “O
Pushpaka, adesso puoi tornare da Kuvera, il tuo padrone. 
<span>Ti ringrazio per il tuo servizio”. Allora il carro cosmico si
alzò in cielo e scomparve dalla vista.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Quando tutti furono seduti, Bharata
si rivolse a Rama. “Ti prego di assumere il governo di questo
mondo. Benché io abbia svolto in tua assenza quelle funzioni, non
posso governare in tua presenza, come una candela non può dare luce
in presenza del sole. Che il mondo ti possa vedere nel tuo
splendore abbagliante, dopo che sarai asceso al trono di Ayodhya.
Lo desideriamo sopra ogni altra cosa, o Raghava”.</p>
<p style="text-align: justify;">Rama disse: “Così sia”. E tutta
l’assemblea celebrò con grida di gioia. Rama chiamò il barbiere
reale e si fece tagliare i capelli che erano ancora una massa
incolta. Fece un bagno e si vestì di sete preziose ed ornamenti
d’oro splendenti. Attorno al collo si mise molte ghirlande di fiori
celesti, e si spalmò pasta di sandalo di diversi colori.</p>
<p style="text-align: justify;">Le vedove dell’imperatore Dasarath
vestirono Sita. La sua bellezza colpiva l’anima. Quando Rama e i
suoi tre fratelli furono pronti, Bharata chiamò Sumantra col
cocchio reale e prese personalmente le redini e Rama e Sita
salirono. Lakshmana e Vibhishana fecero vento a Rama con dei
ventagli di piume bianche, mentre Shatrughna reggeva il parasole
bianco.</p>
<p style="text-align: justify;">Centinaia di saggi camminavano
davanti al cocchio reale cantando Mantra e inni. Dietro il cocchio 
<span>veniva Sugriva, sempre con sembianze umane, cavalcando un
elefante, seguito da altri novemila elefanti che portavano altre
scimmie. Poi seguivano folle di cittadini desiderosi di vedere
l’incoronazione. La processione si mosse attraverso Ayodhya
accompagnata dal suono delle conchiglie e dal rullare di migliaia
di tamburi.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Le strade della città erano
splendidamente addobbate con fiori e bandiere, e dai balconi dei 
<span>palazzi le donne gettavano manciate di riso e petali di
fiori. Rama guardò tutti sorridendo, e alzò la mano per
benedire.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Rama entrò nel palazzo di suo padre
e disse a Bharata di portare Sugriva nel suo palazzo. Bharata
lasciò Rama per la notte, e dopo aver organizzato l’alloggio di
tutte le scimmie, disse a Sugriva: “Domani ci sarà l’incoronazione.

<span>Ti prego di procurare dell’acqua dagli oceani e dai
fiumi”.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Sugriva chiamò Hanuman, Jambavan,
Rishabha e Gavaya, e disse loro di portare acqua dai quattro
oceani. Altre cinquecento scimmie furono incaricate di prendere
l’acqua dai vari fiumi sacri della 
<span>Terra. La mattina tutte queste acque furono date a Vibhishana
per la cerimonia.</span></p>
<p style="text-align: justify;">L’incoronazione cominciò la mattina
di buon’ora, e i bramini fecero a Rama il bagno rituale. Sedici
bellissime vergini lo consacrarono, secondo il rito prescritto
dalle sacre scritture antiche. Poi Rama fu bagnato dai ministri e
dai guerrieri principali, poi dai capi della comunità dei
commercianti.</p>
<p style="text-align: justify;">Dal cielo, i quattro guardiani
dell’universo lo spruzzarono col nettare celestiale. Quando il
bagno fu terminato, 
<span>Vasishtha fece mettere la corona sul capo di Rama. La corona
era stata creata da Brahma, ed era stata portata la prima volta da
Manu e riluceva come il sole. Rama, seduto su di un trono
incrostato di gemme, era così luminoso e splendente colla sua
corona che era difficile riuscire a guardarlo. Accanto a lui, in
uno splendore di vestiti e gioielli, sedeva Sita a completare la
magnificenza di Rama.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Venne Vayu in persona e regalò a
Rama una ghirlanda inesauribile di cento loti celesti, che 
<span>dava a chi la portava una forza ed un’energia senza fine, e
poi, per conto di Indra, gli diede una preziosa collana di perle
miste a gemme. Rama prese la collana e la mise sul seno di Sita.
Lei la prese con le sue mani delicate e fece un cenno a Hanuman,
che le si inginocchiò davanti, e gliela mise al collo. Hanuman si
alzò, e con quell’ornamento celeste al petto sembrava una nuvola di
tempesta decorata di fulmini.</span></p>
<p style="text-align: justify;">I Gandharva cantarono e le Apsara
danzarono i loro balli affascinanti, con gesti e movimenti densi di
significati. La folla gridava, 
<span>“Viva Rama!” e “Sia gloria a Rama e Sita!”.</span></p>
<p style="text-align: justify;">Sembrava che tutta la Terra
gioisse, e diede abbondanti frutti e fiori che profumarono l’aria.
I Deva che affollavano la volta celeste con tutti gli altri esseri
divini, provarono un’estasi infinita alla vista di Rama riunito con
Sita.</p>
<p style="text-align: justify;">Rama si volse a Sita e sorrise. La
sua missione era compiuta.</p>
<p> 
<br/></p>
                    
                </div>
                
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