Poesie ritrovate

UNA RUOTA LA NOTTE

Una ruota la notte

stride nel buio dei prati.

Forse chi giunge saluta

e la sua mano è mite.

Ma Tu, Signore, cancelli

anche l’ultimo soffio del sogno

e per ogni abbandono

ci lasci nudi ad attendere.

Fiorisse sulla mia fronte

il lampo della Tua parola.

Lunghe notti ho vegliato

la furia dei recinti.

In un paese straniero

dov’è bello scoprirTi

e morire, i cavalli ascoltavano

il Tuo passaggio nel vento.

Talvolta arcobaleni

lunari colmavano l’aria

quasi briglie celesti

sottese al loro scalpore.

E ritti sulle zampe

gli ardenti quadrupedi azzurri

si volgevano attoniti

al richiamo dei cieli.

DUE FRAMMENTI

Fragment de la tragédie “Le Shah de Perse”

(Racine?)

Quand Lion s’est levé de la table royale

Alors a resonnée du Shah la voix fatale:

«Pourquoi, bon Président, tu et ta femme t’enfuis?

Ton épouse je veux dans mon lit cette nuit;

C’est ma condition indérogeable car

Je viens de t’élargir force petrodollars…».

Lion est devenu pâle à si fier caprice

Et Roumor a pleuré le sanglant sacrifice.

L’essence de l’amour, ô Victoire, je pense,

Au Shah tu l’as donnée par amour de l’essence.

Pour la mort du roi d’Arabie

(anonyme di XVII siècle)

La République, amis, Rome, était une fois

de Brutus héritage et de l’âpre Lucain:

mais un Polichinelle, mais un dorotéen

nous avons vu (horreur!) lécher le cul aux rois.

Là tu sors du pétrole, pétrisseuse machine

de la mort, quand Lion même son nez va vendre:

chaque carburateur est né pour être cendre

et les rois de la naphte deviennent naphtaline…

BALLATA DEL LIBRO

Il libro è un buon odore

di carta e di parole:

parole non effimere,

chiare figlie del senso,

quali solo il silenzio

delle bocche sa esprimere.

Racconti si diramano

da labirinti e incroci

del testo e senti voci

dentro la muta trama.

Echeggiano le rime

dei versi senza un suono,

eppure in poche lettere

chiudono il nembo e il tuono.

O tesoro dei libri!

Cieli che ti regala!

Ogni pagina è un’ala

bianca su cui ti libri.

Solo il libro ha parole

che il tempo non consuma.

Quando il cuore vien meno

e un nero vi si aggruma

esce dai libri un vento

che riporta il sereno.

A due cuori che leggono,

se han perso le parole,

il libro che si scambiano

fa rispuntare il sole.

Sfiorano il tempo come

pattinando sul ghiaccio,

tornano (e il libro è un laccio

che li avvince) a parlare.

Melodie sulla carta

piovono il loro seme

e un antico spartito

se solfeggiato insieme

dal folto pentagramma

fa fiorire un anemone.

Così hanno nell’anima

un affabile demone

e come a marzo il rèfolo

infiorando i paesi

soffia sul calendario

lieto dei loro mesi.

NATALE 2004

Ecco rispunta in pieno inverno

il fiore della ginestra

e ripete il suo desolato monito

tra le note ingannevoli di qualche Stille Nacht.

Perché questo, Divino Infante, accade

nei giorni pieni d’angeli della tua santa festa?

Noi guardavamo il mondo

dai vetri immacolati di una calma finestra

ornata di lumini,

contemplando il futuro con occhi di bambini

che si aspettano doni.

Ma nelle braci inferne di un pianeta

che non finisce mai di nascere e non cessa

mai di morire,

che non ha mai vagito ma emette solo tuoni

e copre col suo rombo le nostre parole

e quelle dei Celesti, ogni vita ha il suo perno.

Stirpe di Adamo in cerca di certezze

gridiamo che la terra è il nostro regno

e quest’Oceano in furia resta l’unico segno

che abbiamo dell’Eterno.

AQUA SALIENTE

Nel fiume di gamberi e trote

e macchie di alberi folti

la fervida festa di molti

amici godere si puote.

Le carte di Pino, riflesso

di dolci fantasmi e di sogni,

in ogni parola ed in ogni

sorriso hanno libero ingresso.

Si siedono a tavola assieme

a noi, fanno parte del pane,

del vino, ma sola rimane

sull’acero la capinera

e limpida e tenera geme

sentendo arrivare la sera.