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«Accidenti, l'hanno trovata» borbottò Gabriel. Con un bicchiere di brandy in mano, lui e Stratton erano tornati in soggiorno e guardavano in giardino dalla finestra. «È sconveniente che si aggirino per il mio giardino senza il mio permesso.»

«Sono preoccupate per Miss Waverly.»

«Più che altro cercano una scusa per condannarmi. Dovrei stappare una bottiglia di champagne per gustarne un'ultima coppa prima di finire al patibolo.»

«Secondo Clara, Miss Waverly è una donna forte e intelligente, e non permetterà che tu venga giustiziato da loro.»

«Dubito che Clara abbia potuto giudicare Miss Waverly dopo aver scambiato con lei appena qualche parola a teatro.»

«Veramente si conoscevano già, da quando Miss Waverly aveva cominciato a dare una mano per la rivista. Non lo sapevi?»

«No.» Quindi Amanda aveva a che fare con Parnassus?

«Ah. Credo che Clara sia stata sorpresa, ma non scandalizzata, nello scoprire la vostra relazione. Non è ipocrita.»

«La mia giustiziera non è lei, ma quella strega cattiva di Lady Farnsworth. Era così indignata che sembrava che avessi sedotto sua figlia!»

«È possibile che la consideri tale, in effetti.»

«Immagino che adesso scriverà un altro articolo incendiario sui nobili dissoluti, portandomi a esempio. Spero che sfrutterai la tua influenza per impedirlo.»

«Come ha detto Clara, non si censurano mai a vicenda.»

«Be', Lady Farnsworth dovrebbero censurarla, eccome! Se tua moglie è la proprietaria di quella dannata rivista, avrebbe dovuto rifiutarsi di pubblicare quel saggio.»

«Parlava in generale, non è mai stato fatto il tuo nome.»

«Tu dici? Quando l'hai letto, ti è parso che descrivesse un nobile qualsiasi, o che avesse fatto il mio ritratto?»

Stratton nascose un sorriso bevendo un sorso di brandy.

«La cosa ti diverte? La penseresti diversamente se fossi tu l'oggetto di quell'articolo e tutto il mondo lo leggesse.»

«Io sono stato citato per nome con Clara in un altro articolo, se ben ricordi.»

Gabriel lo fissò allibito. «E Clara l'ha permesso? Ha acconsentito a rendere pubblico quello scandalo sulla rivista?»

«È stata lei a scrivere l'articolo, veramente. Voleva che fosse nota la verità in modo da evitare malintesi. Le è costato molto, ma l'ha fatto per me, perciò non aspettarti di ricevere la mia comprensione se il saggio di Lady Farnsworth ha ferito il tuo orgoglio.»

«Sei riuscito a calmare le acque meglio di quanto ritenessi possibile. Ma ora raggiungiamo le signore. Amanda non mi perdonerà mai per averla lasciata da sola con loro.»

«Credo che sia più prudente lasciarle parlare tra loro.»

Gabriel non era d'accordo, ma non insistette. «Allora sediamoci e raccontami di tuo figlio.»

«So che ti annoia a morte sentirmi parlare del bambino.»

«Ma no, che dici? Ormai ha un mese, giusto? Ha iniziato a parlare?»

«Le prime bozze sono nel secondo cassetto, ordinate per data, con le più recenti sopra.»

Amanda terminò di spiegare come aveva organizzato in maniera efficiente tutte le carte di Lady Farnsworth, che prendeva appunti. Alla fine piegò il foglio e lo mise nella borsetta, poi tornò a sedersi sul divano accanto a Mrs. Galbreath. «È stato un caso fortunato trovarvi qui oggi, così ora ho una specie di mappa per orientarmi nel mare di carte che regna a casa mia.»

Le spiegazioni erano durate un quarto d'ora; ora che l'argomento era stato messo da parte, Amanda si chiese quale scusa trovare per evitare domane imbarazzanti.

«Vi rendete conto che la vostra reputazione sarebbe irrimediabilmente danneggiata se si sapesse che vivete qui, vero?» dichiarò Lady Farnsworth in tono pacato e discorsivo, come se stesse parlando del tempo.

«Dorothy!» esclamò la duchessa, alzando gli occhi al cielo.

«Mi sento in dovere di ricordarglielo. Langford è noto per dare scandalo in società.»

«Nessuno è al corrente della mia presenza qui, tranne voi e il Duca di Stratton. E comunque non mi tratterrò a lungo. Il duca mi sta gentilmente aiutando per un problema, ma dovrebbe risolversi presto.»

«E poi dove andrete?» le chiese Lady Farnsworth.

«Ad aiutare mia madre, come avevo detto. Non era una bugia. Non m'illudo che quello che c'è tra me e il duca duri a lungo.»

«Se avevate bisogno di aiuto avreste potuto rivolgervi a noi» disse Mrs. Galbreath.

«Siete molto gentile, ma in questo caso non credo che avreste potuto fare molto. Però vorrei che fosse chiaro che il duca non mi ha aiutata a condizione che diventassi la sua amante, né che io l'abbia sedotto per il mio tornaconto. Quello che c'è tra noi è successo prima che lui sapesse del mio problema e, anzi, all'inizio ho tentato di nasconderglielo. Quanto al mio rapporto con il duca, è nato quasi per caso.»

«Non mi sembra che Miss Waverly abbia bisogno del nostro intervento per essere soccorsa e liberata dalle grinfie di Langford» concluse la duchessa.

Lady Farnsworth annuì, seppure a malincuore. Mrs. Galbreath sembrava meno convinta. «E se doveste trovarvi in stato interessante? Provvederebbe a voi? Anche se vi trovate qui per un caso fortuito, possono esserci delle conseguenze durature.»

Amanda non rispose.

«Volete che una di noi parli con lui a tale proposito, o magari mio marito?» le chiese la duchessa.

«Quel demonio non deve approfittarsi della vostra ingenuità» sbottò Lady Farnsworth, indignata.

«Non è un demonio, ma un uomo sensibile e gentile, e non si approfitterebbe mai di me. Non mi mantiene e non pretendo che provveda a me in alcun caso. E ora, vi prego, raccontatemi del prossimo numero di Parnassus. Sono lieta di avere quest'opportunità d'informarmi.»

Le dame si lanciarono in un resoconto vivace del contenuto della rivista.

«Ho delle notizie sul mandante dei furti, forse» esordì Gabriel, interrompendo la quiete della sera mentre erano a letto. «Non sapevo se parlartene perché è un indizio molto labile.»

«Sempre meglio di niente. Dimmi tutto.»

«Ho scoperto il nome di un uomo che avanza delle pretese sugli oggetti in questione sostenendo che siano stati sottratti dalla sua proprietà in uno scavo nei suoi terreni. C'è stata un'asta privata quando sono arrivati a Londra anni fa, ma la provenienza dei reperti era incerta, quindi non era noto il precedente proprietario.»

«Se la provenienza della spilla, per esempio, era ignota, come può quest'uomo dimostrare che fosse sua?»

«Non può, però la vendita fatta in sordina con un'asta privata fa supporre che ci sia qualcosa di sospetto sulla maniera in cui è stata procurata. Perciò la sua pretesa può essere fondata.»

«Quindi può avere deciso di recuperare i reperti con ogni mezzo, anche a costo di farli rubare?»

«È ciò che ho pensato. Vive nella zona in cui Brentworth mi ha detto che sono stati rinvenuti i reperti, il Devonshire, perciò forse ha ritenuto di prendere l'iniziativa per riaverli.»

«Pensi di recarti lì?»

«Vorrei, ma aspetterei di avere una pista più solida. Sarebbe più semplice se sapessimo dove si trova tua madre. Non vorrei arrivare fino nel Devon per scoprire che è altrove.»

«Se non mi avessi rapita, a quest'ora forse saprei dov'è.»

«Oppure potresti essere stata molestata mentre eri in viaggio da sola, o aggredita dalla persona che stavi seguendo.» Gabriel si girò verso di lei. «Inoltre non avrei avuto la tua compagnia in questi ultimi giorni... e notti.»

«Avresti trovato un'altra donna senza difficoltà.»

«Non ne sono tanto sicuro. Di che avete parlato tu e le signore mentre io ero con Stratton?»

«Della rivista.»

«Ah, credevo che aveste parlato di me.»

«Sei proprio presuntuoso!»

«Ma dimmi, non ti hanno messo in guardia contro di me e avvertita che avrei danneggiato la tua reputazione?»

«Non mi hanno detto niente che non sapessi già. Invece tu e Stratton vi siete lamentati delle donne?»

«No, abbiamo parlato del figlio. Per la precisione, lui parlava e io ascoltavo. Non credevo che ci fosse così tanto da dire, considerato che è piccolissimo e dorme quasi sempre.»

«Non l'hai mai preso in braccio?»

«No, perché avrei dovuto?»

«Perché è piacevole. I bambini sono teneri. Un giorno avrai un figlio anche tu, e capirai.»

«È mio dovere avere un erede, e prima o poi sarò padre, ma per il momento non è una prospettiva che mi entusiasmi. Non credo di essere bravo a fare le prediche.»

«Allora evita. Sarai un ottimo padre. Guarda come ti comporti con tuo fratello, per esempio. Se dimostrerai a un figlio lo stesso affetto e le stesse premure, sarai un padre perfetto.»

Gabriel si chiese come sarebbe stato quando avesse avuto un figlio. Gli sembrava strano immaginarsi adorante come Stratton. Però era pur vero che l'amico aveva avuto un figlio dalla donna amata, mentre lui si sarebbe sposato solo per dovere. Non pensava di trovare interessante la sua futura moglie; in generale le donne parlavano di argomenti che lo annoiavano e, tranne che con Amanda, non si era mai aperto veramente con nessuna di loro. Preferiva di gran lunga la compagnia dei suoi amici.

Guardando Amanda, si dispiacque di averla conosciuta in quelle circostanze e di doverle dire addio. Ma, improvvisamente, mentre rifletteva, la vide sgranare gli occhi e illuminarsi in volto.

«Ma certo!» esclamò Amanda. Si alzò di scatto, accese una candela e corse nello spogliatoio da cui tornò sventolando un foglio. La lettera di mia madre! Guarda.» L'aprì e indicò un punto, avvicinandovi la candela. «Vedi? Queste parole sono sottolineate con una linea non continua, come capita a volte quando si traccia una riga lunga se manca l'inchiostro. Dopo quello che mi hai detto di aver scoperto, mi è tornato in mente e ho rivisto la lettera. È il genere di messaggio segreto che mi manderebbe mia madre. Leggi solo le lettere sottolineate in fondo alla lettera, nella chiusa.»

Con tutto il mio affetto e devozione,

la tua mamma

Io Devon.

Quindi il Devon era la pista giusta!