29.

Padre Pius fu di parola, e cominciò ad andare a trovare Connie regolarmente. Lei non lo riconobbe mai come prete, ma nemmeno come amico. Una volta su due gli toc­cava ripresentarsi. Ma per lui era lo stesso. Gli piaceva an­dare a trovarla; almeno aveva qualcosa da fare. Ne aveva bi­sogno, di cose da fare; faceva fatica ad ambientarsi nella nuova parrocchia. Dopo l’ambiente rilassato dell’Africa, la vita di parrocchia gli sembrava una prigione.

La chiesa di St Jarlath è un ambiente molto solido e con­servatore. Circondata com’è da una popolazione enorme e quasi tutta cattolica, ha un pubblico fisso. Tutte le messe della domenica erano piene zeppe, per cui era difficile schiodare i preti anziani dal loro autocompiacimento e dal loro comportamento abitudinario. Padre Murphy diceva sempre la messa delle dieci, padre Augustus diceva sempre la messa delle undici, e padre Angelus diceva sempre la messa delle dodici. La messa delle nove non c’era, perché alle nove i preti facevano colazione. Perciò per i fedeli più mattinieri c’era solo la messa delle sette e mezzo. I tre preti più anziani la odiavano, la messa delle sette e mezzo. Prima la dicevano a turno, e poi dicevano anche la loro messa fissa. Così gli toccava solo una domenica su tre. Ma adesso che era arri­vato un nuovo prete, un prete giovane, potevano dormire un po’ di più tutti e tre, tutte le domeniche. La messa del mattino la lasciavano volentieri al “giovanotto”. L’ultimo arrivato eccetera eccetera. Per il nuovo arrivato, padre Pius, non era un gran problema, e gli scocciava solo per il fatto che a messa finita aveva tutta la giornata davanti, e poco da fare. E così un mattino, a colazione, domandò ai preti an­ziani se poteva assisterli durante la messa. Loro lo guarda­rono e poi si guardarono fra loro, con lo stesso pensiero che passava di testa in testa: Sull’altare con te? Neanche per idea. Padre Pius sapeva che cosa stavano pensando, e cercò subito di tranquillizzarli. «Non dico mica di stare insieme sull’al­tare, eh? Ma magari posso darvi una mano in qualche altro modo. Ah, lo sapete che suono l’organo?»

I tre preti diedero un sospiro di sollievo. «Ah, l’organo; be’, allora perché non vieni a suonare alla mia messa?» gli chiese cortesemente padre Murphy.

«Davvero, padre?»

«Ma certo» rispose padre Murphy, e si ributtarono tutti quanti sulla colazione. Ma se a padre Pius gli altri preti erano parsi un po’ abitudinari, il peggio doveva ancora ve­nire. Perché i laici che frequentavano la parrocchia lo erano ancora di più. Padre Pius se ne accorse la domenica dopo, quando si mise seduto davanti all’organo per suonare alla messa di padre Murphy. Fu lì che incontrò Johnny Brennan per la prima volta. Erano quarant’anni che Johnny azionava il mantice dell’organo a St Jarlath. Padre Pius si presentò. Johnny fece un verso, non gli diede la mano e lo liquidò con un gesto sbrigativo.

«Ma sì, la conosco, la conosco. Sono venuto alla sua mes­sa la settimana scorsa». Gli fece l’occhiolino. «Bravo, bella ra­pida, continui così».

«Qualche richiesta?» gli chiese padre Pius. Johnny lo guardò perplesso.

«Richiesta? Di che diavolo parla?»

«No, pensavo solo che magari vuole che suoni qualcosa in particolare. Cioè, c’è qualcosa in particolare che le fa pia­cere sentire, in chiesa?»

«Sì». Fece un cenno del capo all’indirizzo dei fedeli. «Il suono dei loro piedi del cavolo che se ne vanno. Ecco cosa mi fa piacere sentire, padre. Adesso si metta seduto lì, da bravo, e la smetta di sfinirmi le palle». Johnny scomparve dietro l’organo per preparare il mantice.

Sorridendo fra sé, padre Pius si mise seduto davanti al­l’enorme tastiera. Girò un po’ di manopole per sistemarsi i registri e i bassi come pareva a lui. A padre Pius piaceva moltissimo suonare la musica sacra. Ma gli piaceva anche sperimentare un po’, mettere un “fiocchetto” alla fine di una battuta e un “nastrino” all’inizio di un’altra. Così va­riava un po’ e si divertiva di più, insieme a chi lo stava ad ascoltare… o almeno così sperava. Con la mano destra fece un rapido saliscendi di scale, andando a concludere con un piccolo riff jazzato. Si guardò alle spalle. I fedeli erano tutti seduti. Mancavano tre minuti alla messa. Decise di comin­ciare con Adeste fideles. Un inno bellissimo. Si girò di nuovo verso la tastiera e vide la zucca di Johnny Brennan che sbu­cava da dietro i tasti. Padre Pius saltò sulla sedia per la sor­presa.

«Era lei?» domandò Johnny.

«Prego?» disse padre Pius.

«Quel baccano, era lei? È caduto sulla tastiera?»

«No, era solo… Mi scusi» disse padre Pius.

«Bene, allora cominciamo. Cosa si fa?» chiese Johnny.

«Adeste fideles» disse padre Pius.

«Bene» disse Johnny, e sparì. Padre Pius si mise a suo­nare, e Johnny si mise a pestare sul mantice. Padre Pius non era sicurissimo, ma se la memoria non lo ingannava Adeste fideles durava sui tre minuti e venti secondi. Ormai manca­vano due minuti e mezzo all’inizio della messa, e gli sem­brava una bella idea arrivare alla fine nel momento in cui il prete si genufletteva davanti all’altare. Cominciò a suonare, e intanto lanciava delle occhiate allo specchietto in cui si vedeva riflesso l’altare. Gli venne benissimo, e in effetti i fiocchetti e i nastrini facevano un bell’effetto. Ma tutt’a un tratto, quando mancava ancora un quarto del pezzo, l’or­gano morì. Padre Pius si chinò in avanti a premere un po’ di interruttori, per vedere se era un problema di canne, di valvole o di fori. A occhio e croce era tutto a posto. Sentì i fedeli che si alzavano: il prete era davanti all’altare. Ormai era troppo tardi per ricominciare. Si alzò e andò dietro al­l’organo. Johnny Brennan era seduto sul mantice a fumarsi

una sigaretta.

«L’organo. Si è fermato. Cos’è successo?» gli chiese.

«È finito. È finito il pezzo» rispose Johnny, dando un ti­ro di sigaretta.

«No, non era finito, c’era ancora da fare un quarto del pezzo» disse padre Pius a bassa voce.

Johnny Brennan si alzò e andò a mettere la faccia davan­ti a quella del prete. «Padre, ci sono centosessantuno colpi di mantice in Adeste fideles, e io gliene ho fatti centosessan­tuno precisi, cazzo». Dopodiché tornò al mantice e si rimise seduto a finire la sua sigaretta.

 

Dura era dura, ma padre Pius piano piano si stava am­bientando. La richiesta di celebrare il matrimonio di Tom­mo e Marion, e l’invito alla festa dopo il matrimonio, era proprio quello che ci voleva per fare centro con i giovani della parrocchia.

Le visite a Connie erano un’altra cosa. Anche se si ren­deva conto benissimo che Connie non sapeva chi fosse, gli piaceva prepararle il tè e ascoltare le storie che le uscivano dalle labbra a spizzichi e bocconi.