“Allora, come funziona questo arnese? Tutte le parti del mio corpo rimarranno al loro posto dopo che ci avrete sparaflesciate? Cosa fa questo pulsante?” chiese Cara, indicando uno dei pulsanti sulla console. Uno dei guerrieri accanto a lei si affrettò a coprire il pulsante con una mano, guardandola nervosamente.
Per nulla intimidita, Cara si spostò dall’altro lato della console e indicò un altro pulsante. “Perché quella spia lampeggia? Accipicchia, quanto vorrei smontare questa bellezza e vedere cosa la fa funzionare,” disse Cara a un altro dei guerrieri in piedi dietro la console nella stanza del teletrasporto.
Trelon guardò Cara muoversi per la stanza riparata, correndo da un lato della console all’altro. Tutte le volte che lui cercava di agguantarla, lei si voltava e andava dall’altra parte, oppure il simbionte di Trelon gli si frapponeva davanti, bloccandogli la strada. Trelon e il suo drago stavano esaurendo la pazienza. Lui era così dannatamente arrapato che gli sembrava di essere sul punto di esplodere!
Dopo l’incidente nella mensa, Trelon si era spremuto le meningi nel tentativo di capire cosa fosse successo. Non capiva perché Cara fosse tanto arrabbiata con lui. Quando era finalmente riuscito a raggiungere i suoi alloggi, aveva trovato la porta chiusa a chiave. Aveva usato un codice di controllo per forzarne l’apertura, solo per ritrovarsi di nuovo dalla parte sbagliata del suo simbionte.
Cara non aveva voluto nemmeno guardarlo, figurarsi parlare con lui. Trelon aveva trascorso buona parte di un’ora a fare tutto il possibile per convincerla ad ascoltarlo, ma lei non aveva fatto altro che alzare il volume della musica. Solo quando suo fratello Kelan era arrivato con diverse bottiglie di vino lui aveva lasciato Cara da sola, nella speranza che avrebbe voluto sentir ragione una volta raggiunto lo spazioporto.
Con somma contrarietà di Trelon, la femmina continuava a rifiutarsi di prendere atto della sua presenza. Peggio ancora era la reazione del suo drago. La creatura si rifiutava di dargli pace! Le artigliate e i bronci lo stavano facendo impazzire. Il suo drago continuava a ripetere che, se lui le avesse alitato dentro il fuoco, sarebbero stati ancora a letto e nulla di tutto ciò sarebbe mai accaduto.
Passandosi le mani fra i capelli, Trelon trattenne un ruggito. Quando gli uomini che si occupavano del teletrasporto fecero cenno a lui, a Cara, al suo simbionte, ad Ariel e a Carmen di mettersi sulla piattaforma per essere trasportati sul pianeta, lui non era mai stato più grato di essere a casa. Forse, ora avrebbe potuto allontanare Cara dal simbionte, catturarla abbastanza a lungo da completare l’accoppiamento e ripristinare la pace fra le tre parti di sé.
*.*.*
Cara si comportava come se Trelon non ci fosse, ma era consapevole di ogni suo respiro, di ogni suo gesto, di ogni guizzo di muscoli e di ogni espressione che gli attraversava il viso. Era talmente in sintonia con lui che si sentiva parte di lui.
Aveva cercato di dormire per qualche ora nei quartieri di Trelon, ma era stato inutile, perché non era riuscita a pensare ad altro che a quello che avevano fatto in quel letto. Invece, aveva trascorso il resto del tempo precedente all’approdo allo spazioporto in orbita attorno a Valdier a lavorare su tutte le cose che aveva smontato.
Gli alloggi di Trelon erano tornati all’ordine originale, con qualche piccola modifica sparsa. Cara aveva riflettuto a lungo e profondamente durante le lunghe ore di lavoro. Voleva Trelon. Lo voleva tanto. Ma aveva bisogno che lui la accettasse per quello che era.
Sapeva per esperienza come ci si sentiva nel cercare di diventare qualcosa che si non era. Non ci aveva forse provato con Darryl e con suo padre e con zio Wilfred e con il collegio? La sua era stata un’esistenza miserabile fino a quando non aveva accettato di essere quello che era.
Ciò detto, lei era decisa a lottare per Trelon, ma ciò non significava che volesse rendergli il compito facile. Se lui non era disposto a lottare a sua volta per lei, forse non era destino che stessero insieme. Trelon aveva cercato di entrare alcune volte e lei si era assicurata che il simbionte non glielo permettesse, perché aveva bisogno di tempo per mettere ordine fra i suoi pensieri. L’uomo aveva bussato vigorosamente alla porta, gridando, minacciando, blandendo e infine implorando, ma Cara era decisa a ignorarlo. Si era stupita che l’uomo avesse osato provare ad avvicinarla dopo quello che il simbionte gli aveva fatto nella mensa.
Cara arrossiva ancora al ricordo dell’espressione di Trelon quando il simbionte lo aveva attaccato. La creatura non gli aveva fatto del male. E Cara lo sapeva fin dal principio, perché essa le aveva inviato l’immagine mentale di quello che intendeva fare, ma non riusciva a non dispiacersi un po’ per Trelon. Di sicuro lui non si era aspettato di ritrovarsi appeso a testa in giù dal soffitto, coperto da poco più dei pantaloni laceri. Cara era fuggita quando uno sciame di draghetti era esploso da Symba in una tempesta furiosa, mordendo e lacerando i vestiti dell’uomo.
Le immagini trasmesse da Symba avevano rassicurato Cara che il simbionte non avrebbe fatto del male a Trelon, ma che si sarebbe limitata a fargli capire che fare del male a Cara non era un’opzione. Creaturine d’oro avevano mordicchiato chiunque avesse provato a tirare giù Trelon per venti minuti buoni. Solo fino a quando suo fratello Zoran era arrivato e aveva ruggito, i piccoli draghi si erano sparpagliati per fondersi nuovamente con il corpo di Symba. Per allora, Cara era al sicuro, rinchiusa negli alloggi di Trelon.
Cara sussultò quando Ariel la raggiunse e la toccò sulla spalla. “Tutto bene?” chiese a bassa voce l’altra donna, guardandola preoccupata.
“Come? Oh, sì… sono solo molto distratta,” rispose Cara con un sorriso forzato.
“Non preoccuparti,” disse Ariel mentre si dirigeva con Cara verso la piattaforma. “Troveremo un modo per tornare a casa.” Carmen la raggiunse silenziosamente dall’altro lato e annuì, lanciando occhiate assassine a tutti i maschi presenti.
Cara si limitò ad annuire, guardando di sottecchi Trelon, che la stava fissando in maniera sinistra. “Va bene.”
Negli occhi di Trelon lampeggiò il fuoco alla risposta di Cara. Aveva sentito il commento dell’altra femmina riguardo al ritorno sul loro pianeta. Lui non avrebbe mai permesso a Cara di andarsene. Lei era sua! Il suo drago emise un basso ringhio. Loro, gli ricordò ferocemente. Loro, corresse Trelon. Lei era loro e loro non le avrebbero mai permesso di andarsene. Trelon si voltò e rivolse un cenno del capo agli uomini dietro la console, per ordinare di dare inizio al teletrasporto. Presto, promise al suo drago. Presto.
Trelon si mise subito in movimento una volta che ebbero raggiunto il pianeta. Prima che Cara potesse fare anche un solo passo, la raggiunse, la sollevò da terra e se la buttò in spalla. Ignorando le grida rabbiose alle sue spalle, Trelon scese rapidamente dalla piattaforma e si diresse verso la porta.
“Cosa ti salta in mente?” strillò Cara.
“Ehi, lasciala andare!” urlò Ariel.
“Figlio di puttana!” imprecò Carmen.
Entrambe le donne scesero dalla piattaforma per seguire Trelon, ma Trelon aveva già lanciato un ringhio di avvertimento agli altri due suoi fratelli, venuti incontro a Zoran e alla compagna di lui. Mandra e Creon si mossero per intercettare le due femmine. Trelon udì un forte ringhio seguito da uno schianto, ma non si voltò.
“Cosa fai? Mettimi giù, brutto… brutto… bullo!” gridò Cara, picchiando Trelon sulla schiena. “Symba! Aiuto!” gridò Cara mentre Trelon si muoveva con velocità accecante attraverso un corridoio dopo l’altro.
“Il mio simbionte non ti aiuterà,” ringhiò profondamente Trelon. “L’ho fatto trasportare fuori dal palazzo. Non potrà nasconderti a me.”
Cara era furiosa. Quello non era assolutamente ciò che aveva in mente. Al momento, in realtà, non aveva granché in mente, ma sapeva che le sarebbe venuto qualcosa. Era rimasta sconvolta ed entusiasta quando Trelon l’aveva afferrata e se l’era buttata in spalla. Certo, era un po’ rozzo, ma quanto era eccitante quella cosa!
Trelon trasse un respiro profondo e grugnì nel sentire il profumo dell’eccitazione di Cara. La donna poteva avercela con lui, ma lo voleva anche. Trelon attraversò il palazzo, ignorando le occhiate che ricevette. L’unica cosa che aveva per la testa era portare Cara nei suoi alloggi e nel suo letto il prima possibile. Ce l’aveva così duro che i pantaloni gli schiacciavano il membro e il suo drago stava spingendo con entusiasmo contro la sua pelle. Avrebbe concluso l’accoppiamento. Non aveva scelta.
“Trelon! Sei tornato!” esclamò una voce femminile, correndo verso di loro. Cara cercò di sollevarsi quanto bastava per intravedere la persona dietro alla voce, ma Trelon non rallentò nemmeno mentre apriva un portone.
Cara sussultò quando Trelon sbatté il portone in faccia alla donna e fece scattare la serratura. “Sei stato molto maleducato!” esclamò con voce roca.
Trelon ignorò il commento di Cara e si diresse verso la zona notte. Sbatté e chiuse a chiave anche quella porta, deciso a frapporre quanti più ostacoli possibili fra Cara e la fuga. Raggiunto l’enorme letto, la lasciò cadere sulla schiena.
“Spogliati,” disse Trelon con voce arrochita. “Subito.”
I polmoni di Cara si svuotarono all’impatto con le morbide coperte del letto. Sollevato lo sguardo, sbalordita, vide Trelon che si stagliava su di lei con le mani strette ai fianchi. Morbide scaglie nere con accenni di blu e oro gli stavano percorrendo le braccia e il collo. I suoi occhi erano di un oro scuro e profondo, con sottili fessure nere al posto delle pupille.
“Cara, spogliati subito o lo farò io,” ripeté Trelon, la cui voce si era fatta profonda per la voglia.
Cara annuì mentre portava le mani tremanti all’orlo della maglietta. Il gemito di Trelon fu l’unico preavviso che ebbe prima che questi le afferrasse l’indumento e glielo strappasse in due.
Le mani di Cara corsero ad afferrare Trelon. Gliele avvolse attorno al collo e schiantò le labbra contro quelle di lui in un bacio disperato. Cara voleva Trelon, ne aveva bisogno, lì e in quel momento. Tirandogli la camicia, cercò di trovare i lacci per togliergliela, per sentire la sua pelle.
Trelon formò un artiglio e lo passò fra la pelle di Cara e il reggiseno, tagliando il tessuto come se fosse burro. Le sfilò di dosso i resti della maglietta e del reggiseno e scese fino ai pantaloni.
“Cara,” mormorò disperatamente contro il collo di lei. “Ho tanto bisogno di te.”
“Nudi. Subito,” disse Cara mentre si allontanava quanto bastava per slacciare e sfilarsi pantaloni e mutandine. Trelon si era tolto quello che restava dei suoi vestiti quando lei riuscì a rimuovere le gambe dai jeans.
Trelon calò addosso a Cara, allontanandole le mani dal suo corpo e mettendogliele sopra la testa. Quando Cara cercò di liberarsi, Trelon ringhiò un avvertimento. Infilò una gamba fra quelle della donna e la costrinse ad aprirle.
Trelon insinuò una mano fra le gambe di Cara e infilò due dita nel suo canale umido per assicurarsi che fosse pronta per lui. Quando sentì le pareti lubrificate e calde stringergli le dita, gemette mentre il sangue gli correva al membro e ai testicoli. Era così duro che il suo membro faceva su e giù per la voglia. Infilata una mano sotto la schiena di Cara, la sollevò a sufficienza da allineare il membro col suo sesso bagnato e affondò fino ai testicoli dentro di lei con un forte gemito.
“Mia!” ruggì Trelon mentre si ritraeva e si proiettava in avanti così forte che Cara venne premuta contro il letto. “Mia!” gridò nuovamente mentre affondava ripetutamente in Cara, cercando di sprofondare più a fondo. Sentiva il fuoco del drago che lo ustionava con spietate ondate di calore, facendogli ribollire il sangue e ordinandogli di prendere ciò che gli apparteneva.
“Dillo! Di’ che sei mia, Cara! Dimmelo,” ordinò Trelon con voce roca, abbassando lo sguardo sul volto arrossato di Cara.
“Sì!” gemette lei in preda alla disperazione. Cercò di liberare le mani, ma Trelon non voleva saperne di lasciarla andare. Scossa dal bisogno, Cara si sporse in avanti e morse Trelon sul petto, subito sopra il capezzolo destro.
Trelon ruggì quando il suo drago reagì all’aggressione da parte della sua compagna. Picchiando dentro Cara, eruttò nello stesso istante in cui lei lanciò un urlo e si serrò attorno a lui. I muscoli del suo collo si tesero nell'avvertire l’impulso primordiale della rivendicazione.
Trelon costrinse il suo membro ancora duro a uscire da Cara, ignorando il grido di disperazione di lei ora priva di lui e facendo scivolare entrambe le mani sotto e attorno alla piccola sagoma di Cara per voltarla bocconi. Afferrato con le grandi mani lo stretto bacino di lei, la trascinò in ginocchio e la costrinse ad allargare ulteriormente le gambe.
“Prendimi!” miagolò Cara. Era venuta vigorosamente, ma ciò sembrava averla resa solo più affamata.
Trelon strinse i denti mentre si spingeva fra le labbra gonfie di Cara. Vide l’umidità che inzuppava i riccioli rosso scuro che le coprivano il sesso. Dopo averla penetrata a fondo, sentì i denti trasformarsi in punte strette mentre il suo drago esigeva che completasse l’accoppiamento e rivendicasse Cara in maniera definitiva.
Quando Cara inarcò la schiena verso di lui, Trelon si chinò sulla sua piccola sagoma e le morse il punto di congiunzione fra spalla e collo. Mentre assaporava la dolcezza del sangue di lei, cominciò ad alitarvi il fuoco draconico. Ora non poteva più tornare indietro. Cara sarebbe sopravvissuta al cambiamento o entrambi sarebbero periti, perché lui non riusciva a immaginare di vivere senza lei che lo completava.
Cara lanciò un urlo mentre afferrava le morbide lenzuola del letto fra le mani. Non si era mai sentita così bene in vita sua. Trelon era grosso e l’aveva già allargata in passato fino quasi a farle male, ma nella posizione in cui era adesso, era quasi troppo per lei. Cara si spinse all’indietro nel tentativo di arrestare l’infinito crescere della voglia che minacciava di sopraffarla quando sentì Trelon morderle la spalla.
Lanciò un lungo grido mentre dolore, fuoco e desiderio si accendevano contemporaneamente dentro di lei, facendola venire così forte che sarebbe crollata se non fosse stato per la presa che Trelon esercitava sul suo bacino e sulla sua spalla. La forza dell’orgasmo di Cara travolse Trelon, che lasciò la sua spalla ruggendo. Crollato su un fianco, dopo essere venuto copiosamente, l'uomo la attirò a sé, tenendo uniti i loro corpi.
La strinse a sé mentre leccava delicatamente la ferita sulla sua spalla. “È cominciato,” mormorò.
Cara afferrò strettamente il braccio che aveva attorno alla vita prima di bisbigliare assonnata: “Cosa è cominciato?”
“Il fuoco draconico,” disse Trelon a bassa voce.
Cara cercò di rotolare per guardare Trelon, ma lui non glielo permise e lei era troppo stanca e soddisfatta per opporsi. Accoccolandosi più vicino al calore dell’uomo, chiese in tono sommesso: “Che significa?”
Trelon tremò mentre avvertiva i vaghi movimenti del fuoco cominciare a crescere dentro Cara. Il suo drago piagnucolò dal desiderio quando percepì l’inizio della trasformazione della propria compagna. “Se sopravvivrai, diventerai tutt’uno con me, il mio drago e il mio simbionte.”
Cara si accigliò. Se sarebbe sopravvissuta? Cosa voleva dire… I suoi pensieri furono interrotti quando una vaga sensazione di disagio la attraversò. Ebbe inizio nel profondo di lei, come se Cara avesse lentamente cominciato a bruciare dall’interno. Cara si mosse irrequieta mentre la sensazione si faceva più sgradevole.
“Trelon, cosa mi sta succedendo?” piagnucolò spaventata, il bruciore che si faceva più forte.
“Tranquilla, piccola. Andrà tutto bene. È il fuoco del Drago. Non opporti,” disse Trelon, scostando sottili ciocche di capelli rossi morbidi come seta. “Lascia che scorra dentro di te.”
Cara sentì il tremito delle dita di Trelon quando lui le toccò delicatamente la guancia. Persino quel piccolo contatto fece esplodere il fuoco dentro di lei, ustionandola con il calore del desiderio che cresceva a una velocità tremenda. Cara non riuscì a soffocare il grido di dolore che la attraversò. Era così disperatamente bisognosa di sollievo da quella fame brutale che afferrò le mani di Trelon e se le premette contro i seni gonfi.
“Ti prego!” urlò Cara. “Ho b-b-bisogno di te!”
Trelon grugnì quando il suo corpo reagì al grido disperato della sua compagna. Stringendola da dietro, cominciò a muoversi avanti e indietro, gemendo per la sensazione squisita del velluto caldo avvolto attorno al membro. Sentì la prima onda crescere e gemette assieme a Cara quando essa raggiunse l’apice, strappando un orgasmo a entrambi.
Trelon avvertì il tremito che scosse il corpo minuto di Cara, lasciandola ansimante. Sapeva che quello era solo l’inizio. Nel corso delle ore a venire, il fuoco draconico si sarebbe fatto sempre più caldo, rapendo entrambi nel suo calore mentre trasformava Cara e li univa l’una all’altro.
Cara gemette forte quando sentì un’altra ondata di desiderio, più forte di prima, cominciare a crescere dentro di lei. “Cosa mi hai fatto?” gridò, spingendo contro il corpo di Trelon nel tentativo di avvicinarsi.
“È il fuoco draconico,” ansimò Trelon. Aveva sentito parlare di quell’esperienza, ma non si era mai aspettato che fosse così intensa. Avvertì un’ondata di calore di risposta crescere nel suo stesso corpo, rendendo il suo membro più duro della pietra. I suoi testicoli pulsavano di un bisogno così forte che temeva che sarebbero esplosi.
“Devo averti!” disse ferocemente.
Trelon uscì da Cara e la voltò fino a quando lei non giacque supina. Dopo essersi messo seduto, le afferrò le cosce e le allargò, bramoso del sesso umido che lo chiamava. Trelon affondò le labbra nel suo sesso, leccando e succhiando le sue pieghe gonfie. L’ondata di calore si intensificò al punto che Cara ansimava quando si protese per afferrare la testiera del letto e aggrapparvisi mentre allargava ancora di più le cosce.
“Ancora,” implorò, cercando di spingere il sesso caldo contro la faccia di Trelon.
Trelon ringhiò dal piacere mentre beveva la dolce ambrosia del desiderio di Cara. Il suo drago era altrettanto felice. Trelon ne avvertì il piacere quando si trasformò leggermente per permettere alla sua lingua di scivolare a fondo fra le calde pareti femminili di Cara. Non appena lo fece, la sentì irrigidirsi, per poi inarcarsi mentre veniva così forte da permettergli di bere dal pozzo del suo orgasmo.
Incapace di attendere ancora, Trelon risalì il corpo della femmina, allargando le gambe per separare ancora di più quelle di lei, e affondò il membro così a fondo che le sue palle premettero contro il sedere tondo di Cara. Attese che lei lo guardasse prima di dare inizio a un lungo e sensuale assalto ai suoi sensi, uscendo quasi del tutto prima di affondare profondamente.
Trelon sorrise mentre guardava i seni di Cara muoversi su e giù al ritmo dei suoi affondi, tentandolo ad attaccarsi a essi e marchiarli. Incapace di resistere, si chinò sopra di lei e la guardò sollevare i seni per spingerli verso la sua bocca. Trelon succhiò il capezzolo duro finché non sentì un’altra ondata di calore cominciare a sollevarsi nel corpo sudato di Cara. Proprio quando l’orgasmo raggiunse la vetta, lui le lasciò il capezzolo e le morse il seno proprio sopra l’areola scura, alitando quello che restava del fuoco draconico.
Il grido di Cara fu lungo e forte mentre veniva con tanta intensità che tutto divenne nero. Con riluttanza, Trelon lasciò andare il seno di Cara, leccando una singola volta il segno che aveva lasciato prima di stringersela al petto e venire nelle profondità di lei.
Respirando affannosamente, si chiese se uno di loro sarebbe sopravvissuto a quell’accoppiamento. Avvertiva già i cambiamenti nel suo corpo mentre il suo drago si avvicinava sempre di più ad avere una compagna. Era come se un milione di fili sottili si stessero intessendo fra di loro, unendoli come un solo essere.
Trelon si tirò indietro e baciò delicatamente la fronte umida di Cara. Non erano nemmeno a metà dell’accoppiamento. Si chiese se non fosse troppo per il corpicino di Cara. Perché le aveva fatto una cosa del genere? E se lei non fosse sopravvissuta? Perché era stato così egoista? Avrebbe dovuto darle il tempo di abituarsi al suo mondo, alla sua gente. Avrebbe dovuto darle una scelta invece di scegliere per lei. Trelon udì il dispiacere del suo drago a quel pensiero.
Non dovremmo pensare a noi stessi, ma a lei, insistette Trelon. Le sue necessità e i suoi desideri dovrebbero venire sempre per primi.
Mia! rispose il suo drago. Siamo noi quelli che lei dovrebbe desiderare e di cui dovrebbe avere necessità. Siamo gli unici a poterla soddisfare. Trelon stava per mettersi a discutere con il suo drago quando sentì Cara muoversi fra le sue braccia. La femmina spalancò gli occhi mentre prendeva fiato.
“Sta ricominciando,” ansimò. “Lo sento. E peggio di prima. Oddio. Non so se ce la faccio.” Cominciò a tremare mentre l’ondata le attraversava il sangue. La fronte le si imperlò di sudore e strinse i denti per non gridare. “Oddio. Fallo smettere.”
Trelon avvertì l’onda di risposta nel suo sangue quando esso reagì al richiamo della sua compagna e si allontanò da Cara. “Mettiti in ginocchio e afferra la testiera. Non mollare la presa.”
Cara si trascinò goffamente sulle ginocchia, usando la testiera per sollevare il suo corpo tremante fino a quando non fu in ginocchio, con le spalle rivolte a Trelon. Lui le si mise dietro e le disse: “Ora scendi fino a sederti sul mio uccello. Usa la testiera per aiutarti a cavalcarmi.”
Cara si abbassò fino a quando non fu praticamente seduta nel grembo di Trelon, con la schiena contro il suo petto. La posizione lo fece penetrare a fondo dentro di lei. Cara si sollevò sulla testiera, quindi lasciò che il suo peso la attirasse verso il basso, costringendo il membro di Trelon sempre più in profondità. Trelon avvolse le braccia attorno a Cara, giocando con i suoi seni mentre lei lo cavalcava, muovendosi sempre più velocemente, l’ondata che cresceva fino a quando Cara non affondò sul membro di Trelon mentre il suo corpo sussultava. Il respiro di Trelon gli si mozzò in gola alla vista delle minuscole scaglie di un bordeaux scuro e ametista che si stavano diffondendo lungo il collo e il petto di Cara.
Quando lei ricadde in avanti, appoggiando la testa sugli avambracci ancora aggrappata alla testiera, lui non riuscì a trattenere le sue dita tremanti dall’allungarsi a sfiorare la sottile ragnatela di membrane che si espandeva lungo la schiena di lei mentre le ali cominciavano a formarsi. Il drago di Trelon ruggì in preda al trionfo scorgendo la nascita della propria compagna, e Trelon l’uomo sentì le lacrime oscurargli la vista. La sua vera compagna era nata.
*.*.*
Il fuoco draconico era durato per altre due ore prima che l’ultima onda raggiungesse finalmente la vetta, lasciandoli entrambi esausti. Trelon aveva avuto a malapena la forza di trasportare la sua compagna nella stanza dell’igiene per lavare il corpo esausto di lei. Solo il desiderio di assicurarsi che lei fosse a suo agio e stesse bene lo aveva spinto. Aveva lavato Cara e l’aveva posata con delicatezza nel loro letto prima di sbloccare le porte e lasciare entrare il suo simbionte.
Voleva che il simbionte controllasse Cara per assicurarsi che la trasformazione non avesse avuto conseguenze durature. La creatura si era sfregata contro di lui mentre attraversava la porta, lasciandosi dietro nastri dorati che erano tornati a formare i bracciali e i braccialetti che Trelon era solito indossare. Doveva essere un segno del perdono da parte del simbionte.
Una volta entrato in camera da letto, il simbionte saltò sul letto e si stese sul bordo esterno, appoggiandosi alla piccola sagoma di Cara. Sottili fili d’oro cominciarono a muoversi sopra di lei. Il simbionte doveva essere contento, perché piccoli bracciali si formarono addosso a Cara, assieme a dei minuscoli orecchini, a una collana e a delle cavigliere.
Trelon abbassò lo sguardo sulla minuscola sagoma della sua compagna, persa nel grande letto. Avvertì un’esplosione di emozioni all’idea che potesse accaderle qualcosa. Le era così piccola, così delicata, che lui avrebbe dovuto tenerla nelle sue stanze e lontano dagli altri maschi, che avrebbero potuto facilmente farle del male. Il suo mondo era un luogo bellissimo, ma poteva anche essere molto pericoloso. C’erano ogni genere di creatura, con due o più zampe, che avrebbero potuto portargliela via. L’avrebbe tenuta al sicuro nei suoi alloggi, dove nulla avrebbe potuto farle del male.
Presa quella decisione, Trelon fece cenno al suo simbionte di muoversi e si mise a letto accanto a Cara, stringendola fra le sue braccia, dove sarebbe stata sempre al sicuro.