Cara si mordicchiò un’unghia mentre camminava avanti e indietro nella zona giorno. Lanciava occhiate alla zona notte ogni pochi istanti. Perché ci stavano mettendo così tanto? Cos’era successo a Trelon? Quanto tempo ci voleva per capire se la sarebbe cavata o meno?
Abby e Trisha guardarono Cara camminare avanti e indietro. Si erano sedute vicine sul divano poco dopo essere arrivati assieme a Zoran e Kelan. Abby aveva spiegato che Ariel e Carmen erano partite all’avventura con Mandra e Creon; era per quello che non erano venute anche loro. Aveva aggiunto che sperava che i fratelli si ricordassero di riportare indietro le sorelle, alla fine. Trish era scoppiata a ridere.
Avevano cercato di convincere Cara a sedersi, ma lei era troppo preoccupata per Trelon. Quando l’uomo era svenuto, si era spaventata così tanto da aver urlato. Il suo urlo aveva provocato tutta una serie di eventi.
In primo luogo, le due guardie di stanza fuori dalla porta erano corse dentro con le spade sguainate. Quando avevano trovato Trelon che giaceva immobile sul pavimento, si erano confuse. Il simbionte di Trelon, Symba, si comportava come se fosse tutto a posto. Non si era preso nemmeno la briga di alzarsi in piedi dal pavimento su cui giaceva a prendere il sole. Cara era in ginocchio che sventolava disperatamente il viso di Trelon. Lo avevano sollevato delicatamente da terra e lo avevano portato a letto, mentre chiedevano a Cara cosa fosse successo. Lei non ne aveva idea! Un attimo prima stava mangiando e parlando con Trelon, quello dopo il compagno aveva assunto uno colorito spettrale ed era caduto a terra.
Le guardie avevano chiamato un guaritore, che a sua volta aveva chiamato Zoran, impegnato in una riunione con Kelan. Entrambi erano accorsi alla stanza del fratello, ma non prima di incrociare la loro madre, Abby e Trisha, che stavano andando a trovare Cara. La madre di Trelon aveva ascoltato Cara raccontare nel dettaglio ciò che era accaduto. Aveva riso prima di seguire Zoran e Kelan nella camera da letto dove il guaritore era al lavoro su Trelon.
“Insomma, l’ha presa benissimo,” disse tranquilla Abby. Stava sorseggiando un tè caldo. “Zoran ha capito prima di me che ero incinta. Sembra convinto che avremo un maschio.”
“Meglio voi due che me,” disse Trisha prima di arrossire e spostare lo sguardo sull’altra stanza. “Voglio dire… beh… non è che io… accidenti,” disse prima di abbassare lo sguardo sulla sua bevanda, che a giudicare dall’odore era più forte del semplice tè.
Cara guardò stordita Abby per un secondo prima di lanciare un gridolino e correre ad abbracciarla. “Anche tu? Sarà divertentissimo. Potremo insegnare un sacco di cose ai bambini e sarà come se fossero cugini, perché lo sono, ma insomma, hai capito,” blaterò entusiasta Cara.
Trisha guardò Cara che saltellava e scosse finalmente la testa. “Cara, o ti siedi o resti ferma per un attimo. Mi gira la testa a cercare di seguirti.”
Cara si lasciò cadere fra Abby e Trisha. “Quindi, tu avrai un maschio e io due gemelle,” disse Cara, per poi rivolgersi a Trisha. “E tu cosa ci racconti? Kelan ti rende la vita difficile? Sai, Abby e io possiamo arrostire la gente. Hai bisogno che lo arrostiamo per te?”
Trisha rise. Il pensiero di vedere Kelan che correva per il palazzo con i pantaloni in fiamme era molto allettante. “No, credo di poterlo gestire. È solo che non andiamo d’accordo. A lui piace comandare. A me piace ignorarlo. Ciò rende la vita interessante.”
Cara saltò in piedi quando udì un forte ruggito provenire dalla zona notte. Trelon era sveglio, pensò sollevata. Aveva fatto solo qualche passo quando lo sentì gridare ai suoi fratelli di lasciarlo andare. Abby mise una mano sul braccio di Cara per impedirle di proseguire, mentre Trisha si mise leggermente di fronte a lei.
Trelon apparve sulla soglia, con un aspetto straordinariamente bello, ma estremamente in disordine. Cara adorava il modo in cui i suoi muscoli si fletterono mentre lottava contro i suoi fratelli e i capelli che gli ricadevano in disordine attorno alle spalle. Pensò che non avrebbe mai più dovuto indossare una camicia.
All’improvviso, ebbe un’ottima idea! Lui potrà indossare solo i pantaloni e io indosserò solo le sue camicie. In questo modo, sporcheremo un solo completo al giorno. Con due gemelle in arrivo, ci eviteremo di fare un sacco di bucato. Anche se, pensò accigliata, non faccio il bucato da quando sono arrivata qui. Solo quando notò che tutti la stavano guardando in maniera buffa si rese conto di aver parlato ad alta voce.
Cara guardò gli altri e fece spallucce. “Beh, sono cose a cui bisogna pensare quando si mette su famiglia,” disse rivolta a nessuno in particolare.
Trelon parve vacillare nuovamente nel sentir menzionare le gemelle. “Fuori! Tutti fuori. Subito.”
Trelon non distolse mai lo sguardo da Cara. Fece per allontanarsi, ma lui fece un passo avanti, quindi si fermò, rimanendo rigido. “Tu no, Cara,” mormorò.
Morian apparve da dietro le spalle di Trelon, lanciandogli un’occhiata nefasta prima di raggiungere Cara. Trisha si fece da parte mentre Morian si chinava vicino a Cara e la stringeva in un forte abbraccio per poi mormorarle nell’orecchio. Cara sorrise di fronte all'occhiolino che le rivolse la sua nuova “mamma”.
Abby emise un basso mormorio di protesta quando Zoran la circondò con un braccio e cominciò a trascinarla verso la porta. Trisha inarcò un sopracciglio a Kelan che venne ad afferrarle un braccio. Kelan alzò le braccia in aria imprecando prima di chinarsi e sollevarla da terra, ignorando il suo grido acuto di protesta.
L’ultimo ad andarsene fu il guaritore, che si schiarì la voce diverse volte prima di chiedere frettolosamente a Cara di andare a trovarlo il prima possibile perché la visitasse. Una volta che tutti se ne furono andati, Cara si ritrovò a indietreggiare alla vista dello sguardo negli occhi di Trelon.
“Stai buono, tu,” gli disse, sollevando una mano per allontanarlo. “Vuoi dirmi che sei svenuto perché sono incinta?”
“Non sono svenuto,” rispose Trelon, arrossendo leggermente. “Ho subito uno shock che ha richiesto una decompressione.”
Cara inarcò un sopracciglio. “Davvero? Sulla Terra, lo chiamiamo ‘svenire,’” disse con un guizzo alle labbra.
Trelon si incamminò verso Cara. Dopo essersi messo di fronte a lei, cadde improvvisamente in ginocchio. Cara lo guardò in silenzio sbottonarle lentamente la camicia che indossava.
“Cosa fai?” chiese sottovoce Cara.
“Voglio vedere mia figlia… le mie figlie,” rispose Trelon con voce roca.
Posò delicatamente i palmi contro il ventre piatto di Cara e chiuse gli occhi. Si rivolse al simbionte che aveva ai polsi, sentendo che si allargava a ventaglio sul ventre di Cara, unendo lei e Trelon. Lui si concentrò dentro di sé fino a quando non riuscì a vedere due minuscole scintille che brillavano forti nel grembo di Cara. Si protese e le sfiorò. La reazione che ricevette lo fece ritrarre di scatto.
“Sono femmine,” disse con voce tremante, come se se ne fosse reso conto solo in quel momento. Sollevò lo sguardo su Cara con le lacrime agli occhi. “Mi hai dato due bellissime femmine.”
“Non sei arrabbiato, vero? Perché sono femmine? Voglio dire, so che la maggior parte degli uomini preferisce avere un maschio, prima,” chiese con ansia Cara.
Trelon scosse la testa e si alzò. Sollevò Cara fra le braccia. “In un solo giorno, ho riavuto l’amore della mia vita, la mia vera compagna, e ho ricevuto il raro dono non di una sola figlia, ma di due. Forse non ho fatto incazzare davvero le divinità, perché esse mi hanno donato una grande fortuna.”
Cara trasse un respiro profondo. Chi avrebbe mai detto che quel bestione si sarebbe rivelato così romantico! Lanciò un improvviso gridolino di gioia quando Trelon la fece voltare le sue braccia, urlando che sarebbe stato il miglior padre che qualunque bambina avesse mai avuto. La risata colmò il cuore di Cara, che prima aveva avuto una grande paura del mondo che la circondava.
Ora sapeva che, fino a quando avesse avuto Trelon, avrebbe potuto conquistare qualunque mondo, anche quello nuovo e bizzarro in cui un drago e un simbionte dorato vivevano come un solo essere con l’uomo che amava.
*.*.*
Due settimane più tardi, Cara stava pensando di uccidere l’uomo che amava, assieme al drago e al simbionte. La stavano facendo uscire di testa. Se sfuggiva all’uno, l’altro la trovava. Trelon trovò la sua scorta di attrezzi nel comodino dopo la seconda volta che lei forzò le serrature delle catene che le aveva messo.
Naturalmente, ciò era accaduto dopo che lui l’aveva sorpresa mentre volava sopra l’oceano, schivando le onde. Cara gli aveva spiegato che era un po’ come fare surf, solo che l’obiettivo era tenersi vicino alle onde senza toccarle. Era stato per puro caso che Trelon l’avesse raggiunta dopo che un’onda particolarmente grossa aveva colto alla sprovvista il suo drago e lei era finita sott’acqua. Trelon l’aveva tirata fuori che tossiva e sputacchiava acqua di mare. Lei gli aveva fatto notare che non si sarebbe strozzata se lui non l’avesse colta alla sprovvista tirandola fuori dall’acqua quando lei non se l’aspettava.
Poi, Trelon si era infuriato perché lei era uscita furtivamente con Abby e Trish ed era andata con loro al mercato. Stava insegnando ai bambini a giocare a basket. Aveva appena fatto una schiacciata con l’aiuto di uno dei ragazzi più grandi.
Sfortunatamente, i ragazzi avevano pensato che fosse divertente lasciare la ragazza bassa appesa al canestro improvvisato. Cara stava per implorare l’aiuto di Symba quando aveva sentito un paio di enormi mani afferrarla attorno alla vita. Tutto ciò che aveva udito mentre guardava dietro le spalle di Trelon erano i ragazzi che si lamentavano di aver perso la loro allenatrice e Trish ed Abby che ridevano.
*.*.*
“Eddai, Trelon! Non mi lasci fare niente!” protestò Cara più tardi. “Almeno lasciami stare con Abby mentre tu sei in riunione.”
“In che senso?” chiese sospettoso Trelon.
Era esausto! Stava facendo del suo meglio per prevenire le bravate di Cara e sembrava che non riuscisse a prevedere un bel niente, perché lei spariva prima ancora che lui se ne accorgesse!
Gli unici momenti in cui riusciva a braccarla erano quelli in cui lei stava male nell’unità igienizzante. E anche allora, lei cercava di buttarlo fuori. Quando lui non se ne andava, lei gli rivolgeva tutti i nuovi insulti che aveva imparato da quando era venuta su Valdier, oltre ad alcune offese terrestri per conoscere significato delle quali lui aveva dovuto rivolgersi a Trisha. Dopo aver scoperto il significato di alcune di quelle parole, aveva smesso di chiedere ed era arrivato alla conclusione che a volte era meglio non sapere. Il suo simbionte non era in condizioni molto migliori e il suo drago non faceva altro che ricordargli che avrebbe dovuto sculacciare la loro compagna quando ne aveva avuto la possibilità. Trelon stava prendendo seriamente in considerazione l’idea di chiedere a sua madre di tenere d’occhio Cara per qualche ora in modo che potesse recuperare il sonno perduto.
“Faremo un elenco di tutte le cose di cui pensiamo di avere bisogno per le bambine. Staremo negli alloggi suoi e di Zoran,” disse Cara in tono esasperato.
“Solo negli alloggi di Zoran? E basta?” chiese insospettito Trelon.
“E basta, te lo prometto,” disse Cara. Incrociò le dita dietro la schiena. Non aveva intenzione di andare da qualche altra parte, ma non si poteva mai sapere.
“Ti accompagnerò io e verrò a prenderti. La riunione non dovrebbe durare molto. Stavo pensando che sarebbe piacevole volare fino alle scogliere e guardare il tramonto. Magari potremmo portarci qualcosa da mangiare e cenare sotto le stelle,” disse titubante Trelon. Sapeva di essere troppo protettivo, negli ultimi tempi, ma era davvero preoccupato dopo aver quasi perso Cara non una volta sola, ma due. Il pensiero di perdere lei e le loro preziose figlie era inimmaginabile.
Cara sorrise e annuì. Sapeva quando ritirarsi. Si rendeva conto che Trelon era solo iperprotettivo. Probabilmente, lei ne aveva bisogno. Per quante volte gli dicesse di andarsene quando lei era impegnata a vomitare, lui non lo faceva mai. Si inginocchiava accanto a lei e premeva un panno freddo e umido sulla sua fronte e il suo collo. Una volta che Cara aveva finito, la aiutava ad alzarsi e la sorreggeva mentre lei si lavava i denti prima di portarla a letto o nella zona giorno, dove la metteva a sedere sul divano mentre preparava una bevanda rilassante. Symba veniva a raggomitolarsi accanto a lei. Sfortunatamente, persino un simbionte era impotente contro gli effetti della nausea mattutina. Sembrava che nessuno riuscisse a venirne a capo.
“Suona benissimo,” disse Cara, prendendo con sé il suo piccolo borsone. “Abby ha fatto venire la sarta per prenderle le misure. Sembrerebbe che tutte e due stiamo prendendo peso più in fretta del previsto.”
Trelon le sorrise con affetto. “Mi piaci rotonda.”
Cara si limitò a levare gli occhi al cielo e scuotere la testa. Non intendeva fare commenti. Nel giro di qualche mese, altro che rotonda! Avrebbe avuto l’aspetto di un pallone con le gambe.
“Forza, Romeo. Portami da Abby, così potrai andare alla riunione,” rispose Cara mentre usciva dalla porta.