Abby stava ridendo per alcuni dei progetti di nursery di cui le stava parlando Cara quando furono interrotte da un bussare alla porta. Abby andò a rispondere. Proprio mentre apriva la porta, essa sventolò con forza sufficiente da gettarla a terra.
Cara gridò e corse da Abby, ma fu fermata quando N’tasha e quattro uomini armati pesantemente entrarono di corsa. Altri due uomini trascinarono dentro i corpi senza vita delle guardie di Abby. Abby stava gattonando all’indietro rispetto agli intrusi, cercando di sfuggire loro. Uno degli uomini si chinò e la afferrò per un braccio, sollevandola e stringendola a sé.
Cara si voltò mentre uno degli altri uomini correva verso di lei e allungò una gamba, facendolo scivolare di testa contro il tavolino e facendo precipitare entrambi a terra. Se la stava prendendo con un altro uomo quando udì la minaccia di N’tasha.
“Continua a lottare e lei morirà,” disse freddamente N’tasha.
Cara si raddrizzò lentamente, cercando di sfuggire alle mani che le afferravano le braccia. Uno degli uomini si stringeva Abby al petto e le puntava un coltello alla gola. Cara spostò lo sguardo al punto in cui Symba e Goldie erano accovacciate, sibilando e ringhiando.
“Dite loro di farsi da parte o farò in modo che sia impossibile guarirla. Le mozzerò la testa se muoveranno anche solo un filo d’oro,” disse N’tasha, guardando prima Cara e poi Abby.
Abby annuì leggermente, sussultando quando la lama le penetrò nella pelle, facendo uscire una sottile linea di sangue. “Goldie,” bisbigliò con voce roca. “Non muoverti, piccola. Fai quello che dice lei.”
Gli occhi di Cara brillarono ferocemente. “Symba, a cuccia. Andrà tutto bene.” Cara avvertiva la rabbia di Symba al pensiero che lei fosse in pericolo. Goldie e Symba stavano assumendo una varietà di colori e piccoli aculei si rizzavano e si abbassavano sui loro corpi dorati mentre erano preda di una furia silenziosa contro la minaccia alle loro compagne. Cara inviò a Symba un’immagine, sperando che il simbionte capisse. Immaginò i piccoli draghi che guidavano Trelon da lei. Inviò l’immagine ripetutamente, fino a quando non si sentì percorrere dal calore di Symba, a indicare che il simbionte aveva capito.
I bracciali sottili si spostarono leggermente, fino a infilarsi sotto i vestiti e attorno alla vita. Per fortuna, Cara indossava una delle lunghe camicie di Trelon. Abby indossava una tunica senza maniche e i suoi bracciali erano chiaramente visibili.
“Dite al simbionte che avete addosso di tornare al simbionte madre. Subito!” ruggì N’tasha, rivolta a entrambe.
Abby guardò con angoscia Cara. Sussultò quando sentì il coltello morderle di nuovo la gola. “D’accordo, d’accordo. Li manderò via.”
Cara guardò il sangue inzuppare lentamente il davanti della tunica di Abby. Il simbionte attorno al collo della donna scivolò sopra le ferite, guarendole prima di trasformarsi in piccoli uccelli e volare da Goldie, dove fu assorbito. Goldie ringhiò e digrignò i denti, ma non si mosse.
Cara guardò N’tasha prima di dire al piccolo simbionte dorato che le penzolava dalle orecchie di andare da Symba. “È tutto quello che avevo,” mentì, sollevando freddamente i polsi nudi.
“Sarà meglio per te, o ti farò spogliare dagli uomini per averne la certezza,” disse N’tasha con un sorriso colmo di odio.
“Cosa vuoi fare?” chiese furibonda Cara. Quella era la stronza che aveva scopato Trelon, per cui, per quanto la riguardava, non meritava pietà. “Perché ti comporti così?”
N’tasha accennò con il capo alle due donne. “Legatele e imbavagliatele. Le porteremo con noi. Abbiamo già catturato l’altra. Se non altro, con queste due e l’altra, riusciremo a sferrare un colpo mortale alla casa reale.”
N’tasha si voltò con un sorriso crudele e guardò Cara. “Vedi, avrei dovuto essere io la compagna di Trelon. Se tu non fossi arrivata, lo sarei diventata. Me lo sono lavorato per un anno, cercando di guadagnare la sua fiducia quanto bastava per saperne di più dei loro progetti.”
Accennò con il capo a Symba. “Solo che quella creatura mi ha odiata a vista. Se non altro, il suo drago mi tollerava a sufficienza da lasciare che lui mi scopasse. Ma il suo simbionte non mi lasciava avvicinare. Pensavo di essermi insinuata nei suoi affetti a sufficienza da spingerlo a ignorarlo, ma poi lui ha trovato te, la sua vera compagna.”
N’tasha rivolse un brusco cenno del capo agli uomini. “Portatela via. Taglierò la gola della nanerottola e la lascerò a Trelon una volta che il nostro vero re avrà finito con lei.”
N’tasha si voltò e si diresse verso la porta. Essa si aprì prima che lei la raggiungesse. Sulla soglia comparvero la sarta e due delle sue giovani aiutanti. Lo sguardo della donna passò rapidamente dalle guardie morte alle sue due signore legate e imbavagliate.
Mentre N’tasha correva verso la porta, la sarta gridò e le lanciò contro il cesto da cucito. Le due giovani aiutanti avevano già iniziato a correre lungo il corridoio, gridando per chiamare le guardie. N’tasha sferrò un manrovescio, colpendo violentemente la sarta a una tempia e facendole perdere conoscenza.
“Forza!” gridò N’tasha.
Stava già correndo lungo il corridoio preceduta da due uomini, seguita dall’uomo che trasportava Cara e da quello che trasportava Abby. Symba e Goldie si scagliarono contro i due uomini che avevano trascinato le guardie morte. I due non furono abbastanza veloci da uscire dalla porta. Cara vide soltanto uno spruzzo di sangue sul pavimento e trattenne un’ondata di nausea mentre veniva buttata di peso sulla spalla di un uomo robusto. Sapeva che anche Abby era nelle stesse condizioni, a giudicare dall'affanno con cui respirava col naso. Cara sapeva che probabilmente avrebbe potuto ordinare al simbionte sotto la sua camicia di fare danni sufficienti in modo che l’uomo che la trasportava la lasciasse andare, ma non intendeva andarsene senza Abby.
La sua mente prese a correre all’impazzata mentre un’idea dopo l’altra la attraversava, assieme alle diverse possibilità. C’erano solo quattro uomini e N’tasha. Cara non era troppo preoccupata da N’tasha, perché se si fosse arrivati a uno scontro fra di loro, N’tasha poteva anche essere più grossa, ma Cara era più cattiva. Aveva più motivi per vivere di N’tasha e aveva tanta, tanta voglia di arrostire quella stronza per cena.
Cara udì le grida di altre guardie in risposta alla richiesta d’aiuto delle due giovani aiutanti. Ormai, erano fuori nel giardino dove lei e Trelon avevano trascorso il mese in cui lei si era perduta. All’improvviso, due guardie apparvero di fronte all’uomo che trasportava Abby, separandolo dal resto del gruppo. L’uomo non riuscì a cambiare direzione abbastanza velocemente da evitarle.
Da sopra la spalla dell’altro uomo, Cara guardò una delle guardie afferrare Abby per la vita, portandola al sicuro mentre l’altra colpiva con la spada al ventre l’uomo che l’aveva trattenuta. L’uomo cadde a terra. Cara sollevò di scatto lo sguardo in tempo per vedere Trelon, Zoran e Kelan che correvano a gran velocità lungo il sentiero. Udì vagamente N’tasha dire qualcosa e il ruggito dei tre uomini prima di lasciar ricadere la testa. Si rese conto di essere in guai grossi quando avvertì il formicolio familiare del teletrasporto che la portò via da Trelon.
*.*.*
“No!” ruggì Trelon, fissando con orrore il vuoto dove Cara si trovava fino a pochi istanti prima.
Il suo cuore batteva così forte che temeva che sarebbe esploso. Osservò terrorizzato mentre Cara veniva trasportata lontano dal giardino. Evocò Symba, che corse fuori dal palazzo a gran velocità, ruggendo e ringhiando a qualunque cosa si frapponesse sulla sua strada. Si fermò scivolando e rimase immobile per un istante prima di brillare e cambiare forma. Sotto lo sguardo di Trelon, Symba aumentò le proprie dimensioni, trasformandosi in un caccia slanciato.
Trelon corse in avanti e saltò nell’apertura che Symba aveva lasciato per lui. “Vai!” disse con urgenza. “Vai da lei.”
Decollarono e presero rapidamente quota, risalendo a gran velocità. Symba cambiò direzione diverse volte prima di accelerare repentinamente e lasciare l’orbita di Valdier. L’oscurità dello spazio le avvolse mentre Symba seguiva i deboli segnali del simbionte addosso a Cara.
Trelon aprì un canale di comunicazione con i suoi fratelli. “Sappiamo qualcosa?”
L’immagine di Kelan apparve sullo schermo che si formò davanti a Trelon. Sembrava molto pallido. “Una nave schermata è apparsa sui nostri schermi qualche istante fa. Hanno dovuto disattivare la schermatura per usare il teletrasporto. È stata N’tasha, Trelon. Abby dice che N’tasha e sei uomini hanno ucciso due delle sue guardie prima di prenderli in ostaggio. Symba e Goldie hanno ucciso due uomini negli alloggi di Zoran e le guardie sono riuscite a uccidere quello che aveva intrappolato Abby. Lei sta bene.” Kelan evitò di menzionare che Zoran era uscito di testa alla vista del sangue che macchiava la tunica di Abby. C’era voluto un po’ per calmarlo a sufficienza perché si rendesse conto che, per il resto, la sua compagna era illesa.
“Stando a quanto dice Abby, hanno catturato anche Trisha, oltre a Cara,” disse Kelan. “Abby dice che N’tasha ha intenzione di tagliare la gola di Cara non appena il ‘vero re’ avrà finito con lei. Dice che N’tasha vuole lasciare Cara dove tu potrai trovarla. Non sa altro riguardo a Trisha. N’tasha non ha detto dove è stata portata.”
Trelon impallidì e imprecò. “Cara deve avere addosso una parte del simbionte di Symba, dato che lei sembra saper dove andare. Li troverò, Kelan.”
“Io sto partendo. La V’ager è pronta. Tienimi aggiornato in modo che possiamo ritrovarci,” disse Kelan. I suoi occhi lampeggiarono di rabbia all’idea che Trisha fosse tenuta prigioniera.
“Lo farò. Passo e chiudo.” Trelon conosceva il dolore che provava suo fratello. N’tasha aveva firmato la propria condanna a morte quando aveva minacciato le loro compagne.