“Credi che sia sicuro che vada da solo?” chiese preoccupata Cara. “Forse saremmo dovuti andare con lui.”
Trelon le baciò una spalla nuda. “Non ci sarebbe nessun ‘noi.’ Io e Kelan abbiamo discusso a lungo e abbiamo deciso che questo era il modo migliore per garantire la sicurezza di Trisha. Un’altra nave da guerra, o la navetta che trasporta Trisha, possono individuare una nave più grande in avvicinamento,” disse Trelon, cercando di far stendere nuovamente Cara sulle coperte del letto della sua cabina a bordo della V’ager.
“Ma, e se…” Le parole di Cara morirono quando Trelon premette le labbra contro le sue.
Discutevano da un’ora sulla necessità o meno di dare appoggio a Kelan. L’informazione data loro da Dantor era stata confermata dai rapporti interni che avevano recuperato dalla nave da guerra. Dantor aveva detto il vero.
I diari personali di N’tasha avevano rivelato loro la posizione di alcune delle basi nascoste di Raffvin. Dulce aveva assunto il comando della nave da guerra e, assieme a un gruppo selezionato di guerrieri valdier e ai trenta uomini che facevano parte dell’equipaggio originario, era diretto verso una base mineraria dove sembrava che fossero trattenute le famiglie degli uomini.
Kelan aveva preso con sé il suo simbionte e stava cercando Trisha. Era diretto verso la piccola luna vicino a Quitax. Si trattava di una luna densamente boscosa, che ospitava un’ampia varietà di creature. Era più probabile che Kelan trovasse e salvasse Trisha viaggiando da solo. Stando alle registrazioni, la piccola nave che aveva catturato la donna ospitava solo cinque uomini. Kelan, il suo drago e il suo simbionte erano decisamente in grado di affrontarli, soprattutto considerato il terreno avverso.
In quel momento, Trelon era più preoccupato per la sua compagna. C’erano volute ore per risolvere tutto e Cara aveva trascorso la maggior parte del tempo avviluppata attorno a lui. Trelon era stato colto dal terrore quando aveva aperto la porta dello sgabuzzino, sapendo che lei non amava gli spazi chiusi e ristretti. Il drago di Cara aveva raccontato nel dettaglio il terrore che la femmina aveva provato nel periodo trascorso dentro la montagna. Trelon aveva temuto ciò che avrebbe trovato quando aveva scoperto che la femmina si era nascosta in un piccolo spazio ristretto vicino all’hangar.
Cara gemette al contatto con la bocca di Trelon che scese lungo la sua gola fino al segno sul collo. Inclinò la testa di lato per consentirgli un accesso migliore. Cara ondeggiava contro Trelon, vogliosa quando sentì i denti di lui grattarle il collo prima una volta e poi due, mordendola in seguito all’improvviso e alitandole fuoco draconico dentro.
Le sue grida riecheggiarono per la stanza mentre si inarcava sotto il corpo massiccio di Trelon, ansimando al fuoco che le faceva ribollire il sangue. Trelon adorava i suoni che lei emetteva quando facevano l’amore. Trelon si ritrasse piano, leccando il punto che aveva morso delicatamente. Il piccolo simbionte dorato attorno al collo di Cara si spostò per finire di guarire il punto non appena Trelon fece scendere le labbra lungo la spalla di Cara.
“Trelon, l’hai fatto apposta!” ansimò Cara mentre le ondate di desiderio create dal fuoco del drago cominciavano a scorrere in lei. “Questa me la paghi!”
Trelon ridacchiò di fronte all’ondata che gli attraversò il corpo alla vista della sua compagna tanto eccitata. “Voglio che tu ti concentri su di me, non su Kelan, Trisha o qualcun altro. Ora amami, suma mi mador.”
Cara si lasciò andare con trasporto alle ondate di calore. Afferrò la testa di Trelon e se la portò al seno, schiudendo le gambe al tocco cercatore di lui.
“Sei bollente e fradicia,” ringhiò Trelon facendo dentro e fuori con le dita dal suo sesso. “Voglio leccartela.”
“Anch’io, ma c’è un’altra fantasia che vorrei realizzare,” disse Cara con un sorriso sbarazzino.
Trelon inarcò un sopracciglio e si accigliò. “Quale fantasia?” chiese con prudenza.
“Oh, solo questa,” disse Cara prima di fischiare rumorosamente.
Symba entrò al galoppo nella stanza, dirigendosi direttamente verso un Trelon colto alla sprovvista. Lo colpì con forza sufficiente a farlo cadere da Cara e di schiena sul grande letto. Prima che lui avesse la possibilità di muoversi, Symba aveva formato lunghe catene dorate attorno ai polsi e alle caviglie di Trelon, allargandolo sul letto. Cara ridacchiò dell’espressione sbalordita di Trelon. Gattonando sopra di lui, Cara rivolse a Symba un sorriso di ringraziamento mentre il simbionte scendeva dal letto e trotterellava nell’altra stanza, lasciandosi alle spalle solo le sottili catene dorate.
“Dicevamo che me la devi pagare,” mormorò Cara mentre si sedeva sopra Trelon.
Chinandosi, gli sfiorò il petto con i seni mentre gli leccava il collo due volte prima di mordere e alitare a sua volta fuoco draconico nel suo compagno. Trelon ruggì nel sentire il fuoco della sua femmina scorrere in lui. Strattonò le catene dorate che lo trattenevano, ma esse si rifiutarono di mollare la presa.
“Lasciami andare, Cara!” sbraitò Trelon, la voce profonda e arrochita dal desiderio suo e del drago.
“Assolutamente no,” disse Cara mentre si tirava indietro per guardarlo. “Ti ho catturato. Sei tutto mio, suma mi mador. Tutto mio,” bisbigliò prima di dimostrare quanto bello era essere tenuti prigionieri.