“Tutti in piedi per l’onorevole Giudice Tineman,” esclamò l’ufficiale giudiziario con una voce profonda e tonante che riecheggiò nell’aula di tribunale quasi vuota. Le cinque persone presenti nella stanzetta che fungeva da aula di Tinville, Tennessee, si alzarono quando un uomo piuttosto anziano entrò nella stanza infilandosi una tonaca scura sopra i jeans e la maglietta.
Dopo che il giudice si fu seduto all’enorme cattedra, tirò fuori un paio di occhiali da lettura e abbassò lo sguardo sui documenti che aveva di fronte. “Qual è il primo caso, Bill?” chiese a denti stretti al procuratore, che proprio come lui viaggiava da una contea all’altra per le comunità più povere. Era una danza che facevano ormai da vent’anni.
“Il caso 101-203: la città di Tinville contro Cara Jean Truman,” rispose la vocetta acuta del procuratore.
Il giudice Tineman sollevò di scatto la testa e il suo sguardo percorse rapidamente la stanza. Una leggera schiarita di voce attirò la sua attenzione sulla sagoma minuscola in piedi accanto a una donna ben vestita sulla quarantina. Il giudice chiuse gli occhi per un momento quando vide che la bambina lo stava salutando.
Un enorme sorriso illuminò il volto della bambina che esclamò: “Ciao, zio Wilfred!”
Wilfred Randall Tineman gemette nel fissare la sua figlioccia di nove anni. Abbassato nuovamente lo sguardo sui documenti, vide che l’avevano fermata per aver violato il limite di velocità lungo la Main Street… a bordo di un trattorino tosaerba. Il che non sarebbe stato poi così terribile, se la bambina non avesse truccato il motore e non fosse stata sorpresa mentre viaggiava a ottanta chilometri all’ora in una zona dove il limite era di quaranta.
Non era la prima volta che il giudice vedeva la sua figlioccia in tribunale e aveva la brutta sensazione che non sarebbe stata l’ultima. Chiuse gli occhi mentre traeva un respiro profondo e ricordava la promessa che aveva fatto alla madre scomparsa di Cara. Aveva promesso di aiutare il padre della bambina, James, in qualunque modo possibile, per assicurarsi che Cara crescesse in una casa sicura e felice.
Wilfred si schiarì la voce e spostò lo sguardo su Bill, che stava cercando di fingersi morto. Poi, lanciò un’occhiata severa a Cara. “Ciao, tesoro. Ti va di dirmi come diavolo ti è saltato in mente di guidare a ottanta chilometri all’ora?”