Epilogo
Soltanto la mattina seguente Ivan Kiergine poté leggere la lettera che De Vincenzi gli consegnò.
Essa era breve.
«Perdonatemi. Dimenticatemi. Tornate a Düsseldorf». Lui la tese al commissario, che lo fissò.
– A Düsseldorf c’è mia madre – mormorò il russo. De Vincenzi non doveva saper mai più nulla di lui.