La discussione replicò quella che Ruth e Beautyman ebbero riguardo il caso di Julie Diamond, eccetto per il fatto che Beautyman si arrese presto. Carson attese pazientemente, mangiò la sua casseruola e finalmente Beautyman gli si sedette di fronte.
“Fammela scaldare di nuovo,” disse Ruth, prendendo la casseruola di Beautyman e mettendola nel microonde.
“Com’era?” chiese Beautyman, guardando il piatto vuoto di Carson.
“Ne prenderei volentieri un altro piatto se possibile, Mrs. Beautyman.”
Ruth prese il suo piatto, raggiante.
“Hai detto di aver bisogno di aiuto?” chiese Beautyman, cambiando discorso.
“Sì, esatto. Tua madre ti ha detto niente riguardo ciò che faccio?”
“Se me ne ha parlato non stavo ascoltando.”
“Puoi esserne certo,” aggiunse Ruth.
“Lavoro come sviluppatore di energia. Principalmente costruisco dighe e impianti per pompe di stoccaggio, ma di recente sto iniziando ad espandere la mia attività.”
“Pompe di stoccaggio?”
“L’acqua convogliata da una diga cade sopra delle turbine che la trasformano in elettricità, ok? Bene, grazie alle pompe di stoccaggio recuperi l’acqua che non finisce nelle turbine e la riporti in cima durante la notte, quando l’elettricità costa meno, e di giorno la rilasci nuovamente nelle turbine.”
“Ma riportare l’acqua in alto non comporta l’uso di energia?”
“Certo, ma è un’energia a basso costo, visto che in pochi la utilizzano di notte. Mentre durante la giornata, quando la gente la utilizza maggiormente, l’energia viene rilasciata. In termini di costo per megawatt è molto efficace, e fa sì che non si debba produrre più energia nei periodi di maggiore consumo.”
“E ora stai espandendo la tua attività?”
“Stiamo aggiungendo impianti eolici nei pressi delle dighe e delle pompe. I circuiti di trasmissione sono già stati realizzati e le turbine eoliche hanno solo bisogno di un po’ di elettricità per essere avviate, quindi è molto comodo avere una diga nelle vicinanze.”
“Le pale eoliche hanno bisogno di elettricità? chiese Ruth, mettendo due piatti di tonno in casseruola sul tavolo.
“E’ bene che siano già in leggera rotazione prima che il vento le spinga. Quindi devi usare di un po’ di elettricità per avviarle e aspettare che il vento arrivi,” rispose Carson, prima di concentrarsi sulla sua casseruola.
Beautyman prese un paio di bocconi e i due mangiarono in silenzio per qualche attimo. Ruth sedeva al tavolo con un piccolo piatto di casseruola e una tazza di tè.
“Quindi stai aggiungendo pale eoliche nei pressi di ogni diga?” chiese Beautyman, interpellando nuovamente Carson.
“Dove conviene sì, ma quando ho parlato di espansione, mi riferivo anche ad alcune ricerche sulle batterie a stato solido.”
“Batterie?”
“Riteniamo di avere alcune strategie per sviluppare una nuova tipologia di batterie per le auto elettriche, che potrebbero durare quattro volte in più di quelle attualmente utilizzate.
“Questa tipologia di batterie potrebbe fruttare molto.”
“Sì, se riusciamo a farle funzionare.”
“Quindi qual è il problema?”
“Credo che uno dei miei ingegneri stia inviando le nostre ricerche ad un’altra compagnia.”
Carson proseguì descrivendo tutte le precauzioni adottate per salvaguardare i dati riguardanti le ricerche, e di come si fosse accorto di alcuni comunicati della concorrenza che parlavano di ‘svolta’, appena due mesi dopo che il suo team aveva raggiunto la medesima svolta.
“E’ stato lui a realizzare il sistema di sicurezza, quindi se c’è un modo di far uscire dei dati, lui ne è a conoscenza,” concluse Matt. “Ma se è innocente non voglio che sappia che ho dubitato di lui. E’ con me fin dall’inizio.”
“Avete dei sistemi di videosorveglianza?”
“Sì, ma le registrazioni non mostrano niente al riguardo.”
“Avete un sistema di monitoraggio sulle attività dei computer?”
“Sì lo abbiamo, ma è stato lui ad impostarlo. Spesso pranza nella sua postazione. Il sistema di monitoraggio rivela che in quei momenti gioca a solitario o a qualche sparatutto. Ma inizio a credere che abbia manomesso il sistema.”
Beautyman annuì. “Potrebbe aver mandato in esecuzione uno script. Proviamo a partire da qui. Avanti di sotto!”
“Arthur è un mago del computer,” disse Ruth appena Beautyman e Carson si alzarono da tavola. “Una volta ho cancellato le mie memorie e lui è riuscito a ripristinarle.”
“Ha cancellato per sbaglio il primo capitolo e da quel giorno sto eseguendo un back-up sul suo computer,” disse Beautyman a Carson, mentre scendevano le scale per la cantina. “Non farci caso. E’ ancora sorpresa che stia funzionando.”
Beautyman premette un interruttore e due lampadine nude presero ad illuminare la stanza. Osservò attentamente la cantina come se la guardasse con gli occhi di Matt Carson. Una coppia di letti con le lenzuola ammucchiate su di un lato, un tavolino malmesso sistemato fra un televisore e un vecchio divano, e una postazione computer che riempiva l’altro lato della stanza. Le pareti erano formate dal cemento grezzo delle fondazioni da due lati, e dall’altro da alcuni pilastri di ferro di un muro mai completato, che separavano l’angolo di Beautyman da lavatrice e asciugatrice.
“Sono improvvisamente imbarazzato dal fatto di averti portato quaggiù.”
“La mia stanza è molto peggio di questa e non ho nemmeno la scusa che sia una cantina,” disse Carson, agitando le braccia mentre sprofondava nel divano. “Lo ricevi il canale di ESPN?”
“Um, sì,” rispose Beautyman, porgendogli il telecomando. “Senti, apprezzo il fatto che tu abbia aiutato mia madre con quelle scartoffie. E mi dispiace che tu abbia dovuto assistere alla nostra discussione. Non è che volessi aiutare...”
“Non importa. Ti ho appena messo in affari con tua madre. Non puoi certo essermi troppo debitore,” disse Carson ridendo. Trovò il canale di ESPN e i suoni di una partita di basket riempirono la stanza.
“Grazie davvero per averla aiutata. Mi sto rendendo conto che questa attività significa molto per lei.”
“Non c’è problema. Inoltre, mia figlia è tornata da sua madre ieri sera dopo essere stata in città per una settimana. Ogni volta che se ne va faccio qualsiasi cosa per tenermi occupato, altrimenti non riesco a non pensarci. Tu hai figli?”
Beautyman scosse il capo.
“Sono rumorosi, questo è certo. E impiego un giorno intero per abituarmi ad averla in casa. Ma quando se ne va la casa sembra vuota e ho solo voglia di uscire.”
“Quanti anni ha?”
“E’ all’ultimo anno di liceo. E’ fantastica e a nessuno di noi due importa molto di sua madre. Ma Joanne ha ottenuto la custodia e lei ora è a Chicago, quindi non c’è molto che io possa fare. Avresti per caso...scusa se sono così diretto, so di averti appena conosciuto, ma avresti del...” gli occhi di Carson si spalancarono e sporse la testa in avanti.
“Del...?”
“Beh sai...dell’erba o cose del genere?”
“Oh! Oh no. Mi dispiace, Matt...ti dispiace se ti chiamo Matt?”
“Ti ho solo chiesto se hai dell’erba, chiamami come vuoi. Hai qualche birra là dentro?” chiese alzando una gamba e puntando il piede verso un mini-frigo vicino alla TV.
Beautyman prese due lattine e ne porse una a Matt.
“Grazie.”
“Non sono molti quelli che mi avrebbero chiesto dell’erba. Avrebbero avuto paura che li sbattessi dentro o cose del genere.”
“Ma non sei più uno sbirro, giusto?”
“No. Ma è difficile farci l’abitudine. Almeno credo.”
“Da quant’è che vivi qui?”
“Sei mesi. Mi sono trasferito qui da Los Angeles,” disse Beautyman, sedendosi al lato opposto del divano rispetto a Matt.
“Come te la cavi con il freddo?”
“Il clima è sempre così rigido?”
Matt rise. “Fratello, è appena la settimana prima del Ringraziamento. Non hai ancora visto niente.”
“Dimmi qualcosa di te.”
“Nato e cresciuto in città.”
“Scusami se te lo dico, ma non sembri esattamente il tipo che si occupa dello sviluppo di dighe e batterie.”
Matt fece spallucce. “Ho studiato ingegneria all’università, ma mi sono ritirato un semestre prima di laurearmi. Sono come impazzito e me ne sono andato. Ho passato un anno nei caraibi, steso sulle spiagge o a nuotare nella barriera corallina. Quando mi sono stancato sono tornato a casa. Per un periodo ho fatto ogni tipo di lavoro, finché non mi sono imbattuto in quello delle dighe. E’ noto che i subacquei con conoscenze da ingegneri hanno ottime competenze per diventare ispettori di dighe.
“Dici sul serio?”
“Chi lo sa. Comunque sono tornato all’università, mi sono laureato e ho ottenuto il mio P.E.”
“Che cos’è?”
“E’ una specie di esame per entrare nell’ordine degli ingegneri. Poi ho appreso ciò che c’era da sapere sulle dighe e sulle aziende che mi avrebbero potuto chiamare per svolgere il lavoro. Un giorno ho ideato un nuovo sistema per riconfigurare una diga in modo da farla fruttare maggiormente, e all’improvviso mi sono ritrovato ad essere partner di una di quelle aziende, e dopo dieci anni sono lo sviluppatore o qualche altro schifoso titolo del genere. Odio quel titolo. Iniziai di nuovo a non poterne più ma Lindsey, mia figlia, che all’epoca aveva circa, non so, forse dieci anni. All’epoca stava studiando gli effetti del riscaldamento globale in classe ma quella maledetta scuola dove sua madre l’aveva mandata, la costrinse a scusarsi con alcuni ragazzini i cui genitori non volevano sentir parlare di riscaldamento globale senza conoscere l’altra versione della storia, qualunque essa sia. Ma lei era molto fiera di me. Credeva che fossi un eroe, e la cosa mi calmò. Riscossi la mia quota societaria e i macchinari per le pompe di stoccaggio e fondai la mia azienda di batterie. Iniziammo a cercare dei sistemi per immagazzinare energia per i momenti in cui il vento non soffia e realizzammo che il progetto a cui stavamo lavorando poteva funzionare benissimo anche per le auto.
“Un costruttore di dighe ambientalista, eh?”
“Qualcosa del genere. I gruppi di ambientalisti della zona non sanno mai esattamente come comportarsi con me.”
“Ti occupi anche di politica?”
“Sono stato nel DFL per gran parte della mia vita.”
Beautyman lo guardò perplesso.
“Democratic Farmer Labour. E’ il nome che si usa in Minnesota per i democratici.”
“Ti sembrerà che questo non c’entri niente, ma per caso hai sentito parlare di un consigliere comunale di nome Stark?”
“James Stark, sì. E’ uno di noi, purtroppo. Ma se vuoi diventare consigliere, devi necessariamente essere un membro del DFL, così non sarà contro di te.”
Matt rise di nuovo e Beautyman gli sorrise.
“Lo conosci?”
Matt annuì. “Un po’. Abbiamo partecipato insieme ad un comitato di raccolta fondi e lo incontro ad alcuni eventi. Perché?”
“Qual è la sua storia?” chiese Beautyman, ignorando la domanda.
“Tre volte rieletto nel consiglio. Ha avviato uno studio legale privato. Solo lui e un altro paio di soci.”
“Credi che sia corrotto?”
“E’ sicuramente sporco, ma al giorno d’oggi chi è corrotto è anche molto bravo a nascondersi. I giorni del Tammany Hall sono ben lontani.”
“Quindi è ancora possibile comprare voti e cose del genere?”
“Non ho detto questo. Fino a qualche anno fa i politici affidavano le opere pubbliche a conoscenti e sostenitori in cambio di tangenti. Questo è molto più difficile da fare oggi. Ma è ancora possibile comprare voti, almeno credo.” Matt prese un altro sorso di birra. “Come mai quest’interesse per Stark?”
“Come hai potuto sentire di sopra, tu sei il mio secondo caso questa settimana.”
“E’ un ottimo inizio per una nuova attività.”
“Non sono stato certo io a cercarli, ma credo che all’inizio sia sempre così. Ma anche se mia madre ha molte compagne di bridge, non credo che la cosa durerà tanto a lungo,” disse Beautyman, interrompendosi quando Matt scoppiò a ridere. “Comunque, nel mio caso, è saltato fuori il nome di Stark. E’ accusato di essere stato corrotto.”
“Da chi?”
Beautyman scosse il capo. “Questo non posso dirtelo.”
“Beh, comunque la cosa non mi sorprende. Sicuramente non è la prima volta. Se hai modo di inchiodarlo fammelo sapere. Sarei felice di vederlo privato del ruolo di consigliere.” Carson prese un lungo sorso di birra fino a finire la lattina. “Hai detto che potresti aiutarmi a risolvere il mio problema?”
“Penso di sì. Credo di avere qualcosa che fa al caso tuo.” Beautyman si alzò ed iniziò ad aprire alcuni cassetti della sua postazione informatica.
“Sono tutti monitor per lo stesso computer?” chiese Carson.
“Questi tre sono dello stesso. Questo è separato.” Beautyman tornò ai suoi cassetti e ne estrasse una penna argentata. “Ok, trovata,” disse Beautyman lanciando la penna a Carson.
“Una penna?”
“C’è un piccolo registratore nella penna. Se premi in alto per aprirla, inizia a registrare ogni cosa per le successive 48 ore. Mettila da qualche parte vicino alla tastiera. Un portapenne sarebbe l’ideale, ma puoi anche lasciarla dietro al monitor se pensi che nessuno la possa notare.”
“E questo in che modo potrebbe aiutarmi? Non è che lui si metta a chiamare qualcuno per rivelargli i suoi segreti.”
“Lo scopo non è quello di registrare la sua voce, ma il suono delle sue dita sulla tastiera. Esamineremo il suono dei tasti mentre usa la tastiera e lo confronteremo con quello registrato dal sistema di sicurezza. Se non c’è un’esatta corrispondenza, avremo un indizio.”