Mercoledì mattina, Beautyman si alzò poco prima dell’alba ma non prima di Ruth. Aveva provato ad anticiparla in cucina ma, dopo pochi minuti che si era alzato, udì dei passi sopra di lui.
Credo che salterò la colazione.
Avvicinandosi lentamente all’armadio, Beautyman indossò un paio di jeans e una maglione. Prese la sua giacca a vento, un paio di guanti, un cappello di lana e si avvicino alla porta della sua ‘camera da letto’. Beautyman rimase in silenzio, in attesa di udire un rumore dall’interno della casa per poter finalmente aprire la porta senza essere notato.
Le scale dell’ingresso erano piene di neve e Beautyman dovette procedere con estrema cautela per non scivolare. Poi percorse il cortile del vicino e attraversò la strada, fino a raggiungere la sua macchina.
Entrò ma non accese il riscaldamento. I vetri ghiacciati aiutavano a nascondere la sua presenza, che era esattamente ciò che voleva. Indossò il cappello di lana e prese il suo iPhone. Cambiando mano ogni 10 minuti, Beautyman ne teneva una nel guanto e con l’altra navigava in internet, aspettando che Ruth uscisse.
Dopo circa un’ora sorse il sole e sentì la portiere di una macchina chiudersi. Attraverso il vetro ancora parzialmente ghiacciato, vide Ruth all’interno della sua auto, nell’attesa che si riscaldasse. Beautyman allora accese il riscaldamento ma senza mettere in moto.
Dopo cinque minuti, la vide imboccare la strada e superare il primo incrocio. Non appena la vide girare dal suo specchietto retrovisore, Beautyman fece un’inversione a U e iniziò a seguirla.
Non fu sorpreso di vederla parcheggiare fuori da casa Diamond. Si diresse fino all’ingresso con la borsetta in spalla e in mano una busta. Forse un documento?
Cronometrò la durata della sua visita e quando, un’ora e diciannove minuti dopo uscì, Beautyman aveva già spostato l’auto in fondo alla strada, mantenendosi abbastanza vicino da accorgersi che Ruth non aveva più la busta con sé.
La fermata successiva fu ‘Il Carato’. Beautyman la osservò mentre bussava alla porta di servizio con un’altra busta in mano. Ad aprire fu Dana che le sorrise e la invitò ad entrare. Beautyman guardò il telefono. Erano le 10:00. Che ci faceva Dana al ristorante a quell’ora? Probabilmente si erano date appuntamento la sera prima quando avevano parlato.
Lasciò il telefono in vista per cronometrare la sua visita ma quasi non ne ebbe bisogno. Infatti fu di nuovo fuori in meno di due minuti, seguita da Dana, che portava una pentola di grosse dimensioni. Ruth aprì il bagagliaio e Dana lo caricò per lei.
Poi Dana rientrò dalla porta di servizio, agitando il braccio per salutare Ruth mentre lasciava il parcheggio. Beautyman non aveva avuto il tempo di spostare l’auto e quando lei passò si rannicchiò sotto al volante. Qualche secondo dopo la stava già seguendo, mantenendosi a un centinaio di metri di distanza, mentre Ruth imboccava la superstrada in direzione sud.
Quando uscì era vicino all’aeroporto. Evitò le strade secondarie e Beautyman pensò che si stesse dirigendo al centro commerciale. Ma prima di raggiungerlo, entrò nel parcheggio di un hotel che pubblicizzava tariffe settimanali convenienti. Beautyman prese un ingresso poco più avanti e parcheggiò in un angolo. Dal suo specchietto retrovisore la vide aprire il bagagliaio e prendere la pentola che Dana le aveva consegnato. Prima la posò a terra per richiudere il baule, poi la prese con entrambe le braccia, mentre con una mano teneva l’ennesima busta.
Entrò e Beautyman cronometrò 48 minuti prima di vederla tornare alla macchina a mani vuote. Avrebbe fortemente voluto entrare per vedere chi vi fosse nell’albergo ma decise che doveva continuare a seguire sua madre.
Aprì velocemente il navigatore del suo iPhone e trovò il nome dell’hotel e il suo numero di telefono. Ruth intanto stava tornando indietro prendendo esattamente la direzione opposta a quella dalla quale era arrivata, con Beautyman a seguirla sempre a circa un centinaio di metri.
Fece il numero e ottenne una rapida risposta.
“Salve, potrebbe passarmi la stanza di Luca Alcamo, per favore?” Quello era l’unico nome che credeva avesse senso fare a quel punto.
“Può ripetermi gentilmente il nome, signore?”
“Cognome ALCAMO, nome LUCA.”
Attese una risposta. Davanti a lui Ruth aveva imboccato nuovamente la superstrada, questa volta in direzione nord.
“Sono spiacente signore. Ma non abbiamo ospiti con questo nome.”
“Che mi dice di Ruth Beautyman?” Era un tentativo disperato ma se Ruth portava del cibo ad Alcamo, era anche possibile che pagasse una stanza per lui.
“Può ripetermi il nome, signore?”
Pronunciò di nuovo il nome ed attese una risposta, che stavolta fu più breve ad arrivare. “No, signore, nessuno a questo nome.”
Beautyman ringraziò e riagganciò. Continuò a seguire l’auto di Ruth con il rammarico di non averlo fatto anche il giorno prima. Sua madre si stava rivelando sorprendentemente interessante.
La seguì lungo la superstrada e poi fino a casa. Prima di arrivare si fermò da Cub Foods, il supermercato dove andava sempre. Beautyman parcheggiò lontano dietro a un mucchio di neve fresca.
Mentre aspettava, il suo telefono squillò.
“Ciao Matt,” rispose alla chiamata.
“Hey, Arthur. Ti disturbo?”
“No, dimmi pure. Come va?”
“Ho dato agli impiegati mezza giornata libera per il Ringraziamento. Dopo che tutti se ne sono andati sono andato a riprendere la penna che mi hai dato dalla scrivania di Cory. Quando vuoi posso portarti la penna e la registrazione della telecamera di sicurezza.”
“Quando hai messo la penna nella sua postazione?”
“Lunedì mattina, prima che arrivasse.”
“Ed è stato al computer tutto lunedì, ieri e oggi mezza giornata?”
“Praticamente sì.”
“Ok, non ci serve la registrazione. Porta solo la penna.”
“Davvero? Pensavo che avremmo fatto un confronto fra audio e video.”
“Con tutto quell’audio non abbiamo bisogno di alcun video.”
“Ok. A che ora?”
Beautyman guardò verso il negozio, immaginando che quella sarebbe stata l’ultima fermata di sua madre. “Quando vuoi.”
“Fra mezz’ora? Posso potare il pranzo.”
A rispondere fu un brontolio del suo stomaco. “E’ un’ottima idea.”
Mentre attendeva l’arrivo di Matt, Beautyman trovò un’e-mail di Aftermath. Aprì l’allegato che conteneva un dossier su James Stark. Molti erano rapporti delle sue attività finanziarie, tutte informazioni facilmente reperibili online. Poi c’erano delle brevi descrizioni riguardanti i suoi introiti, che ammontavano a poco meno di 200.000 dollari. Alcuni provenienti dal suo lavoro di consigliere ed altri da alcuni lavori che svolgeva ancora come avvocato. Al piano superiore suonò il campanello.
Beautyman chiuse il dossier e rilesse l’e-mail. “Se è un cattivo ragazzo sa nasconderlo bene. Anche se pare abbia donato dei soldi alle streghe, quindi sta attento a non farti fare il malocchio.” Beautyman sorrise, contento che qualcuno avesse notato la donazione di May, e si affrettò su per le scale.
Matt lo attendeva sulla soglia della porta con un contenitore di cibo da asporto coreano. “Ho rischiato. Si chiama bibimbap. Spero ti piaccia.”
“Mi piace. Quando ero a Los Angeles era un ottimo pasto per quando rimanevo bloccato in ufficio. Non sapevo si trovasse anche da queste parti,” disse, accompagnando Matt nello scantinato.
“Sembra più in disordine dell’altra volta. Abbiamo avuto da fare?!”
Beautyman sorrise. “Sì, lo so. Mi dispiace.”
Matt si adagiò sul divano e accese la TV. Tirò fuori le due confezioni dalla scatola e ne diede una a Beautyman. “Ecco la penna.”
Beautyman pranzò seduto alla sua scrivania. Aprì la penna, prese un adattatore USB e lo infilò in un’apposita fessura che si trovava su di essa. L’altro capo dell’adattatore lo attaccò al computer che iniziò a scaricare le registrazioni.
Mentre attendeva che si completasse il download, aprì la confezione contenente il suo pranzo e girò la sedia in modo da vedere Matt.
“Come va il caso?” chiese Matt.
“Um. Non troppo bene.”
“Nessuna pista?”
“No, non è questo. E’ che sta creando problemi in famiglia. Scusa, non è con te che dovrei sfogarmi.”
“Sfogati pure!”
“Beh, la polizia ha arrestato qualcuno che mia madre crede innocente. Ed ora lei sta cercando di...non so che cosa, aiutarlo forse, ma c’è dell’altro. Ora non mi parla più di niente.”
“Siete in competizione?”
“Più o meno,” disse Beautyman, grattandosi una guancia. “Oggi l’ho sorpresa mentre tramava qualcosa.”
“Tramando?”
“Deve aver scoperto qualcosa. Non so cosa esattamente, ma sono informazioni che io non ho. E sembra avere qualcosa in mente,” concluse, mentre pescava una manciata di bibimbap dal contenitore.
“Che cos’è che ti infastidisce di più? Il fatto che non voglia condividere i suoi piani o che abbia informazioni che tu non hai?”
Beautyman sbuffò. “Non lo so. Sono rimasto più volte sorpreso in questi giorni per quanto abbia preso sul serio questo lavoro.”
“Se guarda Law & Order tanto quanto mia madre, sicuramente ha un’ottima conoscenza di come funzionano queste cose.”
Beautyman scoppiò a ridere.
“Come è andata con Stark?” chiese Matt. “Lo hai incastrato per qualcosa?”
“No. L’ho incontrato domenica sera e mi sono assicurato un incontro con lui la scorsa settimana. Ma non è durato molto, quel tipo mi fa accapponare la pelle.”
“C’è un motivo in particolare?”
“Non lo so. Forse è perché non mi fido di nessuno che usa ‘ahimè’ in una conversazione,” disse Beautyman, provocando la risata di Matt.
“In che cosa credi che sia coinvolto? Dimmelo se sto oltrepassando il limite.”
“Non ti preoccupare. Qualche anno fa fece un affare con il ‘Dromio di Minnehaha’ prima che venisse demolito per realizzare una fermata della metro.”
“Non hanno dato fuoco all’altro ‘Dromio’ proprio questo weekend?
“Sì, incendio doloso.”
“E credi che Stark sia coinvolto?”
Beautyman ci pensò un po’ su. Stark era coinvolto nell’affare con il primo ‘Dromio’, ma solo marginalmente. Almeno per quello che ne sapeva. Poteva essere coinvolto nella distruzione del secondo ‘Dromio’?
“Probabilmente no,” disse esitando. “O meglio, per essere più precisi, se lo fosse, questo caso sarebbe fuori dalla mia portata.”
Matt sorrise. “E’ un peccato che non ci siano più. Adoravo mangiare lì. Cucinavano ottimi piatti di pasta.”
“Sarebbe piaciuto anche a me mangiarci ancora una volta.”
“E poi i prezzi! Un vero affare.”
“Non sembri uno che si preoccupa troppo dei prezzi.”
Matt sorrise e fece spallucce. “Una volta ho ordinato un piatto di pasta per quasi cento dollari. Quando ho trovato un posto che la serviva a così poco non me lo sono fatto scappare. Non so come facessero a non fallire con quei prezzi.”
“Sei già la seconda persona che me lo dice,“ disse Beautyman, corrugando la fronte. “Interessante...”
“Che cosa c’è di interessante?”
“Domenica ho incontrato Luca Alcamo, il proprietario. Mi ha detto che suo fratello, il cuoco, non era un tipo in grado di fare affari. E sembra che tutti sapessero che i prezzi erano troppo bassi...”
Beautyman chiuse gli occhi cercando di riordinare tutte le informazioni che aveva sugli Alcamo. Non sapeva perché, ma iniziava a credere che Luca Alcamo non fosse chi diceva di essere.
“Ti ho forse dato un indizio?” chiese Matt con eccitazione.
“Forse,” sorrise Beautyman, decidendo di tagliare la conversazione. “Ti farò sapere. Dimmi qualcosa di te? Come va il lavoro?”
“Bene. Tutto normale. Sono ansioso di scoprire cosa contiene la penna. Non ho pensato ad altro da lunedì.”
“Dove l’hai piazzata?”
“In un portapenne, come mi hai consigliato.”
Beautyman tornò al computer. “Credo che abbia funzionato, ma ci vorranno almeno un paio d’ore di lavoro, per te va bene?”
“Non ho niente da fare. Ho portato un po’ di roba buona.” Matt estrasse un involucro dalla tasca. “Speravo mi aiutasse a passare il tempo. E ovviamente sarò felice di condividere.”
Beautyman scosse il capo. “Sto bene, grazie.”
“Ti dispiace se...”
“No. Ma non sono sicuro che mia madre dirà la stessa cosa.”
“E’ in casa?”
D’istinto Beautyman guardò il soffitto. L’aveva lasciata al supermercato, ma era stato quasi 45 minuti fa. Forse quella non era la sua ultima fermata.
“Non ancora. Credi che riconoscerebbe l’odore?” chiese Matt.
“Chi lo sa? Come ti ho detto, mi ha costantemente sorpreso negli ultimi tre giorni.”
“Ok, per ora passo.”
Beautyman iniziò a lavorare al suo computer mentre Matt faceva zapping.
Lavorò per circa 90 minuti, poi sentì Ruth rientrare in casa, ma non udì alcun saluto, e quindi decise di non salire al piano superiore. Quando ebbe finito girò la sedia e vide che Matt aveva scelto un canale di spot televisivi.
“Fra tutti i canali hai scelto proprio questo?”
“Mi piacciono gli spot. Questo spremiagrumi è eccezionale.”
“Vuoi comprarlo?”
“L’ho acquistato la prima volta che l’ho visto. E’ davvero formidabile.”
“Allora, vuoi vedere il risultato del mio lavoro?”
“Certo!” Matt si alzò e si avvicinò allo schermo.
“Prima di tutto ho tagliato tutti i suoni diversi da quelli della battitura. In tutto abbiamo sette ore di registrazione.”
“Tutto qui? E’ tutto quello che ha digitato in due giorni e mezzo?”
“Beh, non ho potuto utilizzare una buona parte perché c’era della musica oppure delle voci. E una buona parte era rappresentata dal rumore del mouse. Sette ore sono molte se ci pensi bene.”
“Ok, ora abbiamo l’audio. In che modo può esserci utile?”
“La scorsa volta non te ne ho parlato, perché non ero certo che funzionasse, ma ogni pulsante della tastiera ha un suono diverso. Se li ascolti abbastanza attentamente riuscirai a capire la differenza fra una A e una S, solo ascoltandoli.”
“Mi prendi in giro?”
“OK, in realtà tu non puoi sentire la differenza, ma un computer sì. La differenza fra il suono dei tasti non è necessariamente così diversa, ma un computer può riconoscerla. Non è tanto il suono quanto il ritmo della battitura. Digitando ad esempio la parola ‘casa’, il ritmo è sempre lo stesso. Non importa chi sta digitando perché la distanza che le dita percorrono sulla tastiera è circa la stessa per chiunque, è proprio grazie al ritmo che è possibile risalire alle parole digitate.”
“Quindi Cory digitava una parola, e a seconda del tempo di battitura fra una lettera e l’altra, è possibile capire di che parola si tratta.”
“L’algoritmo utilizza anche ulteriori variabili, ad esempio la forza con cui vengono premuti i tasti e con quale frequenza media, in modo da ottenere dei parametri di battitura dell’individuo. Inoltre puoi aiutare il programma a svolgere un’analisi più intelligente. Se il computer pensa che qualcuno abbia digitato la parola DOVR. Noi sappiamo che probabilmente la parola corretta è DOVE e possiamo correggere simili errori in modo da far funzionare meglio l’algoritmo, che la volta successiva non commetterà più lo stesso errore.
“Tutto questo è incredibile!”
“Basta utilizzare l’algoritmo un paio di volte per ottenere una battitura corretta al 95%.”
“E tu lo hai fatto?”
“Sì. Ho analizzato le sette ore di registrazione di Cory e ho controllato ogni parola. Ora abbiamo un risultato preciso al 95%.”
“E? Che cosa fa durante la pausa pranzo? Manda a qualcuno informazioni riservate?”
Matt aveva il fiatone e Beautyman si affrettò a rispondere. “No. Non sta inviando informazioni riservate a nessuno.”
Matt fece un respiro profondo e chiuse gli occhi. “Dio ti ringrazio.”
“Ma ha guardato dei porno.”
Matt riaprì gli occhi di scatto. “Porno?”
“Cartoni animati di ragazze nude che fanno sesso con dei supereroi, almeno a giudicare dal nome della pagina che è...diciamo molto descrittiva.”
“E’ questo che stava nascondendo?”
“Per due pranzi di fila. Ha disabilitato il sistema di controllo della tastiera prima di pranzo per poi riattivarlo.”
Matt tornò a sedersi sul divano. “Suppongo che dovrei essere incazzato. Ma almeno non sta inviando informazioni a nessuno.”
“Potrebbe anche darsi. Tre giorni non sono abbastanza per essere certi.”
“Lo so, lo so. Ma ero molto preoccupato. Se posso fidarmi di lui, so che potrà aiutarmi a capire chi sta rubando informazioni. Grazie mille! Mi hai davvero dato un grande aiuto.”
“Quando vuoi. Fammi sapere se scopri qualcosa.”
“Lo farò. Grazie ancora.”
“Grazie a te per i bibimbap.”
“Nessun problema.”
“Vedrai tua figlia per il Ringraziamento?”
“No, è con Joanne a Chicago. Non la vedrò fino a dopo Natale.”
“E’ terribile. Quindi starai con tua madre anche domani?”
“Non vado molto d’accordo con il suo fidanzato, quindi no. Se andrà bene passerò il Giorno del Ringraziamento davanti alla tv.”
“No, non farlo! Vieni qui. Saremo felici di averti con noi.”
“Normalmente ti direi ‘no non posso accettare’...ma sarebbe davvero grandioso. Ma...non dovremmo prima chiedere a tua madre?” chiese Matt, guardando il soffitto dello scantinato.”
“Sarà felice di avere compagnia. Te lo assicuro. Sarà sicuramente meglio che essere in due seduti a guardarsi negli occhi.”
“Posso portare qualcosa?”
“Glielo chiedo e ti farò sapere.”
Beautyman accompagnò Matt fino alla porta. Non appena chiuse, Ruth scese dal piano superiore. “Arthur, chi era?”
“E’ venuto Matt. Ho risolto il suo caso.”
“Davvero? Era il suo impiegato a inviare informazioni alla concorrenza?”
“No. Guardava dei porno a spese della compagnia.”
“Oh cielo!” Ruth arrossì e si allontanò da Beautyman.
“Matt teme che possano essere diffuse altre informazioni, quindi gli darò una mano di tanto in tanto.”
“E’ molto carino da parte tua, caro. Sono contenta che voi due stiate diventando amici.” Ruth entrò in sala da pranzo. “Puoi aiutarmi con questo, Arthur? Devo mettere un cartellone per la cena del Ringraziamento.”
“Certo.” Beautyman tolse il rivestimento dalla superficie di rovere del tavolo della sala da pranzo. “Io tengo il tavolo da questo lato e tu tira dall’altra parte,” disse. Ruth tirò e riuscì ad allungare il tavolo.
“Il cartellone appendilo all’ingresso,” disse Ruth.
“Ho invitato Matt per la cena del Ringraziamento. Spero non sia un problema.”
“Più siamo e meglio è! Capisco che non vada d’accordo con il fidanzato di Betty, quindi non mi sorprende che non voglia passare le feste con lei.”
Mentre Beautyman tentava di attaccare il cartellone si rivolse a Ruth. “Che cosa hai fatto oggi, mamma?”
“Ho trascorso del tempo con Julie e poi ho fatto delle commissioni.”
“Come sta Julie?”
“Ancora debole, ma sta un po’ meglio. Henry è fuori su cauzione. Questa è una benedizione per le sue condizioni.”
“Sul serio? E’ già fuori?” esclamò Beautyman mentre finiva di sistemare la tovaglia. “Chi ha pagato?”
Ruth si guardò intorno. “Forse abbiamo bisogno di una seconda tovaglia, giusto per stare tranquilli.”
Allungarono il tavolo ancora un po’ e Beautyman andò a prendere la seconda tovaglia dalla credenza.
“Kelly ha ottenuto un udienza per farlo uscire su cauzione oggi, in modo che potesse passare il Ringraziamento con la sua famiglia,” proseguì Ruth.
“E’ fuori solo per il weekend o in via definitiva?” chiese Beautyman, rientrando nella sala da pranzo con in mano la seconda tovaglia.
“Non lo so,” rispose Ruth.
Beautyman posò sul tavolo la seconda tovaglia che poi finì di sistemare insieme a sua madre.
“Perfetto,” esclamò Ruth.
Beautyman osservò la lunga tavolata che aveva aiutato ad allestire. Entrava a malapena nella stanza e non era sicuro che gli invitati a capotavola sarebbero stati comodi.
“Porca miseria, mamma! Ma quante persone devono venire?”
“Con Matt credo siano undici.”
“Undici? Verrà tutto il tuo gruppo di giocatrici di bridge?”
“Certo che no,” rispose Ruth, i suoi occhi sembravano pieni di gioia. “Ho invitato i Diamond e qualche altro ospite appositamente scelto. E quando saranno tutti qui, svelerò chi è l’assassino!”