COMMENTO
Quando è stata seminata la confusione nello spirito dell’avversario,
egli cessa di valutare e [diventa] come l’immagine dell’esagramma [45 del Libro dei mutamenti]: «Il lago sopra la terra».
Attaccare di sorpresa.
Spiegazione
«Attaccare quando l’avversario è impreparato e apparire nel punto in cui egli non vi aspetta.»
– SUNZI
Lo stratagemma invita a fare segretamente il contrario di ciò che si è dichiarato apertamente («clamore»). Lasciando trapelare informazioni fuorvianti sui piani d’azione, creando false impressioni che camuffino la reale direzione d’attacco, si possono scompaginare gli schemi dell’avversario e colpirlo dove meno se lo aspetta. Disorientandolo e seminando il caos nel suo comando, si crea l’elemento sorpresa, essenziale per ottenere la completa vittoria. L’avversario concentrerà le difese su un fianco, convinto che sia quello il luogo dell’attacco, mentre sguarnirà l’altro: proprio quello che, in realtà, verrà colpito.
L’elemento sorpresa sta nel conoscere l’avversario mentre questo non ci conosce; perciò segretezza e simulazione sono considerate le chiavi dello stratagemma. Non si permetta all’avversario di scrutare la nostra mente. Ci si accerti che non abbia sentore dell’inganno e che si trovi realmente in uno stato di confusione.
La diversione è una tattica prevedibile in battaglia per farsi beffa dell’avversario. Se impiegata in modo meccanico, senza aver preso tutti gli accorgimenti, si ritorce contro l’aggressore, come un boomerang!
È necessario che l’avversario non s’immagini quando, dove o come attaccheremo. Senza esitazioni o distrazioni, si tratta di adattarsi in modo flessibile al ritmo del contendente: se egli non si attende il nostro attacco, allora attaccheremo; se lo attende, non attaccheremo; se ci attende a destra, giungeremo a sinistra; se ci attende a sinistra, giungeremo a destra; se ci crede in difficoltà, ci mostreremo vigorosi; se ci crede vigorosi, ci mostreremo in difficoltà. La flessibilità d’azione e l’agilità di manovra sono quanto mai d’obbligo.
Mentre lo stratagemma «Attraversare il mare per ingannare il cielo» suggeriva di celare segreti alla luce del sole per non far alzare la guardia all’avversario, lo stratagemma «Clamore a Oriente, attacco a Occidente» gioca sull’inganno della direzione dell’attacco: il contendente se lo aspetta da una parte, mentre in realtà esso giunge da un’altra.
In uno scritto del 1938, Sulla guerra di lunga durata, Mao Zedong prese in attenta considerazione questo stratagemma nello studio della sfera tattica della guerra popolare, dandogli nuovo impulso e nuovi contenuti.
Il principio di dare impressioni errate all’avversario per camuffare la reale linea d’azione è applicabile con successo non solo nell’ambito angusto del contesto bellico. La magia dell’illusionista non consiste forse nell’attirare lo sguardo dello spettatore in una direzione, mentre abilmente compie il trucco in un’altra, proprio dove non si pone attenzione?
Lo stratagemma s’ispira all’esagramma 45 del Libro dei mutamenti: «La raccolta».1 L’immagine che caratterizza l’esagramma è questa: «Il lago sopra la terra. La raccolta. L’uomo superiore perfeziona le proprie armi per affrontare l’imprevisto».
Nel contesto dello stratagemma, il lago sollevato dal suolo suggerisce che le forze yin, gli stratagemmi, attingono alla segretezza, per meglio essere dispiegate sul luogo della contesa. Si tratta di una modalità adottata per fronteggiare la piega degli eventi, sempre imprevisti. Arricchito dai suoi stratagemmi, l’abile stratega fa in modo che il contendente segua la linea di condotta da lui suscitata e previene, in tal modo, un comportamento inatteso dell’avversario. Così facendo, si dispone all’azione con prontezza, per assicurarsi il successo finale.
Illustrazione storica
Durante la prima fase della dinastia degli Han occidentali, il Regno di Mezzo era suddiviso in quindici prefetture controllate direttamente dal potere centrale e in ventidue feudi governati da principi vassalli. Ben presto il potere di quest’ultimi aumentò tanto da portare nel 154 a.C. alla «Ribellione dei Sette Regni». Il principe di Wu, Liu Bei, alla testa dei sette feudi, si rivoltò contro l’autorità imperiale e marciò alla volta della capitale.
L’imperatore assegnò al generale Zhou Yafu il non facile compito di sedare la ribellione. Zhou Yafu, dopo essere riuscito a impadronirsi degli approvvigionamenti di viveri e di armi del nemico (grazie allo stratagemma XIX «Togliere la legna da sotto il pentolone»), si trincerò in una roccaforte in attesa dell’orda ostile, che non si fece attendere.
Dal fianco sudorientale della fortificazione si udiva risuonare il rullio dei tamburi di guerra, tra l’eco delle campane e le assordanti grida di battaglia. Zhou Yafu, dopo un attimo d’esitazione, diede un ordine alquanto insolito. Sul fianco sudorientale fece disporre semplicemente una sparuta compagine, mentre egli stesso si appostò sul fianco nordoccidentale alla testa dello squadrone più agguerrito. In attesa della battaglia imminente, schierò l’intera compagine dei balestrieri sui bastioni, in posizione strategica.
Gli ufficiali stentavano a credere ai loro occhi!
Zhou Yafu, brillante stratega dalle risorse inesauribili e con una vasta esperienza sul campo, intuì che tutto quel frastuono a sud-est non era altro che un trucco del nemico che stava utilizzando lo stratagemma «Clamore a Oriente, attacco a Occidente». Simulando un attacco a sud-est, con una rumorosa avanzata, stava tentando di distogliere la sua attenzione dal fianco della roccaforte ove avrebbe sferrato il reale attacco, di sorpresa. Zhou Yafu gli ritorse contro lo stratagemma, come un boomerang!
La perspicacia di Zhou Yafu si rivelò provvidenziale. Gli assedianti, con il favore della notte, scivolarono proprio sul fronte previsto. Quando si approssimarono pericolosamente alla fortezza, gli assediati non se ne stettero certo con le mani in mano!
Prima che potessero rendersi conto della minaccia, le milizie di Liu Bei fecero da ottimo bersaglio per i balestrieri di Zhou Yafu. Colte di sorpresa, esposte a una miriade di dardi, ripiegarono caoticamente per i campi, calpestandosi a vicenda. La scarsità di provviste e di armi mise Liu Bei nell’impossibilità di riorganizzare le fila per affrontare un lungo assedio.
Con i suoi espedienti imprevedibili Zhou Yafu, da vero psicologo, aveva scombussolato l’avversario, che, minato nel morale e fiaccato fisicamente, prese atto, in capo a pochi giorni, della sconfitta.
Lo stratagemma aveva funzionato. La ribellione fu sedata. Liu Bei e gli altri sovrani ribelli furono giustiziati o si diedero la morte.
I regni vassalli furono divisi tra gli eredi dell’imperatore, sventando così per due secoli la possibilità di nuove insurrezioni.
1. → I 64 Enigmi, “Raccolta”, op. cit., pp. 96-97.