COMMENTO
[Se] la situazione comporta perdite inevitabili:
diminuire yin per aumentare yang.
Spiegazione
«Perdere un pedone per salvare una torre.»
– TATTICA DEL GIOCO DEGLI SCACCHI
Lo stratagemma ricorda che non sempre la vittoria può essere totale. Talvolta la situazione comporta vantaggi e svantaggi per entrambe le parti, in particolar modo quando l’avversario è più forte o di pari forza. Alcune perdite sono inevitabili, così è meglio perdere qualcosa di poco conto, d’interesse parziale (yin) per guadagnare qualcosa di più importante, di interesse globale (yang). Perdere una battaglia per vincere la guerra: è la concezione cinese per cui l’importante non è la vittoria in ogni singolo confronto, ma quella complessiva.
In tale contesto, occorre prevalere sulle circostanze sfavorevoli: sacrificare gli obiettivi a breve termine per guadagnare quelli a lungo termine; fare sacrifici individuali per la salvezza collettiva; accettare una piccola perdita per consentire la conquista di qualcosa di più vasto; lasciare il marginale per salvare l’essenziale.
È il principio utilizzato nel gioco degli scacchi, come si ricordava in epigrafe.
Lo stratagemma deriva da un’antica poesia della dinastia Han che loda l’amore fraterno:
Un pesco cresceva vicino una sorgente di rugiada.
Accanto al pesco cresceva un susino.
Un giorno arrivarono i vermi a tormentare le radici del pesco, ma il susino si fece appassire al posto suo.
Gli alberi si sacrificano l’uno per l’altro.
Come possono ignorarsi i fratelli?
Questo stratagemma è imperniato sull’alternanza yin/yang: inferiorità/superiorità, debolezza/forza, situazione parziale/situazione complessiva, sacrificio/guadagno. L’esito di un qualsiasi combattimento in una situazione che comporta vantaggi e svantaggi per entrambe le parti è stabilito dalla bilancia dei benefici parziali e di quelli complessivi, dai pro e i contro, dagli obiettivi a breve termine e quelli a lungo termine.
Il combattimento non è semplicemente un dispiegamento di forze oggettive quali il numero dei combattenti, la tecnologia, i mezzi e così via. Sono in campo anche forze soggettive, come la leadership e la strategia. Di fronte a una situazione dall’esito incerto, l’abile stratega sa come capovolgere un’inferiorità oggettiva in una superiorità strategica. Egli vaglierà entrambe le forze in gioco, quelle oggettive e quelle soggettive, soppesandole adeguatamente (per quanto la valutazione preventiva della gerarchia degli svantaggi e dei vantaggi sia difficile nelle situazioni complesse) e sarà disposto a sacrificare una parte a vantaggio del tutto, a incassare sconfitte parziali pur di perseguire la vittoria sul piano generale.
Illustrazione storica
Lo stratagemma ha come scenario il regno di Qi durante il periodo degli Stati Combattenti. I protagonisti sono nostre vecchie conoscenze: Tian Ji e Sun Bin.
Lo scenario si apre sulle corse di cavalli tra le scuderie reali e quelle del generale Tian Ji, nel bel mezzo delle scommesse, che non venivano certo lesinate. Si tratta di scommesse, però, che Tian Ji regolarmente perdeva.
Così un giorno egli si fece accompagnare all’ippodromo dal suo fedele consigliere militare, Sun Bin. Dopo un’attenta osservazione dello svolgimento delle corse, questi consegnò a Tian Ji la formula vincente.
Il giorno seguente egli la sperimentò e vinse due prove su tre!
Come aveva fatto?
Le gare si svolgevano in tre corse, ciascuna con un cavallo diverso delle rispettive scuderie. Sun Bin notò che i cavalli di Tian Ji non erano all’altezza di quelli del sovrano. Ma non tutte le bestie di quest’ultimo erano imbattibili: alcune erano veramente eccellenti, altre di medio valore, altre ancora quasi dei ronzini. Così Sun Bin suggerì a Tian Ji di far gareggiare nella prima corsa un brocco con il migliore della scuderia reale; nella seconda corsa, il più forte con un cavallo di medio valore del sovrano; nella terza corsa, quello di medio valore contro il ronzino del re.
Tian Ji perse, ovviamente, la prima gara. Era necessario un sacrificio parziale per mettere a segno le altre due gare. Sacrificando la gara col brocco («far appassire il prugno») ottenne la vittoria in due corse («al posto del pesco»). Mirare a una vittoria assoluta avrebbe significato per Tian Ji la sconfitta assoluta. Sun Bin, invece, guardava la situazione in una prospettiva allargata, il cui obiettivo, detto in termini bellici, è quello di vincere la guerra, non tutte le battaglie.
Tian Ji rimase entusiasta dell’applicazione di questo stratagemma, tanto da volerlo impiegare nell’imboscata che stava tramando contro le milizie di Wei, in ritirata precipitosa dall’assedio di Zhao. Infatti, nell’Illustrazione storica dello stratagemma II «Assediare Wei per salvare Zhao», abbiamo assistito alla distruzione dell’intero esercito di Wei nella battaglia di Guiling, ma non abbiamo visto come esso venne annientato. Il come riguarda, appunto, lo stratagemma «Far appassire il prugno al posto del pesco».
Si ritorna all’estenuante ritirata a marce forzate dell’esercito di Wei descritta, appunto, nell’Illustrazione storica dello stratagemma II. Osserviamola più da vicino: le truppe procedevano in tre colonne separate. Una a destra, una nel centro, una a sinistra. La colonna di destra era la più debole, quella centrale di media forza, mentre quella di sinistra la più forte.
Tian Ji era dell’avviso, appunto, di adottare lo stesso principio della corsa dei cavalli. Avrebbe voluto suddividere il proprio esercito in tre battaglioni: uno forte, uno medio, uno debole. Quello più debole sarebbe stato sacrificato; mentre gli altri due avrebbero prevalso.
Sun Bin però non fu d’accordo.
«In questo caso non si tratta di ottenere una vittoria per due a uno, ma di annientare il maggior numero possibile di avversari. Così è più vantaggioso assaltare la colonna nemica più potente con il battaglione peggiore, e con il battaglione di media forza attaccare la colonna avversaria centrale di media forza. Certo, nel primo caso, c’è una disparità di forze a vantaggio dell’avversario, mentre nel secondo una situazione di parità. Noi, però, abbiamo il vantaggio del terreno: ci troviamo in altura mentre loro in pianura. Inoltre, loro non si attendono l’imboscata. Questi due battaglioni serviranno semplicemente a mantenere una salda linea di difesa. Ostacoleranno i combattimenti dell’avversario, ritardandone i tempi, mentre il nostro battaglione più forte sferrerà un attacco fulmineo e risolutivo alla colonna avversaria più debole e, dopo averla sbaragliata in un attimo, correrà in aiuto del nostro battaglione di media forza. Dopo che i nostri due battaglioni avranno distrutto la colonna nemica di media forza, così riuniti correranno in soccorso del nostro battaglione più debole, che nel frattempo avrà tenuto in scacco la colonna avversaria più forte. Così il nostro esercito al completo affronterà e annienterà la colonna nemica più forte.
«Sono certo che in tali condizioni, nonostante la superiorità numerica dell’esercito Wei, la vittoria ci arriderà.»
In effetti, con l’applicazione dello stratagemma di Sun Bin, si creò uno sbilanciamento di forze a favore dell’esercito Qi in tutte le fasi del combattimento. Nonostante il battaglione peggiore fosse stato messo duramente alla prova, l’intero contingente Wei venne spazzato via.
Anche questa volta Sun Bin si rivelò impareggiabile nelle imprese militari.