COMMENTO
Quando la situazione è bloccata e la potenza scarsa,
andare a cercare il profitto dai vicini, tenendo lontani i pericoli.
[Il Libro dei mutamenti dice:] «Fuoco sopra, lago sotto».
Spiegazione
«Condividere lo stesso letto, senza condividere lo stesso sogno.»
– DETTO CINESE
Lo stratagemma discute l’importanza e il ruolo delle alleanze strategiche nel caso in cui ci si appresti a intraprendere grandi campagne e a sfidare un avversario su un terreno cruciale.
La politica dell’avanzata sul territorio deve procedere in modo ordinato e organizzato.
Non ci si dovrebbe mai impegnare in un combattimento contro un avversario lontano: muoversi in un territorio sotto il controllo altrui comporta inevitabili incertezze nella conduzione delle operazioni e un enorme dispendio di energie. Con una manovra diplomatica strategica si stringa piuttosto un ampio anello di alleanze temporanee con quelli che si trovano lontano, non coinvolti ancora nel conflitto. Ce ne garantiremo l’appoggio o la neutralità, prevenendo, inoltre, alleanze in campo avverso e isolando uno per volta i contendenti vicini.
In tal modo si riducono le difficoltà logistiche e si consolidano trionfi consecutivi, poiché raggiunto lo scopo di «attaccare i vicini», «gli alleati distanti» diventeranno a loro volta i nuovi obiettivi d’attacco, nella sequenza: attaccare, vincere, integrare e consolidare, lanciare un nuovo attacco. Il tempo necessario all’alleato lontano per vedere in trasparenza lo stratagemma e intuire di essere il prossimo obiettivo del nostro attacco, gli risulterà fatale. La sua perplessità sarà generata dal fatto che, da un lato, egli osserverà la nostra aggressione degli avversari vicini, mentre dall’altro si sentirà rassicurato dal rapporto d’alleanza che è stato stretto.
Il principio sotteso a questo stratagemma è impiegato con successo nelle arti marziali, specialmente nell’Aikido, quando ci si trova ad affrontare da soli molti avversari contemporaneamente. Con alcuni movimenti s’intercetta l’avversario più debole collocandolo tra noi e quello più agguerrito. Trovandosi in mezzo, egli sarà esposto ai deliberati attacchi da parte nostra e a quelli accidentali del suo alleato. Si procede finché il nemico debole non rinuncia al combattimento o cede. A quel punto, si può concentrare l’attenzione sull’avversario rimasto in campo. Al contrario, focalizzando l’attenzione immediatamente sull’avversario più insidioso, quello più debole troverebbe la possibilità di dargli man forte.
Così come gli accordi migliori sono quelli che salvaguardano gli interessi a lungo termine, allo stesso modo gli alleati migliori non sono quelli che operano nelle nostre vicinanze o che appartengono alla nostra stessa organizzazione. Presto o tardi, infatti, si profileranno divergenze. Se le opinioni dell’alleato differiscono dalle nostre, ciò avrà un certo peso e da alleato questo potrebbe diventare avversario. Al contrario, se l’alleato è lontano, le divergenze d’opinioni non avranno gran rilievo.
In campo politico-diplomatico e militare è noto come siano difficoltose le alleanze tra nazioni confinanti, mentre quelle tra nazioni lontane geograficamente, anche con visioni politiche divergenti, rimangono solide.
Lo stratagemma mette in guardia, nel mondo degli affari o delle semplici amicizie, da chi tradisce un partner o un amico. Non ci s’illuda che la nostra relazione sia talmente speciale da non indurlo a comportarsi altrettanto con noi.
È interessante sapere che la Cina fu unita per la prima volta nella sua storia proprio grazie a questo stratagemma (vedi Illustrazione storica).
Lo stratagemma gioca sulla relazione yin/yang (amico/nemico, vicino/lontano, concentrazione/dispersione). Questa tattica dell’alleanza è basata sul principio che persone differenti come il fuoco e l’acqua possono talvolta parteggiare insieme per un beneficio comune. Questa idea è riflessa dall’esagramma 38, «L’opposizione», del Libro dei mutamenti, la cui immagine è: «Fuoco sopra, lago sotto».1 La metafora indica una situazione nella quale i contrasti e le opposizioni prevalgono, ma, possono essere sanati da chi ne sa trarre vantaggio, così come in natura si osserva l’opposizione dinamica degli elementi che ha la stessa finalità: il cielo e la terra, opposti, generano la vita; l’uomo e la donna, opposti, sono mossi dalla medesima volontà di vivere e prosperare; i diecimila esseri nell’universo, nella loro diversità, seguono lo stesso corso di sviluppo.
L’abile stratega è quello che sa utilizzare questa opposizione, unendosi temporaneamente a una delle due forze oppure stabilendo, al momento opportuno, un connessione fra due avversari per assicurare il loro dominio sulla zona d’influenza diretta. Per questa ragione si ricordava in epigrafe il detto cinese: «Condividere lo stesso letto, senza condividere lo stesso sogno». Diversi approcci possono essere impiegati temporaneamente per raggiungere lo stesso obiettivo.
Illustrazione storica
L’espansione del regno di Qin fu realizzata grazie al logico e spietato impiego dello stratagemma XXIII suggerito dal più famoso statista del periodo degli Stati Combattenti, Fan Sui, primo ministro del regno di Qin.
Perenni lotte di confine tra i Sette Regni e secolari alleanze altalenanti insanguinavano il cruento periodo degli Stati Combattenti.
Verso la conclusione del 240 a.C., Ying Zheng, sovrano di Qin, ritenne maturi i tempi per soddisfare la sua brama di unificare la Cina sotto il suo dominio. Sebbene fosse il sovrano del regno più vasto e potente, non poteva certo confrontarsi con il fronte unito degli altri sei regni. Inizialmente pensò di attaccare il lontano regno di Qi. Conquistandolo avrebbe guadagnato grande prestigio e fama, intimorendo così gli altri regni.
Il primo ministro Fan Sui osservò che il regno di Qi era geograficamente molto lontano e separato dai regni di Han e Wei. Con una piccola armata non avrebbero sconfitto il regno di Qi, mentre muovendone una possente avrebbero rischiato di prosciugare le casse dello stato; senza contare i rischi a cui sarebbero andati incontro con una campagna militare di così vasta portata. Inoltre, anche in caso di successo sarebbe stato difficoltoso controllare un territorio talmente lontano, separato da due regni rivali. Fan Sui suggerì allora una strategia molto più efficace: eliminare i regni nemici uno alla volta, utilizzando lo stratagemma «Allearsi ai lontani per attaccare i vicini» ovvero stringere solide alleanze con due regni lontani, Qi e Chu, mentre con un pretesto venivano attaccati due regni confinanti, Han e Wei. Persino il più piccolo pezzo di terra strappato al vicino avrebbe ingrandito il territorio di Qin. In quel modo, Han e Wei si sarebbero trovati schiacciati nella morsa tra Qin da un lato e gli alleati Qi e Chu dall’altro. Una volta consolidato il potere su questi regni centrali, in una posizione chiave dello scacchiere geopolitico, il regno di Qin avrebbe potuto rivolgere la sua attenzione ai nuovi regni confinanti, Zhao e Chu. Quest’ultimo, da «alleato lontano» sarebbe divenuto «il vicino da attaccare». Mentre con un pretesto si sarebbe rotta l’alleanza con Chu sottoponendolo a un attacco, contemporaneamente si sarebbe stretta, da un lato, una nuova alleanza con il regno di Yan e, dall’altro, si sarebbe rafforzata la vecchia alleanza con il regno di Qi. Così, il processo innescato si sarebbe ripetuto. Una volta conquistato Chu non sarebbe stato difficile fagocitare Zhao, ridotto a un’enclave all’interno dei territori Qin. Sarebbe stata poi la volta di Yan. Di seguito, la volta del più vecchio alleato: Qi.
La chiave dell’intero piano bellico ruotava attorno alle alleanze strategiche. Il sovrano di Qin doveva abilmente indurre gli alleati a credere che i rapporti diplomatici che li legavano a lui fossero speciali e fondati su un’esclusiva amicizia reciproca. In tal modo egli si garantiva la divisione degli avversari del regno di Qin, impedendo loro di formare un fronte unito, qualora avessero intuito le reali intenzioni delle manovre militari.
Il sovrano di Qin adottò la brillante strategia propostagli da Fan Sui.
Gli eventi seguirono il corso predetto dallo stratega.
Fu inanellata una straordinaria sequenza di vittorie decisive contro i regni rivali, conquistati uno a uno: nel 230 Han, nel 225 Wei, nel 223 Chu, nel 222 Zhao (come illustrato nello stratagemma XXII) e Yan, nel 221 Qi, l’ultimo alleato. Alla fine non rimase più nessuno.
Niente da dire sul successo dello stratagemma che nell’arco di una decina di anni, consentì l’unificazione della Cina sotto la dinastia Qin.
1. → I 64 Enigmi, “Opposizione”, op. cit., pp. 82-83.