Capitolo Undici

Si misero in marcia, scivolando e correndo e rincorrendosi lungo le strade affollate, fra la gente carica di borse, pacchi e pacchettini.

Il guinzaglio di Hudson continuava ad aggrovigliarsi tra le gambe dei passanti e Joe dovette fermarsi almeno tre volte per sbrogliarlo. Non tutti presero la cosa con il giusto spirito natalizio: ci furono borbottii e brontolii e rimproveri severi. Quando finalmente raggiunsero il centro commerciale, erano accaldati, sudati e senza fiato. Ma, cosa più importante di tutte, erano arrivati in tempo.

La grotta di Babbo Natale era in fondo al grande magazzino Hanrahan. Era una specie di paesaggio invernale incantato, con un arco scintillante di luci natalizie e un sentierino serpeggiante che conduceva all’interno della grotta. C’erano solo due persone in fila e loro si accodarono con impazienza.

«Funzionerà» disse Aisling. «Me lo sento.» Il sorriso le andava da un orecchio all’altro. «Grazie per l’aiuto, Victor.» Lui non era abituato a essere ringraziato e scoprì che gli piaceva.

Un elfo si avvicinò. Era vestito di rosso e di verde, con un soffice pompon bianco sulla punta del lungo cappello, ma non sembrava affatto contento di vederli.

«Altri visitatori?» sospirò. «Proprio all’ultimo minuto, eh?»

«Ci spiace, noi…»

«Altro lavoro per Jiggles. Perfetto.»

«Sei… Jiggles?» domandò Joe.

«Sì, Jiggles l’Elfo. È un problema per te?»

I tre fecero segno di no con la testa.

La fila si muoveva lentamente e Aisling controllò l’orologio, preoccupata che la grotta chiudesse prima di riuscire a incontrare Babbo Natale.

«Vai al Polo Nord ogni anno?» domandò Joe a Victor quando il silenzio fra loro divenne insopportabile.

«Cosa? No, io non vado mai lassù. Perché?»

«Perché era quello che avresti dovuto fare con noi: volare fino al Polo Nord e convincere Babbo Natale che siamo buoni. Perché avremmo dovuto farlo, se tu non l’hai mai fatto prima?»

«Oh, sì. No, mi sono offerto perché la vostra babysitter vi ha messo sulla lista nera» spiegò allora. «Non mi è mai successo. Nessuno mi ha mai messo nell’elenco dei cattivi.»

«Cosa? Davvero?» domandò Aisling.

Aveva dato per scontato che Victor fosse finito su quella lista tantissime volte, perché, be’, ecco, per via di tutte le cose cattive che faceva.

«Sì, io non sono mai stato sulla lista nera, ma non preoccupatevi. Babbo Natale è un grande. Una volta che gli avremo spiegato la situazione, capirà e sarete di nuovo nell’elenco dei buoni. Quindi rilassatevi: non c’è niente da temere.»

«Facile dirlo, per te» mormorò Joe.

«Gnnnrrrhh» convenne Hudson.

Finalmente fu il loro turno di udienza con Babbo Natale. Una bambina sfilò verso l’altra uscita della grotta con il suo pacchettino. Sembrava davvero emozionata dopo l’incontro. Fece ciao con la mano a Jiggles, che abbaiò per tutta risposta.

«È il vostro turno» disse l’elfo. «Avete i cinque euro pronti?»

Si erano dimenticati che avrebbero dovuto pagare.

«Abbiamo quattro euro e ventinove centesimi» disse Joe.

«E un buono sconto di due euro per un hamburger» intervenne Victor.

«Oh, allora devo aver commesso un terribile errore» sentenziò Jiggles. «Devo aver detto accidentalmente che il prezzo è quattro euro e ventinove centesimi più un buono sconto di due euro per un hamburger quando intendevo dire che il prezzo è di cinque euro. Mi scuso.»

«No, tu hai detto cinque euro, solo che noi…» iniziò Aisling. «Aspetta, non dicevi sul serio, vero?»

«Come hai fatto a capirlo?» ironizzò Jiggles. «È cinque euro a persona. E i cani non sono ammessi.»

«Senti, siamo arrivati di corsa e non ci siamo resi conto che ci sarebbero serviti dei soldi e…»

«Sembra una bella storia. Perché non scrivete il resto per e-mail a: Jiggles@senefrega.com?»

I bambini si misero a rovistare in ogni tasca. Dei pantaloni, dei cappotti, delle camicie, una, due e persino tre volte. Controllarono addirittura nelle calze, giusto per essere sicuri. Non trovando nulla, si guardarono attorno. Frugarono con gli occhi il pavimento del centro commerciale nella speranza di scorgere una qualche monetina caduta, ma naturalmente, proprio perché ne avevano bisogno, non trovarono proprio nulla.

«Io ora chiudo, a meno che non abbiate i soldi.»

«Non li abbiamo, ma dobbiamo vedere Babbo Natale. È un’emergenza» piagnucolò Joe.

«Ne sono certo. Il prezzo resta comunque cinque euro.»

«Non puoi farci passare lo stesso? Solo questa volta? È Natale» disse Aisling più educatamente che poteva, nonostante stesse perdendo la pazienza.

«Certo, potrei lasciarvi passare» rispose l’elfo. «Se avete cinque euro.»

L'elfo Jiggles.

«Ma noi vorremmo solo…» iniziò Joe. Aisling, nel frattempo, si rese conto che Victor non era più lì. Era sparito.

«Vorreste solo…?» li incalzò Jiggles. «Perché si parla solo di ciò che volete voi? E di ciò che vuole Jiggles a chi importa? Pensate che mi piaccia stare qui tutto il giorno? Mi fanno male i piedi e la schiena, un ragazzino mi si è appiccicato addosso – e intendo proprio addosso – e dei bambini maleducati hanno portato dentro un po’ di neve solo per fare le palle e tirarmele in faccia. Che razza di persona fa una cosa simile? E se sento un’altra battuta sugli elfi, mi scoppierà la testa. Essere un elfo dovrebbe avere un che di magico, ma non quando sei impantanato in un centro commerciale. Sapete chi è magico? Gli elfi del Polo Nord. Loro la sanno lunga, ve lo dico io, con i loro giocattoli, le loro canzoni e i bastoncini di zucchero.» Era un’invettiva vera e propria, ma Aisling aveva già le sue preoccupazioni. «Credo che tu sia l’elfo più scontroso che ci sia mai capitato di incontrare» disse.

«Davvero? E quanti elfi avete conosciuto esattamente?»

Prima che lei avesse il tempo di rispondere, Victor saettò di lì a tutta velocità, con le mani che affettavano l’aria e le gambe che pompavano come pistoni, come se fosse inseguito da un branco di lupi, o da un orso, o da uno yeti. Eppure non c’era nessuno dietro di lui…

Jiggles non sembrò nemmeno notarlo. «E a nessuno importa che io sia l’unico elfo che non riesce mai a salire sulla slitta di Babbo Natale. Tutti abbiamo dei problemi, ragazzi miei.» Con quello, serrò il cancello proprio mentre gli altoparlanti annunciavano la chiusura del negozio. Era tutto finito. Avevano fallito.