Il signor Fleming, il capostazione, si era appisolato, ma fu svegliato di soprassalto da due adulti, tre bambini, un elfo e un gatto che girovagavano rumorosamente nella stazione ferroviaria altrimenti deserta.
«Ehi, cosa sta succedendo laggiù?!» gridò mentre quelli correvano, camminavano e zoppicavano verso l’area degli spogliatoi.
«Stiamo cercando di trovare una lista magica e salvare il Natale per milioni di bambini» strillò Aisling, per tutta risposta.
«Be’, potete farlo in silenzio? Io sto cercando di dormire un po’, invece» replicò il signor Fleming prima di rientrare nel suo ufficio.
Gli armadietti erano disposti in file ordinate, impilati a colonne di tre, uno sopra l’altro. Victor, Aisling e Joe si misero subito a cercare il numero 227. Non impiegarono molto a trovarlo: era l’unico illuminato dall’interno, con un riverbero di luce che pareva danzare intorno ai bordi.
«L’ho trovata. È lì dentro» strillò Joe, inutilmente.
«Wow, ottimo lavoro, ragazzo. Sai, con le tue brillanti e uniche capacità dovresti aprire un’agenzia investigativa» commentò Jiggles.
«Grazie…?»
Aspettarono con impazienza che arrivasse il signor Grindle e aprisse l’antina. E l’uomo ne approfittò per dare spettacolo, prendendo la chiave dal collare della gatta con teatrali gesti enfatici, finché la signora Grough non lo rimbrottò.
«Oh, si dia una mossa, signor Grindle, suvvia!» Aisling trattenne il respiro, mentre lo sportellino si apriva cigolando.
Ed eccola lì, la lista di Babbo Natale! Si librò a mezz’aria, in una magica e ondeggiante nebbiolina dorata.
Ancora una volta, nel vederla, i ragazzini provarono un senso di calma e di pace, come se ogni cosa al mondo fosse a posto.
«Ora non ci resta che trovare Babbo Natale, che potrebbe essere ovunque sul pianeta, nella notte più trafficata dell’anno, dargli l’elenco di tutti i bambini che dovrebbero ricevere i regali, sperando che non sia troppo arrabbiato con noi, e poi tornare a casa prima che mamma e papà scoprano cosa abbiamo combinato» ragionò Joe.
«Non devi preoccuparti per l’ultima parte» disse la signora Grough. «Sarò io stessa, domattina, a riferire ai tuoi cosa avete combinato.»
«Buon Natale anche a lei, signora Grough» brontolò Joe.
Una volta risaliti in macchina, la bambinaia prese a guidare con determinazione, anche se nessuno sembrava sapere per certo dove stessero andando o cosa avrebbero fatto una volta arrivati.
«Cosa sta succedendo?» sussurrò Joe.
«Non ne ho la più pallida idea, e credo nemmeno lei. L’elfo dovrebbe sapere come entrare in contatto con Babbo Natale» azzardò Victor. «Non sai dov’è la sua slitta?» aggiunse rivolto a Jiggles.
«Come potrei aver già accennato, non sono mai stato sulla slitta di Babbo Natale. Neanche una volta. È un punto piuttosto dolente perché, a differenza di altri di cui non faccio i nomi, non sono il tipo di elfo che vuole starsene seduto da qualche parte con le mani in mano, quindi, grazie mille per avere tirato in ballo questa cosa» si lagnò Jiggles.
«Ma non hai una specie di modo magico per comunicare con lui o qualcosa del genere?» lo incalzò Victor.
«No, non sono un mago. Sono loro a usare la magia. Ehi, vuoi che mi metta in contatto con il mio amico Frank il Mago? Potrebbe essere in grado di aiutarci» ribatté Jiggles.
«Hai un amico mago?» domandò Victor, stupito.
«No. Ero sarcastico. E sai perché non ce l’ho? Perché i maghi non esistono!»
«Maghi? Te lo avevo detto, signora Pushkins, che quei mocciosi sono degli idioti» borbottò il signor Grindle. «Sssh, torna a dormire, amica mia. Hai avuto una lunga giornataccia, non è vero, mio piccolo dolce tesorino?»
In pochi istanti, fu lui a mettersi a russare.
Nel frattempo si erano lasciati alle spalle la città e ora stavano percorrendo tranquille stradine di campagna.
«Non so dove sto andando» disse la signora Grough. «Speravo che, se avessi continuato a guidare, mi sarebbe venuto in mente un piano, ma non è accaduto.»
«Ho un’idea!» esclamò Aisling.