Prima c’è la fitta, la messaggera del dolore. Rabbrividisci, poi d’improvviso ti senti svenire. Hai caldo, poi freddo, poi caldo e freddo contemporaneamente: sei sudata eppure riarsa, secca come un osso eppure fradicia, come acqua che esce da una roccia colpita due volte. Parossismo è il termine tecnico per quello che viene dopo: la morsa e l’allentamento della febbre malarica. Cominci a tremare e sei febbricitante, le retine ti si sbiancano, infine si fa strada la vendetta del delirio.
Ti ritrovi ad annegare da sola in un mare. Ti aggrappi a uno scoglio per restare a galla. Tre uomini dalle vesti bianche dicono che non puoi passare, poi però Dio dice agli angeli di salvarti. Lanciano una fune e tu ti tiri fino all’altra parte del mare. Entri in una città, una splendida musumba, dove gli angeli controllano se il tuo nome è sul Libro. Quando non lo trovano, ti insegnano nuovi inni, ti danno passaporti per il paradiso e ti rimandano a diffondere il verbo tra la gente. Ti risvegli dalla morte con due Libri tra le mani, uno nero, uno bianco, uno cielo, uno terra, entrambi accesi dallo spirito divino.
Raduni le persone come uno stormo di uccelli selvatici, vengono da te a migliaia in una settimana. Dai loro nuovi nomi, ne tocchi la fronte con l’acqua, costruisci una chiesa al di là delle chiese: la Lumpa. I tuoi nemici rubano i tuoi Libri e sminuiscono i tuoi saggi insegnamenti, ma tu sei una profetessa, una regina. Regina! Mandano i Padri Bianchi a chiamarti diavolo, a prendere in giro la piccola Alice nel paese delle meraviglie. Mandano capi e kapasu a esigere le tasse. Tu dici: «Perché dobbiamo dare a Cesare?». Mandano gli uomini di Kaunda a additarti come una selvaggia. Dicono: «Annegate la Lumpa per sempre».
Tu accendi il fiammifero e dai fuoco al tetto. Respingi tutti gli invasori, i bianchi e i neri. Difendi le tue chiese con l’arco e con la scure... e lo spirito, naturalmente, che ti scorre nelle vene, l’oro bianco ardente del sole. Le armi si alzano verso il cielo o sparano semplicemente acqua, i loro proiettili non possono più trapassarti! Ma soltanto il tuo corpo è salvo. I tuoi giacciono intorno a te, sparpagliati a mucchi, falcidiati, crivellati dai colpi, prosciugati del sangue.
Noi avevamo fatto lo stesso con il tuo, di sangue, qualche tempo prima, soltanto un po’, ma abbastanza da provocare la malaria cerebrale. Oh Alice Lenshina! La nostra Giovanna d’Arco! Così tante morti alla nascita di questa nazione e tutte originate da una sola puntura casuale!