Antonio rientrò a casa e si chiuse in camera per darsi una sistemata prima che Caitlyn lo vedesse. Il taglio vicino al sopracciglio non era grave ma non era neanche un bello spettacolo.
Con una lunga doccia calda ebbe il tempo di schiarirsi le idee. Non poteva continuare così, doveva trovare un equilibrio tra il bisogno di combattere e la vita fuori dal ring.
Che padre sarebbe stato? Come avrebbe potuto esporre i suoi figli a quel tipo di vita?
Ebbe giusto il tempo di avvolgersi un asciugamano ai fianchi che qualcuno bussò alla porta.
«Ciao.» Lo sguardo di Caitlyn fu attirato dal petto nudo di Antonio. Il rossore tornò a colorarle le guance.
Lui amava quel suo arrossire. Fiamme di desiderio si accesero nel suo corpo ancora carico di adrenalina.
L'espressione di Caitlyn si fece preoccupata e guardando il taglio sul sopracciglio chiese: «Cos'è successo? Stai sanguinando».
«Sono andato a sbattere.» Scrollò le spalle, rendendosi conto che la scusa non reggeva. «Un gancio di un tipo. Sono andato alla Falco questo pomeriggio.»
«Hai bisogno di un disinfettante? Di un cerotto?» gli domandò senza cambiare espressione.
Lui ricambiò con un sorriso. «Nessun pugile che si rispetti va in giro con un cerotto in faccia. Grazie del pensiero, comunque non fa poi così male.»
In quel momento Antonio voleva solo Caitlyn.
«Entra» la invitò a bassa voce ma in tono deciso.
Caitlyn scosse la testa. «Non credo che sia una buona idea.»
«Allora perché sei qui, Caitlyn?»
La domanda la mandò in confusione. Si mordicchiò le labbra attirando lo sguardo di Antonio proprio lì, facendogli immaginare che fossero i suoi denti a morderle le labbra.
Distolse lo sguardo e si schiarì la voce.
«Io... ecco, volevo parlarti ma non immaginavo di trovarti... svestito. Non sarei dovuta venire. È che non ti ho visto scendere per cena e mi sono preoccupata che ti fosse accaduto qualcosa... è stato uno sbaglio.»
Antonio le afferrò un braccio.
«Caitlyn, basta scappare.»
Aveva bisogno di lei nel modo più elementare che esisteva. E anche emotivamente, ma ancora non riusciva a comprenderlo fino in fondo. Pensava che quel bisogno fosse corrisposto, perciò era inutile rifiutarsi di affrontarlo.
Lentamente, la fece girare in modo da poterla guardare negli occhi.
Era confusa.
«Dai, entra» la pregò nuovamente.
Se solo fosse riuscito a farle capire quanto si sentisse spaventato a esplorare cose che non conosceva pienamente e che solo lei poteva insegnargli perché era Caitlyn l'unica donna che desiderava.
«Non posso... ho paura» confessò.
Quell'ammissione lo colpì. Le lasciò il braccio, rendendosi conto che vedeva in lui forza e brutalità.
Lui infliggeva dolore agli altri.
Si accorse di averla costretta a guardare l'incontro alla Falco, di averla quasi forzata a entrare nella sua stanza da letto per soddisfare il suo desiderio.
Caitlyn aveva bisogno di un altro tipo di uomo. Gentile e delicato.
«Non ti farò del male» si affrettò a dirle, «odio il fatto che tu mi pensi capace di tanto.»
«Non ho paura di te» si corresse, «non ne ho mai avuta.»
Se non aveva paura di lui, allora di cosa?
«Dimmi» la incoraggiò dolcemente protendendosi in avanti per prenderle la mano per guidarla verso di lui. Era quasi sulla soglia. «Cosa provi quando faccio questo?»
Lentamente, le appoggiò la mano sul torace, proprio lì sopra il cuore che batteva all'impazzata.
In silenzio, Caitlyn rimase a fissare la sua mano sotto quella di Antonio. Le dita si incurvarono leggermente come se volesse stringere la presa, ma non lo fece.
«È come granito» sussurrò. «È così solido. E sotto batte un cuore meraviglioso.»
«Cosa?» chiese Antonio stupito.
«Tu, Antonio.» Pronunciò il suo nome in una sorta di gemito e quel suono lo mandò in estasi.
«Dici il mio nome come se fosse poesia.» Era solo un nome. Tuttavia sentirlo dalla sua bocca... era terribilmente eccitante.
Lui era Antonio. Eppure, non lo era. Non si ricordava, infatti, chi fosse stato in passato.
«Tutto di te è poesia» mormorò Caitlyn. «Il modo in cui cammini, il modo in cui stai con i bambini, come ti muovi sul ring. Non riuscivo a smettere di guardarti combattere l'altro giorno.»
«Ti piace vedermi combattere?» La sola idea era assurda. Lo sguardo sognante di Caitlyn, però, parlava diversamente.
«Non avrei dovuto, invece è stato stupendo» sospirò. «Guardare i tuoi movimenti così perfetti, il tuo corpo così fluido e armonioso. È come una canzone che fin dalla prima volta che l'ascolti ti arriva diritta al cuore.»
Il respiro di Antonio si fece più accelerato. «Tu provi qualcosa per me.»
Mordicchiandosi il labbro lei annuì. «Ho provato a negarlo. Ma è impossibile.»
«Allora perché scappi da me?» Le prese il viso tra le mani avvicinandolo al suo.
«Ho paura di me stessa» sussurrò. «Voglio qualcosa che riesco a malapena a capire. È come nelle favole, quando dicono alla principessa Aurora di non toccare il fuso. Non sono mai riuscita a capire perché non abbia ubbidito. In realtà credo che sia perché non sapevo cosa significasse desiderare veramente qualcosa. O qualcuno... prima di conoscere te. Non so cosa fare, Antonio.»
Lo voleva. E questo non era un piccolo dettaglio.
«C'è solo un modo per scoprirlo.»
Si sporse nello spazio che li separava e posò le labbra su quelle di lei per pochi secondi, baciandola con un millesimo della passione con cui avrebbe voluto farlo.
«Lascia che ti baci. Lascia che ti faccia provare tutte le cose che hai sempre voluto. Fatti amare.»
Caitlyn schiuse le labbra in un implicito invito a continuare.
«C'è qualcos'altro che devo dirti.» Il suo sguardo cercò quello di Antonio. «Non ho mai fatto l'amore prima d'ora.»
«Sei vergine?» L'espressione di Antonio non vacillò. Caitlyn annuì. «Questo spiega molte cose. Ecco perché mi hai chiesto di avere il tuo spazio. E io non te l'ho dato.»
«Sì, invece» si affrettò a rispondere. «Tu sei perfetto. Il problema sono io. È questo che cercavo di dirti. Non ho nessuna esperienza di... be', lo sai di cosa. Sono nervosa. Tu sei un uomo così bello e avrai delle aspettative, probabilmente perché ti sei illuso che io... ecco, io non sono Vanessa. Capisci cosa intendo...»
«Credi che ti paragoni a Vanessa?»
«Era bellissima e gli uomini impazzivano per lei. Sapeva come... soddisfarli.»
«Allora è piuttosto ironico che non mi ricordi di lei, non trovi?»
«Non la ricordi per niente?»
«Poco. A volte ho dei flash. La sua risata. I capelli rossi. Tuttavia non ricordo di averla amata. È pazzesco.»
Lo scoraggiamento nella sua voce le fece male.
«Mi dispiace, deve essere molto difficile per te.»
«La cosa più difficile è che voglio andare avanti.» Il suo sguardo penetrante le fece ribollire il sangue. «Voglio vivere il presente. Ho trovato una persona che voglio con tutto me stesso. Voglio amarla e renderla felice e voglio che lei faccia lo stesso con me. Non riesco, però, ad averla tra le mie braccia.»
«E quella persona sarei io?» chiese con un filo di voce.
«Sì, proprio tu.» Le accarezzò la guancia con dolcezza. «Non posso e non voglio paragonarti a Vanessa. Voglio vivere quello che c'è tra noi adesso. E voglio che mi insegni il tipo di amore di cui parlavi.»
«Come posso io insegnarti qualcosa? Non l'ho mai fatto.»
Le sue fantastiche labbra si curvarono in un sorriso malizioso. «Anch'io non ho ricordi molto chiari al riguardo. In un certo senso sarà la prima volta per entrambi.»
Per qualche motivo, quello che aveva appena detto le piacque. Moltissimo.
Antonio non ricordava Vanessa e voleva imparare tutto sull'amore e il sesso. Caitlyn poteva rendere quell'esperienza tutto o niente. Tra le sue braccia poteva diventare la donna che non era mai stata e coinvolgerlo emotivamente per sempre.
Dopo l'incidente aereo lui era una persona diversa, e spesso Caitlyn aveva dovuto gestire i suoi lati oscuri. L'amnesia non giocava a suo favore in quei casi.
Peccato che Antonio avesse un corpo creato per il piacere... poteva avere dimenticato molte cose, non certo come far fremere di desiderio una donna.
Lei non avrebbe potuto fare altrettanto con lui.
«Sei sicuro che sia questo ciò che vuoi? Sono un'imbranata. Immagino che questo non sia il massimo per un uomo.»
«Ascolta, Caitlyn» replicò, guardandola negli occhi, «sono dieci minuti che siamo qui e per nove minuti e mezzo ho avuto la tentazione di togliermi questo asciugamano di dosso. Basta preoccuparti di cose che non sono importanti. Basta negare ciò che c'è tra noi.»
Si fece da parte, aprendo di più la porta per farla entrare.
Ecco la possibilità che desiderava da tanto tempo. Far tacere il senso di colpa e diventare finalmente una donna nelle mani di Antonio.
Poter appartenere al grande amore della sua vita.
Quello che le aveva appena detto significava che era disposto a ricambiare i suoi sentimenti.
Aveva amato Vanessa, l'aveva sposata e desiderava riavere quel tipo di legame. Il tipo di legame che Caitlyn aveva sempre sognato.
E adesso, era lì davanti a lei.
Tuttavia, Caitlyn esitò.
Cosa sarebbe successo se avesse oltrepassato la soglia, facendo capire ad Antonio che era pronta ad abbandonarsi a una storia d'amore?
E se poi non avesse funzionato? Che madre sarebbe stata una donna con il cuore spezzato? Gli ultimi anni erano stati difficili e lo aveva desiderato solo da lontano. Come sarebbe stato amare ed essere riamata da un uomo come Antonio, rischiando forse di perderlo perché non era la donna adatta a lui?
Era questo il motivo per il quale non si era mai spinta oltre nei rapporti con gli uomini, incluso Antonio, la prima volta che si erano conosciuti. Caitlyn era letteralmente terrorizzata da quello che sarebbe potuto accadere dopo che avesse deciso di aprirsi, anima e corpo, con qualcuno.
Lasciò che il suo sguardo indugiasse sul petto nudo di Antonio, su quel falco tatuato, desiderando che lui sciogliesse i suoi dubbi.
In quel caso sarebbe stato impossibile fuggire.
Inspirò profondamente per calmare il cuore che batteva all'impazzata. Tutto inutile.
E alla fine entrò nella stanza di Antonio.