Avrebbe dovuto voltarsi per impedirgli di toccarla in quel modo. Una semplice carezza sulle labbra era bastata a stregarla. Stargli così vicino, poi, le provocava una tensione tremenda. Tremenda, ma non pericolosa. Quella strana estasi a occhi aperti le sembrava perfettamente normale, quasi rassicurante, dopo il tragico inizio della serata. Anche gli ultimi strascichi della paura erano scomparsi e ora poteva godersi a fondo l'attenzione e il fascino di Gareth.
«Non sono venuta qui per questo» disse Eva con un filo di voce.
«Lo so.»
Gareth non le parve sincero né troppo interessato alle sue parole. Forse non le credeva e dava per scontato che lei fosse andata a cercarlo proprio per quello, ma poi avesse perso il coraggio e si fosse seduta sui gradini dell'ingresso.
«Si sono davvero introdotti in casa mia. Non era una scusa.»
«Non ho dubbi.»
«Allora perché...?»
Lui le sfiorò le labbra con le proprie «Non lo so. Forse perché sei curiosa e io ho una gran voglia di colmare le tue lacune.» La bocca di Gareth le accarezzò la guancia, solleticandola con il respiro e scatenandole un'ondata di brividi. «Forse perché trovo eccitante una donna che dice quello che pensa senza esitare. Forse perché credo che la tua anima sia piena di passione.»
Eva cercò di fermarlo appellandosi alle norme sociali, ma senza convinzione. «Sarebbe ignobile sedurre una donna che è venuta qui a chiederti aiuto.»
Lui inclinò la testa per parlarle all'orecchio. Non c'era più alcun contatto fisico tra di loro, eppure Eva si sentiva tesa e affannata come se Gareth stesse accarezzando il suo corpo nudo.
«Infatti non ho intenzione di sedurti.»
«Ah, no?»
Gareth scosse la testa, così vicina che i suoi capelli morbidi le solleticarono il volto e il suo respiro caldo le accarezzò il collo. Eva dovette lottare per nascondere l'effetto che le facevano quelle provocazioni sensuali.
«No, ma voglio godermi la dolce tortura del desiderio. La tentazione è piacere puro.» Il suo respiro le solleticò di nuovo l'orecchio e il collo. «Senti anche tu che è così in questo momento. So che lo senti.»
Era vero. Gareth stava suscitando in lei reazioni forse ancora più intense di quelle provate mentre si baciavano in giardino. Erano così vicini che, se Eva avesse fatto un respiro profondo, i suoi seni gli avrebbero sfiorato la camicia. E quella piccola distanza implorava di essere eliminata.
«Credevo che un uomo come te non si accontentasse di una dolce tortura, ma si prendesse sempre quello che vuole» mormorò lei.
Gareth le fece scorrere le dita sull'orlo della scollatura. La vicinanza della sua mano ai seni rischiò di farle perdere la testa. Cercò di lottare contro i propri impulsi, ma era una battaglia persa in partenza perché quelle mani avevano già toccato il suo corpo nudo ed era stato meraviglioso.
«Come ho già detto, ho una pessima reputazione, ma non sono un uomo senza principi. Ci sono molte ragioni per cui non posso averti, soprattutto non stasera. Innanzitutto, sei venuta da me per chiedere aiuto. Poi, hai bevuto un alcolico forte. Dato che sei innocente, dopo stanotte ti aspetteresti da me delle certezze che non posso darti. Io non seduco donne che non sono sicure delle proprie scelte e che il giorno seguente si pentono di ciò che hanno fatto, Eva. Nemmeno quando le desidero da impazzire.»
Le sue dita le toccarono la pelle per un attimo ed Eva venne pervasa da una sensazione di calore.
Di certo, dopo quel discorso, lui si sarebbe allontanato. Eva non sopportava più quel contatto. Il suo corpo fremeva per avere di più. Capiva perfettamente il senso delle parole di Gareth sul piacere della tentazione. Pochi giorni prima, in quello stesso giardino, aveva assaporato per un attimo l'appagamento di tali desideri e ora la tentazione era così forte che spazzò via ogni prudenza e ogni senso del pudore dalla sua mente.
«E se... se non mi pentissi di niente?» gli chiese. «Se fossi stanca di vivere nell'ignoranza e la mia curiosità si spingesse oltre le parole?»
Lui la guardò in silenzio.
«Se fossi certa di quello che voglio e non mi aspettassi niente da te?»
«Eva...»
«Se ti dicessi che stare fra le tue braccia mi sembra la cosa più sicura e più giusta del mondo, stasera?»
Gareth assunse un'espressione intensa e socchiuse le palpebre. La sensualità divenne un'energia tangibile tra i loro corpi. Eva attese con trepidazione la mossa successiva. Le sembrava quasi impossibile che desiderasse così tanto gettarsi tra le braccia di un uomo.
Lui, però, non la prese affatto tra le braccia. Eva lo guardò negli occhi, si perse in quello sguardo e riconobbe l'istante esatto in cui la tentazione perse la battaglia.
Non poteva crederci. Gli aveva appena offerto il proprio corpo e lui stava per rifiutarla. E per fortuna che era un libertino senza scrupoli!
Peggio ancora, lui le sorrise teneramente, come se avesse di fronte una bambina, e le diede un bacio sulla fronte.
Furibonda, Eva gli gettò le braccia al collo, lo attirò a sé e lo baciò sulla bocca. I suoi seni finalmente incontrarono il petto di Gareth, dando un po' di sollievo al suo corpo palpitante.
Sorprendente... Gareth esitò per qualche istante. Poi, però, i suoi intempestivi scrupoli vennero sbaragliati da una ventata di desiderio impetuoso. Lui la strinse contro di sé, le bloccò la testa e la baciò con foga, poi scese sul collo e sul petto. Eva fece scorrere su di lui le mani, impazienti di toccare, stringere e imparare. Sì, sì, ancora, pensava mentre Gareth la accarezzava e la dominava con la forza del suo desiderio.
Un mormorio roco le lambì l'orecchio. «Non qui.» Lì, ovunque, non le importava dove. Si spostarono insieme, avvinghiati in un vortice delirante di carezze e baci. Chissà come, arrivarono al piano di sopra, sbattendo contro le pareti e armeggiando con i lacci dei vestiti in preda all'impazienza.
Un impeto di gioia quando il corpetto del suo abito si allentò. Euforia pura quando Gareth la spinse contro il muro della seconda rampa di scale, le abbassò la camicia e il corpetto e le sue mani calde le toccarono i seni. Sì, pensò, riconoscendo quel piacere intenso, perfino migliore di come lo ricordava. Sì, quando lui abbassò la testa e la sfiorò con la lingua.
Eva non poteva camminare con il vestito abbassato, così lui la prese in braccio e la portò in una camera da letto spoglia.
Gareth si sedette sul letto e la fece restare in piedi di fronte a lui. Eva abbassò lo sguardo e incontrò due occhi neri e profondi e un volto trasfigurato dalla passione, ardente, eccitato. Il suo corpo reagì con una scossa di desiderio che si fermò tra le cosce.
Gareth abbassò ancora di più il suo abito e slegò in fretta i lacci che lo chiudevano. L'indumento cadde a terra e il corsetto volò dall'altra parte della stanza, lasciandola completamente nuda.
Lui percorse il suo corpo con le mani e con lo sguardo. «Sei bellissima, Eva.» La attirò a sé, tra le proprie gambe, mettendole una mano sul fondoschiena e una su un fianco, poi la baciò così intensamente che la donna sentì le gambe cedere. Gareth spostò la bocca sui seni e iniziò un perverso gioco di piacere con la lingua e i denti, senza mai smettere di accarezzarle i fianchi, la schiena, le cosce... tutto il corpo. La mente di Eva venne oscurata dalla forza di quelle sensazioni, mentre il bisogno di avere di più cresceva, palpitava e la travolgeva, fino a trasformarsi in una smania incontenibile, che inghiottì perfino il piacere.
Gareth le infilò una mano tra le cosce e toccò il centro pulsante del suo desiderio. Eva emise un grido strozzato, sconvolta dall'intensità sconosciuta di quella sensazione, e provò ad allontanarsi, ma lui non glielo permise. La trattenne e continuò quella lunga carezza.
Piacere e desiderio si unirono in un'ondata potente che le tolse il fiato. Gareth la sollevò e la fece sedere a cavalcioni sulle proprie ginocchia. Eva abbassò lo sguardo mentre la mano dell'uomo la accarezzava di nuovo tra le cosce. Ora era ancora più esposta al suo tocco e provò qualcosa di indescrivibile. Un attimo prima di chiudere gli occhi per tentare di controllare il delirio, vide che anche lui stava guardando quel punto.
Aveva quasi voglia di piangere. Lo implorò con qualche frase spezzata, pregandolo di avere pietà di lei, di placare quella follia in qualche modo.
«Presto, molto presto» rispose Gareth. La sua mano ricominciò a muoversi, una carezza che le tolse il fiato. «Devi provarlo ora, perché non so se ci riuscirai quando ti prenderò.»
La attirò a sé, contro il proprio petto, e la trattenne in quel modo mentre continuava a toccarla e accarezzarla tra le cosce. Eva provava sensazioni sempre più intense e frenetiche, tanto che a un certo punto credette di impazzire.
E infine, non potendo più trattenersi, gridò, schiacciando il volto contro la sua spalla, mentre il desiderio esplodeva in una miriade di sensazioni indescrivibili. Per un lungo momento perse ogni contatto con la realtà, poi tornò lentamente in sé, abbandonandosi, nuda e sconvolta, tra le braccia di Gareth.
Rimase così, immobile, finché l'eco di quell'energia potente e gloriosa non si fu esaurita del tutto, poi Gareth la sollevò e la depositò dolcemente sul letto.
Gareth si spogliò e si mise a letto accanto a lei. Eva era ancora sconvolta, ma non tanto da non guardarlo mentre si toglieva i vestiti.
«Vieni qui.» Gareth le porse la mano. «Qui, così.» La fece sdraiare a pancia in su sopra di sé, con la testa appoggiata alla sua spalla e il corpo esposto al suo sguardo e al suo tocco.
Lei si agitò un po', sorpresa di trovarsi in quella posizione. Gareth le accarezzò la testa e le spalle finché non la sentì rilassarsi sul proprio corpo. Abbandonandosi su di lui, Eva premette il fondoschiena contro la sua erezione. Sollevò subito i fianchi, stupita, poi li riabbassò lentamente, mentre la curiosità aveva la meglio sulla sorpresa. Si tirò su, in modo da infilare il suo sesso eretto fra le cosce e Gareth la spostò ancora, finché la punta del membro non le sfiorò il pube.
Eva mosse appena i fianchi, ma quel movimento bastò ad annebbiarle i pensieri. «Sei davvero un uomo cattivo» gli disse, muovendosi in maniera sensuale.
Gareth le baciò una spalla e il volto. I seni di Eva si fecero turgidi e i capezzoli tornarono a indurirsi. Gareth li sfiorò con i pollici e lei parve quasi sollevarsi dal letto, tanto inarcò la schiena. Continuò ad accarezzarle delicatamente i seni ed Eva strinse le coperte fra le dita.
Gareth continuò a stuzzicarla e provocarla, riaccendendo il suo desiderio. Eva si dimenò contro il suo corpo, accarezzandogli l'erezione con le cosce e premendola contro il monte di Venere. Gareth era così eccitato che sentì un impulso quasi violento di prenderla.
Riuscì a ritrovare il controllo sufficiente a impedirsi di aggredirla. Piano. Con calma, si ammonì. Cercò di aggrapparsi alla poca lucidità che gli restava, ma la sua mente si riempì di immagini erotiche ed eccitanti.
Prese Eva e la girò a pancia in giù, poi si tirò su per guardarla mentre le accarezzava la schiena e i glutei. La immaginò mentre si metteva in ginocchio e...
Eva sollevò la testa e lo guardò, come se gli avesse letto nel pensiero. Gareth la baciò per rassicurarla, continuando a fare scorrere la mano sulle sue curve. «Abbandonati al piacere. Non pensare a nient'altro.»
Lei tornò a stringere il cuscino. Gareth le percorse lentamente la schiena con dei piccoli baci che le tolsero il fiato. Un piccolo gemito risuonò nell'aria quando le passò delicatamente le dita tra le natiche e poi scese più giù, tra le cosce. Accarezzò le sue pieghe intime ancora tumide, strappandole un gemito dietro l'altro e trascinandola di nuovo verso il piacere.
Anche il desiderio di Gareth crebbe a dismisura, alimentato dal potere che esercitava su di lei. La toccò nel punto più sensibile e lei gridò, poi si coprì subito la bocca con una mano. Gareth, soddisfatto, ripeté lo stesso gesto e sentì un altro grido soffocato.
«Non può sentirti nessuno a parte me, Eva. Non respingere ciò che ti sta accadendo.»
Lei, con gli occhi socchiusi e un'espressione illanguidita dal piacere, scosse la testa. «È così bello che mi fa paura. È troppo indecente, non posso permetterti di guardarmi di nuovo mentre... mentre io...»
Gareth le fece una carezza più profonda e lei sollevò i fianchi per offrirsi meglio al suo tocco. «Mentre ti abbandoni al piacere e a me?»
Eva annuì.
«Vuoi che mi fermi?»
Lei si morse il labbro e fece di no con la testa.
«Allora togli la mano dalla bocca e lasciati andare. Voglio farti scoprire e accettare quanto quest'esperienza possa essere sconvolgente e meravigliosa.»
Eva lasciò ricadere la mano sul materasso. Gareth la accarezzò piano e notò che la passione la rendeva ancora più bella e raggiante. I respiri della donna si fecero brevi e affannati mentre approfondiva il contatto intimo. Penetrò il suo sesso morbido con un dito, poi con due. Lei allargò le labbra e ansimò forte. Gareth andò ancora più a fondo e lei strinse il lenzuolo, gemendo.
«Oh» mugolò. «Oh, sì.»
Era umida e pronta a riceverlo. Anche Gareth era giunto ormai al limite della sopportazione. La sua mente e il suo corpo chiedevano soddisfazione.
Girò Eva a pancia in su. Si diedero un lungo bacio, intenso e sensuale, mentre Gareth cercava di placare un po' la tempesta che impazzava in lui. Purtroppo, però, quel bacio ebbe l'effetto opposto e cancellò dalla sua mente qualunque pensiero che non fosse entrare dentro di lei. Le succhiò i capezzoli con forza, fino a farla gridare. Lei si aggrappò alle sue spalle, in preda alla frenesia. Quando Gareth ricominciò ad accarezzarle le pieghe intime, i gemiti di Eva si trasformarono in mugolii di approvazione e frustrazione allo stesso tempo.
Era arrivato il momento. Doveva prenderla. Però...
Non le chiese niente. Non pensò a niente. Si spostò verso il basso, baciandola lungo il collo e le spalle, senza preoccuparsi di spaventarla e concentrandosi solo sull'impulso primitivo che lo dominava. Continuò a scendere, fino al pube, e poi ancora più giù, allargandole le gambe.
Eva gridò, ma non era una reazione di piacere. Gareth alzò lo sguardo e vide che lei lo stava fissando con gli occhi sbarrati.
Lui continuò a toccarla, lasciando parlare solo il piacere.
«Non ho mai... Non sapevo che...» Eva riusciva a malapena a esprimersi tanto era sconvolta. «Mi sembra davvero troppo indecente. Non credo sia una cosa normale.»
Gareth rimase fermo tra le sue cosce. «Aspetterò che sia tu a chiedermi di farlo. Continuerò a toccarti finché non vorrai di più.»
«Non credo che riuscirò... Non potrei mai... Oh.» Quel gridolino le sfuggì dalle labbra quando le toccò il clitoride.
Gareth sapeva come portare una donna al limite del piacere senza però soddisfarla del tutto e lo fece anche con Eva, finché non la vide dimenarsi per la smania. Lui stesso provava sensazioni molto più intense del solito e riuscì a mantenere il controllo solo concentrandosi sulle reazioni di Eva.
«Io... Ti prego... io...» farfugliò lei, tra un sospiro e l'altro.
«Vuoi di più, Eva?»
Lei abbassò lo sguardo e Gareth lesse una sorta di follia sconosciuta nei suoi occhi. La vide fare un cenno di assenso quasi impercettibile, ma questo gli bastò.
Le baciò una coscia mentre si appellava a quel poco di controllo fisico e mentale che gli restava per non impazzire. Poi voltò la testa e le diede il bacio più intimo di tutti.
Oh, cielo... Provava delle sensazioni insopportabili, sconvolgenti, incredibili.
Eva si irrigidì per un istante, mentre il suo corpo reagiva con timore a un contatto tanto intimo, ma presto il piacere ebbe la meglio. Lei si ritrovò in un luogo fuori dal mondo, dove la sua mente chiedeva di più, implorava di trovare sollievo, desiderava un'eternità fatta di quelle sensazioni straordinarie.
Guardò Gareth per vedere cosa stava facendo e si chiese come la vedesse lui in quel momento. Era una situazione oscena. Indecente. Nella dimensione di desiderio carnale in cui era sprofondata, si insinuarono i pensieri più strani e disparati. Cosa avrebbe detto sua madre se l'avesse saputo. La certezza che Charles non l'aveva mai desiderata in quel modo. L'incredulità della gente di Langdon's End di fronte a uno scandalo del genere.
Zittì ogni pensiero o idea, lasciando campo libero solo alla voce che l'aveva portata su quel letto e che diceva: Scopri più che puoi. Prendi tutto. Forse questa è l'unica occasione che hai per farlo.
Di colpo qualcosa cambiò. Fu un cambiamento lievissimo ma innegabile. Gareth divenne più impetuoso, come se avesse sentito quelle voci nella propria testa e stesse cercando di allontanarle. Anche il piacere fisico divenne quasi insostenibile, come era successo prima, quando era seduta sulle sue ginocchia, ma stavolta le sensazioni erano cento volte più intense. La sua mente si svuotò di ogni pensiero ed Eva perse qualunque inibizione.
Non era più lei la padrona del proprio corpo, ma Gareth e ciò che le stava facendo. Lui la trascinò sempre più a fondo nella frenesia del desiderio sessuale finché le parve che non esistesse più nient'altro al mondo. Nella sua testa risuonavano gemiti e mugolii. Poi, all'improvviso, arrivò sul punto di esplodere e le venne voglia di gridare e implorarlo di darle un altro meraviglioso finale.
Invece lui si fermò. Si mise sopra di lei, tra le sue braccia, ed entrò lentamente nel suo corpo. Eva lo strinse forte mentre veniva assalita da una nuova ondata di stupore e meraviglia. Se anche lo avesse voluto, non avrebbe potuto resistergli. Non aveva sufficiente controllo per opporsi.
Gareth si spinse più a fondo. Eva lo sentì scivolare nel suo sesso ancora infiammato e sensibile per i baci e si spostò per accoglierlo meglio dentro di sé. Lanciò un'occhiata fugace a Gareth e rimase colpita dal suo sguardo ardente e dall'espressione tesa del suo volto. Si rese conto che anche per lui quella volta era tutto diverso dal solito, che si stava imponendo di trattenersi per non farle male.
Eva chiuse gli occhi e non disse niente del fastidio che quell'invasione le stava provocando. Si lasciò andare per vivere quel momento fino in fondo, come aveva fatto anche prima.
Infine Gareth si fermò. Era dentro di lei completamente, ma non si muoveva. Eva lo guardò di nuovo: aveva chiuso gli occhi e sembrava più rilassato. Lo circondò con le braccia e lo attirò a sé per baciargli le spalle e poi la bocca.
«Sei ancora viva?» gli chiese lui.
Eva annuì e lo guardò dritto negli occhi. In quel preciso istante comprese la gravità dei rischi che stava correndo. Forse il senso di colpa non l'avrebbe perseguitata a vita, ma l'intimità che si era creata tra loro sì. Permettendo a Gareth di spogliarla di ogni difesa, si era resa vulnerabile in molti modi e solo ora si rendeva conto di quanto potere gli avesse concesso.
Gareth cominciò a muoversi piano e venne scosso da una nuova ondata di tensione. Eva lo capì subito, nonostante l'inesperienza. Dopo un po' prese a muoversi anche lei, incoraggiandolo a cercare il suo piacere senza farsi troppi scrupoli. Lui reagì penetrandola con più forza e inebriandola di potenza virile. Tuttavia, perfino quando lo vide e lo sentì raggiungere l'apice del piacere, Eva capì che Gareth si stava ancora trattenendo per paura di farle male. Lo sentì ritrarsi un attimo prima che quella tensione si spezzasse.
Gareth si abbandonò sopra di lei e abbassò la testa, solleticandole il volto con i capelli. Il suo peso non le dava fastidio. Eva lo strinse a sé, godendosi il suo calore. Gli accarezzò la pelle con la punta delle dita mentre imprimeva a fuoco quella sensazione nella propria memoria. Assaporò a fondo l'intimità che aveva scoperto quella notte... un'invasione violenta, che faceva quasi paura, ma anche bellissima.
Eva gli accarezzava la schiena, esitante e timida, quasi temesse di disturbarlo. Lui la lasciò fare, godendosi il suo tocco delicato. Erano ancora stretti l'uno all'altro e forse per questo l'estasi del piacere durò più del solito.
Gareth recuperò lentamente la lucidità e vide la propria soddisfazione con occhi nuovi. Era sorpreso e sollevato. Sollevato di non aver trattato Eva in maniera brutale e sorpreso di essere arrivato quasi sul punto di farlo. Erano poche le donne che in passato gli avevano suscitato una tale fame di possesso e nessuna di loro assomigliava minimamente a Eva Russell.
Si tirò su, appoggiandosi sui gomiti per non schiacciarla con il proprio peso. La guardò negli occhi e vide che scintillavano di... cosa? Erano forse lacrime?
Dannazione, le aveva fatto male. In fondo era vergine. Una vergine... Ma che cosa gli era saltato in mente? Meritava di essere frustato.
Ma la verità era che, per quanto si sforzasse, non riusciva a provare un briciolo di vergogna né di rimorso. La sua unica preoccupazione era che Eva fosse pentita. Lei gli aveva assicurato che non sarebbe successo, ma come poteva saperlo prima?
Le accarezzò il volto e la baciò. I lineamenti di Eva si fecero più sereni, poi la donna divenne pensierosa. «E adesso... dopo l'amore... che cosa si fa?» gli chiese.
«Di solito gioco a satiro e ninfa e rincorro le donne in giardino, completamente nudo.»
Per qualche secondo Eva parve credergli, poi scoppiò a ridere. «Un altro dei tuoi giochetti perversi, insomma.»
«Sì, ma non in giardino. In ogni caso, non credo che tu voglia giocare ancora stanotte.» La liberò del proprio peso e si sdraiò al suo fianco. «Oltre ad aver perso l'innocenza, hai anche viaggiato tutto il giorno. Hai bisogno di dormire.»
Gareth sollevò il lenzuolo per coprirla e notò che sotto di lei il materasso non era macchiato di sangue, nonostante avesse sentito l'imene rompersi all'inizio del rapporto.
La strinse tra le braccia, la coprì e la fece appoggiare sul proprio petto.
«Ti starai annoiando a morte se di solito sei abituato a fare giochi erotici per tutta la notte» commentò Eva.
«È un modo gentile per dirmi che sei delusa del fatto che non voglio ricominciare?»
«No, hai ragione su questo. Sono un po' stanca e... dolorante. Volevo dire solo che devo sembrarti davvero noiosa in confronto alle altre donne che hai avuto. Tutto qui.»
Gareth osservò la testa di Eva accoccolata sul suo petto. Si aspettava che lei chiedesse rassicurazioni in quel momento, ma non sulle sue prestazioni tra le lenzuola. Ma cosa dici? Accidenti, venire a letto con te è stato incredibile. No, non andava bene. Ragionò attentamente sulla risposta, valutando le possibili implicazioni di ogni parola.
«Non sono il tuo decimo amante, Eva, ma il primo. È un grande onore essere stato scelto da una donna come te, che potrebbe avere tutti gli uomini che vuole.»
Nessuna reazione. Niente di niente. Gareth si rese conto che Eva era completamente immobile. Si era addormentata. Tanta cura nel scegliere le parole e poi...
Poco dopo anche lui cominciò a prendere sonno. Era sul punto di addormentarsi quando sentì Eva muoversi e aprì gli occhi: lei lo stava guardando con un'espressione intensa, come se stesse valutando attentamente ciò che vedeva. Alla fine, gli diede un bacio sul petto e si rannicchiò ancora più vicino per il resto della notte.