Il cancello di ferro, parzialmente scolorito e arrugginito da anni di pioggia e neve, cigolò quando Sarah lo aprì, varcandolo. La luna, alta sull’orizzonte, gettava un riflesso argenteo sugli alberi che fiancheggiavano la strada. A quell’ora di mattina, il villaggio sembrava deserto, privo di vita, e le ricordava una città fantasma ma senza l’inquietante vento e le centinaia di occhi che scrutavano da dietro le tende tirate. I piedi provocavano un rumore sordo sulla terra nuda mentre in testa al gruppo si avviava verso la prima casetta con i muri imbiancati e i vasi di fiori sui davanzali. Si fermò e girò lentamente su se stessa. Come facciamo a sapere quel che ci serve se sono ancora tutti addormentati? «Sei sicuro che questa sia Ripteenia?»
Frank annuì. «Sì, l’unica e sola. Forse dovremmo dividerci... cioè, iniziare a far domande in giro.»
«Ma certo.» Sarah gli scoccò un’occhiata divertita. «Sono sicura che saranno lieti di accontentarci, soprattutto se bussiamo alle loro porte così presto, in un mondo dove derubare e mettere a ferro e fuoco villaggi è comune come fare il pane.»
«Hai un’idea migliore?»
Lei si strinse nelle spalle. «Diamo un’occhiata in giro e vediamo cosa riusciamo a scoprire da noi stessi prima di svegliare tutti gli abitanti. Certe persone possono rispondere molto male se strappate a un sonnellino salutare.»
«Ha senso. Andiamo», disse Beth tirando Frank per mano.
Lo sguardo di lui indugiò su Sarah, che sorrise e gli fece cenno di muoversi. «Forza. Voi andate da quella parte, io e i ragazzi andremo da questa.»
«Posso proteggerla quanto te», disse Adam in risposta al cipiglio di Frank.
Uomini... sempre pronti a scalzarsi a vicenda, pensò Sarah con un sospiro. «Veramente, cari, sono perfettamente in grado di badare a me stessa. In pratica, non potete neanche beccarvi una pallottola al mio posto.»
Frank si guardò oltre la spalla e strizzò l’occhio. «Hm. Chissà se posso battere tutti sul tempo con l’invenzione dei giubbotti antiproiettile... o anche solo dei proiettili. Qualcuno ha idea di dove si trovi l’Ufficio brevetti da queste parti?»
Beth sospirò ed entrò in azione, spingendolo in avanti. «Andiamo, Frank.»
Adam sorrise. «Gliel’ho detto io. Anzi, a dire il vero l’ho supplicata.»
«Per quale ragione?»
Lui fece spallucce. «Non ne potevo più del tuo amichetto, immagino.»
Sperò soltanto che Beth non la mettesse in imbarazzo. Frank non era proprio la sua idea di Principe Azzurro, ma non era neanche da buttar via. Sempre meglio che un Immortale sociopatico che adesso cercava di sposarla e un minuto dopo di rapirla con la telepatia. Diede una spintarella ad Adam, concentrandosi sulla conversazione in corso. «Sei impossibile. E per la cronaca, non è il mio amichetto. Non ho idea del perché si ostinino tutti a pensarlo.»
«Hm. Mi chiedo cosa dia quell’impressione.»
«Andiamo», disse lei con un’occhiata esasperata.
Frank e Beth erano scomparsi alla sua destra, dove l’ampia strada adesso appariva deserta. Le abitazioni sulla sinistra sembravano appena più grandi di casette rustiche che non avrebbero retto al forte vento autunnale. Con un sospiro, Sarah si avviò in quella direzione, con gli altri due al seguito.
Steven fu il primo a riprendere la conversazione. «Dove stiamo andando?»
Lei indicò un punto simile a un ampio spazio aperto, passando in rassegna le case. «Il centro del villaggio. È ancora troppo presto per fare qualunque cosa a parte aspettare.»
«Pensavo la gente si alzasse allo spuntare del sole per mungere le vacche», disse Steven.
«Questo mondo è straordinario... pericoloso, ma pur sempre straordinario.» Adam affrettò il passo, superandola.
Lei lo afferrò per un braccio tirandolo indietro. «Ehi, aspetta! Non è sicuro avventurarsi da soli.»
Adam sembrò sentirla appena. «Dobbiamo raccogliere prove da portar via. Potrebbero sempre dire che il video è falso, ma con qualcosa di concreto, una prova tangibile, potrei essere il primo scienziato a dimostrare l’esistenza di altre dimensioni. Potremmo dimostrare le origini del Bigfoot.»
Steven diede dei colpetti alla borsa. «Ma qui dentro ho il filmato! Ho ripreso persino quel tipo Immortale.»
«Ammirabile, amico mio, ma sai bene che spunterà qualcuno a dire che è una delle montature tipiche di YouTube.» Adam indicò tutt’intorno. «Caspita, di sicuro non ho mai pensato che una spedizione su Bigfoot si sarebbe trasformata in tutto questo. Ci servono solo le prove... tangibili.»
«Conversazione interessante, ragazzi, ma prima di poterlo raccontare al mondo intero, dovremo andarcene da qui», disse Sarah. Con la coda dell’occhio colse un movimento leggero dietro una delle finestre. Chi potrebbe essere sveglio a un’ora tanto impossibile? A prescindere da chi, Sarah era contenta che qualcuno fosse sveglio, perché era stanca e affamata, e ancora infreddolita dal vento freddo della notte. Eccitati com’erano, gli altri non sembravano preoccuparsi di questioni spicciole come tenersi al caldo e cibarsi, ma lei sapeva che in seguito l’avrebbero ringraziata. Mosse un passo incerto verso la casa.
All’improvviso, la porta si aprì e una donna in abito biancastro sbirciò fuori. Un velo, simile a quello di una suora, le nascondeva i tratti del viso e uno scialle di pelo scendeva morbido dalle spalle, fino alle ginocchia. «Elizabeth?» chiamò la donna con voce bassa e rauca, come se fosse ancora mezzo addormentata. «Sei tu, cara?»
Sarah si fermò, immobilizzata.
La donna si avvicinò e le afferrò un braccio. «Non può essere! Elizabeth?»
Con il cuore che batteva forte, Sarah scosse la testa. «No. Elizabeth è mia sorella.»
«Tua sorella?»
«Sì. La conoscete?»
Gli occhi della donna luccicavano mentre girava Sarah da una parte all’altra per osservarla da ogni angolazione. «Veniva da così lontano. Com’è possibile che ci sia anche tu?»
«Ho trovato un ingresso in questo mondo proprio come lei... un po’ per caso.» Fece un passo indietro, nascondendo la mano alla vista dalla donna così che non si accorgesse del colpevole anello. A causa sua, tutti sembravano temerla o detestarla, non era il caso di azzardare troppo. «Ho sentito dire che Elizabeth ha incontrato un uomo di nome Charles, di questo villaggio.»
«Charles?» La donna concentrò lo sguardo sulle prime luci dell’alba.
«Sì, così ci hanno detto», s’intromise Adam.
«Charles nacque altrove. Trascorse qui un anno per aiutarci a ricostruire il villaggio dopo l’alluvione. Incontrò Elizabeth a qualche villaggio da qui.» Si guardò intorno e abbassò la voce fino a sussurrare, come fosse sul punto di confidargli dei pettegolezzi piccanti. «Ma furono costretti a mantenere la relazione segreta, sapete?»
Steven si avvicinò, dimenticando attrezzature e aspirazioni al successo. «Perché? Era un ricco nobile o che so io?»
«Un Immortale e, come di certo saprete, a loro è proibito corteggiare semplici umani.»
«Cosa? Avete detto che è un Immortale?» chiese Sarah, allibita.
«Sì. Elizabeth si legò parecchio al figlio di re William.»
Sarah rimase a bocca aperta. Liz innamorata del figlio del perfido re William, il tipo che sta cercando di farmi uccidere? E poi, come può Charles essere tanto santo da aiutare questi contadini dopo un disastro che gli ha quasi distrutto il villaggio, quando suo padre è un vero e proprio mostro? Sua sorella era vicinissima, lo sentiva. Gli occhi si allargarono, il battito del cuore s’impennò. «Allora mia sorella è al castello?»
La donna distolse lo sguardo, con gli occhi carichi di lacrime. «Cara, tua sorella lo sposò e indossò l’anello degli Immortali. Gli altri vennero a saperlo e...» Abbassò lo sguardo per un attimo, quindi concluse: «Oh, detesto dovertelo dire, ma...»
«Cosa?» urlò Sarah.
«La giustiziarono... con Charles. Il funerale si è tenuto l’anno scorso.»
No... Liz morta? Uccisa? Per il mio stesso errore? Assalita dall’orrore, s’inginocchiò. L’accumulo di emozioni fino ad allora represse la investì con la violenza di una marea.
La donna le s’inginocchiò accanto e le diede colpetti affettuosi sulla schiena. «Mi dispiace tantissimo. Fu uno shock anche per tutti noi. Ti porto alla sua lapide nel cimitero, se vuoi. Forse ti sarà di maggior conforto e ti permetterà di rassegnarti, come abbiamo dovuto fare anche noi. Oh, fu così terribile.»
«Vi prego. Ho bisogno di vedere con i miei occhi», disse tra i singhiozzi.
«La lapide è stata eretta per ricordarla, ma in realtà Elizabeth è sepolta con Charles nel castello.» La donna la prese sottobraccio e, silenziose, si avviarono verso il lato opposto del villaggio con Adam e Steven al seguito, visibilmente sconvolti. Dopo aver superato file e file di lapidi semplici, la donna ne indicò una di marmo.
«Se non vi dispiace, ho bisogno di qualche minuto da sola», disse Sarah con voce rotta.
«Capisco, cara», rispose la donna. Si girò e si congedò.
Adam le toccò una spalla. «Ti aspettiamo fuori dal cancello. Fai con comodo.»
Sarah si inginocchiò, le dita tremanti tracciarono il contorno delle lettere: E-L-I-Z-A-B-E-T-H L-A-R-K-E-R. «Oh, Liz. Ho trascorso gli ultimi dieci anni a cercare risposte, a cercare te... e adesso vi ho trovato.» Le lacrime rotolavano giù per il viso mentre parlava piano. «So che la vita qui è difficile, ma tu ti sei adeguata perché sei sempre stata forte, proprio come mamma. Hai persino... incontrato qualcuno di cui ti sei innamorata. Sono lieta di sapere che sei stata felice qui, anche se solo per poco. Charles dev’essere stato un uomo meraviglioso che ti ha amata davvero.» Si asciugò gli occhi, quindi proseguì. «Sembra sia finita anch’io nella tua stessa terribile situazione, solo che io non lo conosco, il tipo che mi ha infilato l’anello al dito. È mio marito e, al tempo stesso, un estraneo. Lo conosco da pochissimo. Oh, Liz, gli Immortali ci stanno alle costole, e se non hanno risparmiato te, figuriamoci me. È un déjà vu, immagino. Non trovi che il destino sia strano?» Asciugandosi un’altra lacrima, osservò la moltitudine, fila per fila, di terra secca e croci rudimentali. Qui e là, una lapide si ergeva dal suolo a frammezzare la lugubre manifestazione di povertà. «Tu non eri semplicemente mia sorella, Liz.» Si fermò e tirò su col naso, le mancava la voce. «Eri la mia migliore amica. Non dimenticherò mai i bei momenti vissuti con te. Ti avranno anche privata della vita, ma non nel mio cuore, non riusciranno mai a strapparti da me, con nessun mezzo.»
Intontita e spossata, chiuse gli occhi e cercò di pensare a tempi migliori, alla loro felice infanzia, a quando giocavano a rimpiattino, al salto con la corda, alle mattine di Natale. «Ho qualche rimpianto? Sì! Primo – e forse il più grande di tutti – mi dispiace di avere lasciata in quel bosco anni fa. Ti ho abbandonata, e non ho mai perdonato me stessa, ma spero tu ne sia stata capace. Sappi che ti vorrò sempre bene, Liz, e che non ho mai smesso di cercarti. Spero tu sia... riposa in pace, cara sorella.» Soffocata dall’emozione, si raddrizzò e con un ultimo sguardo oltre la spalla ritornò al cancello di ferro. Aveva cercato risposte su cosa potesse essere accaduto alla sorella maggiore, ma ora avrebbe preferito non averle mai trovate. Era stato tanto più semplice aggrapparsi alla speranza che conoscere la verità. Non avrebbe mai smesso di cercarla, ma adesso sentiva di aver perso ogni scopo di vita. Come potrò mai tornare indietro? O essere felice sapendo che mia sorella è stata uccisa... perché io l’ho abbandonata?
Gli altri aspettavano pazientemente davanti al grande masso. «Ci sono io con te», disse Beth, abbracciandola appena la raggiunse.
Frank la strinse a sé. «Mi dispiace tanto.»
Gli affondò la testa nel petto e diede libero sfogo alle lacrime che gli inondarono la camicia. «È morta un anno fa... uccisa dagli Immortali dopo aver sposato Charles, figlio di re William. Li hanno uccisi entrambi. Quegli stessi Immortali che inseguono me!»
«Lo so. Adam ci ha raccontato ogni cosa.» La tenne stretta. «Andrà tutto bene, Sarah.»
Bene? Come fa a dire una cosa simile? Niente va bene. Mia sorella è morta, e io non starò mai più bene! Il dolore aveva scavato a fondo nel cuore.
Tutti le offrirono parole di speranza e incoraggiamento, ma nulla avrebbe potuto cancellare il dolore nel suo cuore, l’unica sua parte ancora umana. Si asciugò gli occhi e inspirò a fondo. Pur sapendo che non avrebbe trovato la persona che era venuta a cercare, non poteva andarsene senza prima incontrare Gloria. «Magari potremmo rintracciare la principessa Gloria e parlarle.»
Adam scosse la testa. «Andare al castello di re William? Probabilmente ci saranno poster con la tua faccia appiccicati a ogni mattone! Ogni singola persona lì vorrà la tua testa... letteralmente.»
«No no», disse Beth. «Dobbiamo pensare a tenerti in vita.»
Frank le strinse forte la mano. «Ricorda, piccola, quelle sono persone che sparano senza neanche preoccuparsi di fare domande né prima né dopo. So che vuoi risposte, ma farti – e forse farci – uccidere non è la via da seguire.»
«Lo so! Più di tutti voi! Mi hanno ferita al cuore, accidenti. Ma se potessi parlare con Gloria, penso che lei ci aiuterebbe», li pregò Sarah.
«Forse ha ragione», riconobbe Beth. «È la sorella di Charles.»
Steven si appoggiò a un masso e incrociò lo sguardo di Sarah. «Certo, cara, sembra una buona idea e tutto quel che vuoi, ma non farai in tempo ad aprire la bocca per spiegare la situazione, che ti avranno già legata a un palo per arrostirti a fuoco lento.»
«Perché mai senti il bisogno di trovare Gloria?» chiese Adam. «Non voglio fare l’insensibile, ma mi sembra inutile quando hai già tutte le risposte che ti servono. Andiamocene da qui e basta.»
Sarah roteò gli occhi. Adam non andava in giro con un anello saldato al dito e nessuno faceva la fila per ucciderlo, in caso contrario l’avrebbe pensata diversamente. «Te lo dirò, il perché. Certo, non mi dispiacerebbe sapere qualcosa in più sulla vita di mia sorella, ma non è questa la ragione. Ho la sensazione che gli Immortali di questa Corte mi seguiranno nel nostro mondo fino alla soglia di casa, e anche re Victor. Per quel che ne so, re William potrebbe anche avere qualche idea per rovinare la festa. Devo scoprire come togliermi l’anello dal dito e sbarazzarmi degli Immortali. Fino ad allora, non potrò riprendere il controllo della mia vita.»
«Sono in guerra con re Victor», disse Frank. «Lo detestano. Forse ci aiuteranno, anche solo per questa ragione.»
«Gloria ha perso il fratello», aggiunse Beth. «Non vorrà perdere anche te, soprattutto per lo stesso identico motivo.»
«Sono d’accordo», rispose Sarah. «Di sicuro la principessa Gloria voleva bene a Liz, e credo che comprenderà perché mi sono fatta passare per lei. È suo padre, il pazzo, non lei.»
«E allora lo eviteremo come la peste», disse Frank. «Sarah ha ragione. Non potrà più tornare alla normalità finché non avremo scoperto come toglierle l’anello.»
Con le sopracciglia aggrottate, Adam prendeva a calci le pietre nel terreno. «Bello schifo.»
«Devo farlo per forza», lo blandì Sarah. «Se non vuoi seguirmi, va bene, ma spero che capirai.»
«Nessuno ti volterà le spalle, Sarah. Siamo una squadra, ricordi? E adesso andiamo. Il castello ci aspetta», concluse Frank.
Sarah annuì. Spingersi in territorio nemico era pericoloso ma necessario per ottenere risposte alle domande in sospeso nella sua testa... e ancor più, per trovare il modo di togliersi quell’antico anello nuziale dal dito. «Andiamo.»
Continua...
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