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CAPITOLO UNDICESIMO

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Come promesso, Croix mi ha ridato indietro la mia stanza della fantasia allestita come uno studio medico. Non so se abbia prima consultato Raj al riguardo. Per fortuna, lui non si è ripresentato in ufficio per il resto della settimana. Forse Croix gli ha detto di stare lontano, forse no. Qualunque sia il caso, sono felice che le cose siano tornate alla normalità.

È il mio giorno libero e, dato che Cindy ha deciso di andare a trovare la sua famiglia, ho la casa tutta per me, almeno per diverse ore a venire. È un’occasione rarissima, nella quale posso crogiolarmi. Anche se non cammino sulle uova attorno a Cindy quando è a casa, in genere preferisco comunque passare la maggior parte del tempo in camera mia. Non mi ha mai dato l’impressione che preferisca avermi fuori dai piedi, ma invadere il piccolo spazio comune che condividiamo non mi sembra giusto, soprattutto data la cifra irrisoria che le verso per l’affitto.

Adesso, sono la regina del castello, spaparanzata sul suo amorino con una ciotola di cereali in mano e la TV sul telegiornale. Si infurierebbe se sapesse che non sto mangiando al tavolo della sala da pranzo. Non vuole proprio che si mangi in salotto. Non sono sicura del motivo. Non sembra importarle se mangiamo popcorn mentre guardiamo un film. Comunque sia: casa sua, regole sue.

Quando compare un servizio dedicato al Club di Miliardari, sento tutto il corpo irrigidirmisi. Non perché riguarda il posto dove lavoro, ma perché ci sono io che parlo con la giornalista. Mentre mi precipito dentro, voltandomi a malapena per lasciare un commento, le telecamere sono fisse su di me. Non solo mi sono sentita una criminale in quel momento, ma mi hanno anche fatta sembrare tale in televisione. Il modo in cui scappo via da loro fa sembrare che abbia qualcosa da nascondere.

Una volta finito di girare la scena con la mia affermazione, il filmato passa ai manifestanti, che non aspettavano altro che esternare le loro opinioni rabbiose sul Club dei Miliardari. Solo a sentirle mi si rivolta lo stomaco. In pratica l’odio trasuda dallo schermo.

Per fortuna, la ripresa non si dilunga troppo. Il notiziario poi continua con la storia di alcuni mendicanti che, in realtà, sono persone ricche in incognito. Non devono esserci notizie rilevanti oggi, se questo è tutto ciò che hanno da proporre. Forse è una cosa buona, ci sono così tante cose brutte al mondo. Se questo è tutto ciò di cui dobbiamo preoccuparci, allora penso che la città stia andando alla grande.

Il telefono vibra al mio fianco. Lo prendo, curiosa di vedere chi mi chiama di sabato, soprattutto dato che non ho neanche un amico. È un numero locale, quindi decido di rispondere anche se è più che probabile che sia un call center.

“Ehilà” dice Raj.

“Ehi, tu.” Allontano il telefono dall’orecchio e guardo di nuovo lo schermo. Avrei giurato di avere il suo numero salvato, ma a quanto pare mi sbagliavo.

“Che fai oggi?”

Guardo in basso il mio pigiama gessato. “Mi sto rilassando, tu?”

“Rilassando? È quasi mezzogiorno” mi prende in giro.

“È il mio giorno libero. Le persone dormono di più quando non lavorano” gli ricordo.

“Ah, sì.” Fa una breve pausa. “Mi stavo chiedendo se volevi uscire a bere qualcosa, più tardi?”

Alzo un sopracciglio. “Con bere qualcosa intendi prenderci una sbronza terribile in un locale e ballare tutta la notte?”

Ride. “No. Pensavo di andare in un bar o qualcosa del genere. Una cosa tranquilla.”

“D’accordo, allora.” L’idea di trascorrere la domenica a riprendermi da una sbronza non era molto attraente. Se non andremo in una caotica pista da ballo, forse sarò meno incline a bermi anche l’anima.

“Che ne dici di trovarci verso le tre, allora? Ti manderò l’indirizzo del posto dove voglio andare.”

“Perfetto, ci vediamo dopo.”

***

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“Mi è stato detto che hai bocciato la mia idea del cassonetto dell’immondizia.”

Santo cielo, ti prego non dirmi che mi ha portata qui per parlare di questo. L’avessi saputo, non avrei accettato di venire.

“Non pensavo che avrebbe attirato la clientela femminile. E poi, non era realizzabile.” Mi irrigidisco sulla sedia, mettendomi la mia maschera per gli affari.

“A essere sincero, non pensavo che Croix l’avrebbe approvata. Non mi sono arrabbiato quando mi ha detto che aveva cambiato idea.” Raj ride sotto i baffi prima di prendere un sorso di birra.

Lo stress mi abbandona quando sento il suono della sua risata tranquilla. È palese che non sia minimamente arrabbiato. Ne sono felice.

“Quindi, te e il boss?” Mi scuote il dito davanti e gli angoli della bocca gli si curvano in un sorrisetto malefico.

Le guance mi diventano rosse per l’insinuazione e deglutisco a fatica. “Di cosa stai parlando?”

“So cosa sta succedendo fra voi.”

“Cosa credi che stia succedendo?” Gli rivolgo il mio sguardo più impassibile.

Alza gli occhi al cielo. “So tutto, Raven. Croix mi ha detto che scopate.”

Mi casca il mento e non sono sicura di come riprendermi. Provo un misto di shock e rabbia. Il fatto che Raj usi quel termine mi fa pensare di non essere niente di più di una botta e via per Croix. Non voglio finire nella stessa situazione in cui mi sono trovata con Derrick, che è venuto a letto con me per diversi mesi, facendomi credere che ci fosse qualcosa di più fra noi quando invece non c’era niente.

Raj si allunga sul tavolo e mi appoggia una mano sull’avambraccio. “Non preoccuparti. Non lo dirò a nessuno.”

“A chi dovresti dirlo?” chiedo acida prima di inclinare il bicchiere di birra e prenderne un lungo sorso. Quel mix di sale, limone e birra messicana è rinfrescante e strano, diverso dal solito cocktail fruttato che bevo quando esco.

“A nessuno, per ora. Ma credo che verrà fuori quando il Club aprirà.” China la testa da una parte, con un’espressione seria.

Che importa in realtà? Tutti al Club dei Miliardari sapevano che andavo a letto anche con Derrick. Non ci lavoravo, però.

“Se esce, esce.” Scaccio via la possibilità sovrappensiero.

Esita un po’ prima di parlare ancora. “Non so come dirtelo. Nel senso, mi piace un sacco Croix. È un grande amico, ma non credo che voi due dovreste...”

Non sei il solo, voglio dirgli. Non lo faccio, però. Piuttosto, faccio l’ovvia domanda. “Perché no?”

“Croix lavora al Club dei Miliardari. È stato un volontario anche in California. Credo che vorrà esserlo anche qui. È un playboy, Raven. Sei sicura che sia quello che vuoi?”

“E tu? Tu sei un playboy?” Rifletto l’immagine che mi sta proiettando di Croix su di lui, cercando di nascondere la frustrazione dalla mia voce.

Raj affonda nella sedia e guarda fuori dalle finestre tinte di verde del bar in cui siamo approdati. “Sono preoccupato per te, tutto qui. Sei una ragazza fantastica e non voglio vederti soffrire.”

Le sue parole fanno eco a quelle di Cindy. Sembrano tutti preoccupati per me, ma io non lo sono. Forse le cose fra me e Croix si risolveranno con un niente di fatto, ma è troppo tardi per tornare indietro adesso. Respingerlo creerebbe dell’imbarazzo sul lavoro e, a dire il vero, non voglio farlo.

Sorrido dolce a Raj, e gli dico sincera: “Apprezzo la tua preoccupazione. Terrò a mente tutto ciò che mi hai detto.”

Sembra una frase fatta, ma lo penso davvero. Sebbene ci conosciamo da pochissimo, Raj sta già iniziando a sembrarmi un vero amico. E me ne servono il più possibile, in questo momento.

***

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“Ta-da!” Croix mi toglie le mani dagli occhi. “Che ne pensi?”

“Wow.” Sono davvero sbalordita. Adesso che sono in piedi nella stanza della fantasia che lui e Raj hanno progettato insieme, posso vederne davvero l’attrattiva. C’è un enorme letto a baldacchino che fa da colonna portante con una lunga tenda rossa e dorata. L’intera stanza è decorata con la stessa combinazione di colori. Anche se tutte le pareti della stanza sono bianche, vi sono delle lampadine colorate disposte in modo da dare delle tonalità diverse alla luce che si riflette sul muro.

Croix va verso un dipinto e lo indica. “Queste sono cornici di cristallo. Dall’altra parte c’è arte africana. Abbiamo altre due ambientazioni caratterizzanti l’arte degli altri paesi. Basta cambiare la tenda, il piumino, le lenzuola e le opere appese e diventa una stanza completamente diversa.”

Mi guardo intorno, notando l’assenza di altri mobili. È stato furbo scegliere una delle stanze piccole per implementare quest’idea, altrimenti non avrebbe funzionato.

“Cambierai anche i paralumi?” Passo una mano sui paralumi decorati in modo allegro.

“Sì. Abbiamo diversi tipi anche di quelli.”

Annuisco in approvazione. Non è la stanza della fantasia più lussuosa del Club dei Miliardari, ma comprendo che la versatilità del progetto può far sembrare che abbiamo molto di più da offrire.

“È carina. Posso già immaginarmi Raj che fa sesso qui dentro” scherzo.

“Ciò significa che te lo sei già immaginato in passato?” Croix mi raggiunge da dietro, mi mette le mani in vita e mi tira a sé.

L’ho fatto, diverse volte, ma non mi azzardo a dirglielo.

“Ti fa ingelosire?” Gli sorrido, con un cenno di divertimento nel mio tono.

“Forse sì.” Mi passa le labbra sulla base del collo e lo allungo d’istinto. “L’unica persona che voglio che pensi quando si tratta di sesso sono io.”

“Molte persone lo faranno qui dentro.”

“Ma nessuna come lo facciamo noi.” Mi fa voltare, poi mi solleva e mi porta verso il letto.