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CAPITOLO SEDICESIMO

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“Suppongo sia questo il momento ideale per cambiare gli aspetti del progetto originale che non ci piacevano.” Croix è in piedi accanto alla finestra della camera della nostra suite e guarda fuori la foresta dietro il resort. È davvero un uomo d’affari sexy, col suo abito blu scuro, la postura impeccabile e le mani nelle tasche dei pantaloni.

“Per me andava bene com’era” rispondo distratta mentre tolgo dalla valigia le poche cose che mi sono portata dietro.

La suite che ci ha dato Bruno è enorme, una di quelle destinate ai miliardari. È proprio come una donna immaginerebbe fosse un attico di un miliardario, completo di tutto e con una vista da paura. Questa è una delle stanze in cui le clienti vengono a fare sesso. Saperlo ne diminuisce un po’ il romanticismo ai miei occhi. Mentre mi accingo a mettere i miei vestiti nella cassettiera, immagino tutti gli atti sessuali avvenuti qui. Dovrebbe eccitarmi, ma non è così.

“Ci sono un paio di cose che voglio cambiare.”

“Sembri quasi felice di ciò che è successo.” Gli rivolgo un dolce sorriso da sopra la spalla.

“Non lo sono. Sto solo chiacchierando.” Fa un profondo respiro prima di voltarsi verso di me.

Lo sapevo, non sembra poi così felice.

“Sei sicuro che non ci succederà niente?” Prendo l’ultimo capo dalla valigia e lo piego lentamente.

“Se stai parlando del club, sì. Nessuno verrà a disturbare, con la quantità di sicurezza che metteremo a sorvegliarlo.” Fa il giro del letto, mi si ferma dietro e mi avvolge fra le braccia. “Se stai parlando di noi, lo spero. Non credo che qualcuno ci attaccherà, ma è pieno di matti, là fuori. Vuoi che ti assuma una guardia del corpo?”

“Una guardia del corpo?” rido. L’idea è assurda. Non posso immaginarmi con un ragazzo robusto che mi segue ovunque. Non che vada chissà dove. Considerando che trascorro la maggior parte del tempo a casa, sarebbero soldi spesi a vuoto.

“Sono disposto a fare qualsiasi cosa purché tu sia al sicuro.” Stringe la presa su di me e sento la sua erezione premermi contro al sedere.

Ruoto fra le sue braccia. “Se non ne assumerai una per te, allora neanche a me serve.”

“Io non sono una donna.”

“Stai dicendo che perché sono una donna non posso difendermi da sola?” sussurro giocosa e gli punzecchio le costole con l’indice. Lo fa indietreggiare subito e un sorriso gli si estende sulle labbra non appena si riprende.

La sua espressione si fa dolce mentre avanza per riprendermi fra le braccia. “Sto dicendo che ci sono persone cattive là fuori e non voglio che ti capiti niente.”

“Sono sicura che starò bene; entrambi staremo bene.” Gli faccio scivolare una mano lungo la cravatta, facendo del mio meglio per credere alle mie stesse parole.

Preme la fronte contro la mia. “Se ti capitasse qualcosa, non potrei mai perdonarmelo.”

Il cuore mi palpita e la tensione della giornata si scioglie lenta nell’intimità del momento.

“Non mi capiterà niente” sospiro.

Croix mi prende una mano e se la porta alle labbra, baciandomi il dorso delle dita. “Sono felice che Bruno abbia deciso di confermare l’apertura in Florida. Ero preoccupato di cosa sarebbe successo fra noi se non l’avesse fatto.”

Mi si stringe il petto quando esterna la stessa preoccupazione che ho avuto io da quando ho temuto che la struttura in Florida potesse chiudere.

“Sono felice che non dobbiamo più pensarci.”

“Ma lo stiamo facendo. Se accade qualcos’altro al Club dei Miliardari, non voglio che finisca fra noi.” Croix incrocia il mio sguardo. La sua espressione è sincera. “Mi piaci, Raven. Molto. Forse ancora più di quanto riesca ad ammettere a me stesso. Promettimi che se dovesse capitare qualcosa di brutto e andare tutto a rotoli...” esita, stringendomi dolce la mano. “Promettimi che noi non lo faremo. Promettimi che vorrai ancora cercare di farlo funzionare. Che vorrai ancora cercare di far funzionare noi.”

Posso sentire gli occhi riempirsi di lacrime e non ne so neanche il perché. Forse perché gli voglio molto bene, forse perché è troppo dolce, o forse perché non ho mai lasciato che la paura di perderlo mi cogliesse in questo modo, prima d’ora. Ad ogni modo, posso sentire la disperazione pulsarmi nelle vene, l’ansia di restargli accanto, a prescindere da tutto.

“Te lo prometto.”

***

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“Fammi vedere cosa facevi con le altre ragazze.” Se dicessi di aver pensato mai di dire una cosa del genere a un uomo, mentirei. Adesso, però, sono curiosa. Questo è il territorio di Croix. Ha soddisfatto una quantità infinita di donne qui, forse proprio in questa stanza. Ho avuto molto più che un assaggio di ciò che può fare, ma mi chiedo se è lo stesso che faceva con le sue clienti. Credo di essere solo curiosa se il sesso possa essere ancora più elaborato, e se questo lo renda ancora migliore.

“Sei sicura di volerlo?” È in piedi sopra di me.

Sono seduta ai piedi del letto, e lo fisso davanti a me mentre si sbottona la giacca per rivelare la bianca camicia sottostante. Sapevo che voleva fare sesso dal momento in cui mi ha baciato il collo e ho sentito il suo membro gonfiarmisi contro. Con mia sorpresa, non mi ci è voluto molto per farmi calare nella parte. È sempre così con lui. Ha dei poteri magici sul mio corpo che apprezzo molto nei momenti di stress, quando ho la sensazione di non riuscire a godermi niente. Il fatto che lui mi faccia questo la dice lunga sul legame che abbiamo.

“Voglio sapere perché questo posto è così fantastico.” Getto uno sguardo indietro, al grigio piumone satinato. È davvero mascolino e sensuale allo stesso tempo. La mente mi proietta almeno una dozzina di diversi corpi nudi che vi si contorcono sopra. Clienti e miliardari che abbiamo visto nell’atrio e in giro per il resort.

“Questo posto è fantastico perché è per una buona causa.” Si allenta la cravatta prima di sfilarsela da attorno al collo.

Lo è perché vi accadono cose che non accadono in nessun altro posto.” Alzo gli occhi a guardarlo. I suoi sono socchiusi, seducenti. Mi risucchiano, me lo fanno desiderare con tutta me stessa.

“Tu lo rendi magico.” Sorride mentre si toglie di dosso la giacca e la lancia sulla cassettiera dietro di .

“Davvero?” Mi tolgo le scarpe e mi tiro indietro sul letto.

“Chi dovrebbe sedurre chi?” Sposta gli occhi, dalle mie caviglie all’orlo della gonna dritta che indosso.

“Non ti sto seducendo. Ti sto solo invitando a farmi qualsiasi cosa tu voglia.”

“Qualsiasi cosa?” China un poco indietro la testa; il divertimento sul suo bellissimo volto è più che visibile.

“Qualsiasi.” Lo fulmino con lo sguardo, cercando di far suonare quella parola il più possibile come una sfida.

Le sue mani si muovono infervorate, sbottonando rapide la camicia. Quando arriva a metà, si ferma all’improvviso. La sua espressione cambia. È una versione di lui a cui non ho mai assistito: impudente, controllato e avventato. Non sono sicura di cosa pensare.

“Porta il tuo bel culetto qua.” Indica la cima del letto.

“Facciamo i prepotenti adesso, eh?” Mi metto in posizione al suo ordine.

Mi afferra il mento, obbligandomi a guardarlo. “Hai detto qualsiasi cosa.”

“L’ho detto.” Annuisco piano, sentendo la sua mano ferma che mi blocca la testa mentre i suoi occhi non lasciano mai i miei.

“Vuoi che ti mostri cos’ho fatto alle altre?” Si china un poco e sento il suo respiro scorrermi rapido sulla guancia, prima che mi posizioni la bocca all’orecchio. “Me le sono scopate in modo egoista. L’ho fatto come se non me ne fregasse niente, perché era così. Gliel’ho spinto in gola fino a farle strozzare. Ho mangiato le loro fiche fino a farle venire talmente tanto da far loro male. E ho scopato così forte che non sono riuscite a camminare fino al giorno dopo. Me le sono scopate in modo così spietato che chiunque nel club sapeva che erano state con me. È questo che vuoi che faccia con te?”

Mi si ferma il respiro quando mi stringe la presa sulla mascella, non perché mi faccia male, ma perché sono eccitata. Sembra così dominante e pericoloso. Una forza da non sottovalutare.

Dovrei spegnermi al pensiero di ciò che ha fatto con queste altre donne, consapevole che sono una quantità infinita. Molte di loro hanno forse sperato di avere ciò che ho adesso io con lui, di piacergli più che solo per qualche notte da trascorrerci insieme. Non l’hanno mai avuto in quel modo, però. Non l’hanno mai avuto come ce l’ho io. Ciò che proviamo quando siamo insieme, ciò che prova mentre facciamo sesso, non è la stessa cosa che provava quando era con loro, ed è questo che rende tutto speciale.

Lo voglio sfrenato, passionale e più egoista possibile. Voglio sapere cosa gli dà piacere per poterlo soddisfare meglio in futuro. Non ho dubbi che mi piacerà... essere usata da lui.

“Sono tua” dico piano.

Mi lascia andare il mento prima di passarmi le dita fra i capelli. Mi guarda come se non gliene importasse niente di me. Mi riempie il cuore di sconforto, anche se so che è solo una recita.

“Giusto. Sei mia.” Mi dà un dolce strattone ai capelli. “Se questo è ciò che vuoi, allora stasera non hai voce in capitolo. Se te lo voglio mettere nel culo, lo faccio. Se voglio strangolarti col mio cazzo fino a farti piangere, lo faccio. E se voglio riempirtela di sperma, te lo lascerò scorrere come un fiume sulle cosce. Questa è l’ultima occasione per tirarti indietro, Raven.”

Lo guardo negli occhi e voglio tutto ciò di cui mi ha minacciata e oltre. “Sono tua.”