Appendice

Ho ritrovato in un mio cassetto i dattiloscritti colorati di quattordici poesie di Documento (1966-1973), che vanno dal 1967 al 1971, tutte datate, con la scritta a pennarello nero: «Amelia Rosselli V.le Mura Aurelie 00165 - Roma» con tra parentesi il seguente numero telefonico «6373730». In una nota del Meridiano Mondadori a lei dedicato c’è scritto: «Renzo Paris conserva un dattiloscritto intitolato “14 poesie di Documento / (1966-1973)”; i fogli, redatti in periodi diversi, recano traccia di due fori sul lato sinistro, non coincidono con i corrispondenti in DOC.1, anche se ne hanno le stesse caratteristiche. Il dattiloscritto contiene la selezione di poesie pubblicate su Periodo ipotetico nel 1974. Non ci sono varianti». Quando l’aiutai a traslocare in viale delle Mura Aurelie trasportammo mobiletti e libri. Mi sembrò il trasloco di una studentessa universitaria. Fu lí che vidi i suoi colorati dattiloscritti su una piccola scrivania. I versi non erano piú di due o tre. Mi disse che le capitava di cestinarli, ma anche di assemblarli nella costruzione di un poemetto. Poi ci sedemmo in giardino. Lei spiava in cielo gli spettri della Cia e subito rientrammo. In quell’occasione bevemmo molta acqua.

I versi di Amelia Rosselli citati nel volume sono stati presi dal Meridiano Mondadori intitolato: Amelia Rosselli, l’opera poetica del 2012. La cura è di Stefano Giovannuzzi, con la collaborazione per gli apparati critici di Francesco Carbognin, Chiara Carpita, Silvia De March, Gabriella Palli Baroni, Emmanuela Tandello. Il saggio introduttivo è firmato da Emmanuela Tandello. Mi sono servito anche di Amelia Rosselli tra poesia e storia di Silvia De March, uscito per l’Ancora del Mediterraneo del 2006, con un’introduzione di Andrea Zanzotto. E dei libri di memoria di Aldo Rosselli, quali: Prove tecniche di follia, Empiria 2000, Boston, l’Aventino, Empiria 2007 e sempre dalla stessa casa editrice: La mia America e la tua del 2007. Ho letto con profitto anche La famiglia Rosselli, una tragedia italiana, con la presentazione di Sandro Pertini e una prefazione di Alberto Moravia, Bompiani 1983. Mi sono servito de Il cono d’ombra, chi armò la mano degli assassini dei fratelli Rosselli di Franco Bandini, Sugar 1990, e di Gli otto venti di Silvia Rosselli, Sellerio 2008. Inoltre dei volumi: Amelia Rosselli, un’apolide alla ricerca del linguaggio universale a cura di Stefano Giovannuzzi, nei Quaderni del Circolo Rosselli, Giunti 1995, con interventi da Emmanuela Tandello a Biancamaria Frabotta, da Aldo Rosselli al curatore, da Daniela Attanasio a Mariella Bettarini, a Elio Pecora, con l’introduzione di Valdo Spini, e Sara Sermini, «E SE PAESANI / ZOPPICANTI SONO QUESTI VERSI». Povertà e follia nell’opera di Amelia Rosselli, Olschki, Firenze 2019. Mi sono servito anche di La voce verticale di Walter Siti, Rizzoli 2015, e di Sogni e favole di Emanuele Trevi, Ponte alle Grazie 2018. Tante poi le riviste e i convegni a cui ho collaborato anch’io nel segno dei ricordi della vita di Amelia Rosselli, registrati tutti nel Meridiano, arricchito da una folta bibliografia italiana e straniera.

Ringrazio le tante persone che hanno voluto ricordare con me episodi della vita di Miss Rosselli, da Flaminia Siciliano a Mario Fortunato, da Franco Cordelli ad Alfonso Berardinelli, da Manuela Forti a Tommaso Di Francesco, ad Andrea Caterini, da Marina Tornaghi a Gino Scartaghiande, da Biancamaria Frabotta a Lidia Riviello, da Elio Pecora ad Antonio Veneziani, da Carlo Bordini a Giorgio Manacorda, da Claudio Damiani a Orazio Converso, da Danda Tavani a Sandra Petrignani e Gabriella Sica, da Emanuele Trevi a Walter Siti e Domenico Iannacone.

Se non l’avessi mai incontrata, avrei comunque scritto di un personaggio cosí enigmatico.