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Curry aveva appena premuto il pulsante del campanello fuori dell’appartamento al terzo piano quando si rese conto che qualcosa non tornava. Gli venne in mente con lentezza, come da lontano. C’era un’auto sull’altro lato della strada. L’aveva già vista prima da qualche parte, no? E lo stesso appartamento, non era una coincidenza troppo fortuita? Lui e Allan Dahl... nel corso di un altro appostamento assolutamente inutile? Dov’è che aveva già visto quell’auto?

Si aprì la porta e apparve un viso sfuggente.

«Sì?»

«Kevin?»

«Sì...»

«Jon Larsen. Avevamo un appuntamento... tramite Jimbo...»

«Mmm, sì, ok» disse il ragazzo: avrà avuto a malapena vent’anni.

Staccò il gancio di sicurezza e lo fece entrare nell’appartamento.

Strane sopracciglia. Era come se non ci fossero.

Bene.

Mancava solo il berretto giallo perché fosse esattamente come Mia l’aveva descritto.

«Hai il grano?» mormorò il ragazzo stringendosi con un braccio il corpo sottile.

«Sì.»

Curry diede una rapida occhiata all’appartamento ed ebbe conferma di quanto si era aspettato. Spazzatura in corridoio fino al materasso appoggiato sul pavimento. Una lampada verde anni Settanta accanto a una finestra in fondo alla stanza. Al posto della tenda, un lenzuolo sudicio attaccato con i chiodi.

«Duemila, eravamo d’accordo, no?» disse Curry infilando la mano in tasca.

«Affermativo» rispose Kevin, guardando di sfuggita alle proprie spalle.

L’auto sulla strada.

Cazzo, se era lento.

La stessa scena che aveva visto fuori dalla finestra del locale di Luna. Quando se ne stava rintanato nel cubicolo per paura che il collega potesse vederlo ubriaco.

Allungò i soldi verso le sottili mani bluastre. Il suo corpo era scollegato dalla testa.

Allan Dahl.

Con una lentezza esasperante ora tutto gli stava tornando in mente.

Un poliziotto?

All’interno?

L’uomo al volante. Sapeva di aver già visto quella faccia. L’avvocato. Lorentzen.

Merda!

Ma certo!

E in quel momento vide tutto negli occhi del tossico, che allungava la mano per prendere il denaro e poi spostava lo sguardo nervoso verso qualcosa che comparve all’improvviso.

Curry si portò le mani alla testa cercando istintivamente di proteggersi, ma era già troppo tardi.

Un uomo dall’ombra.

Freddo metallo contro la tempia.

Curry perse i sensi già prima di finire riverso sul pavimento.