CAPITOLO 4

Trelon aveva trascorso la serata precedente studiando tutti i segnali che provenivano dal pianeta sotto di loro. Doveva ammettere che, visto dallo spazio, il pianeta era molto bello e che lui stesso era abbastanza entusiasta all’idea di approfondirne la conoscenza. Ciò che voleva davvero era scoprire di più riguardo alla femmina che aveva non solo catturato il cuore di suo fratello, ma che era stata anche accettata dal simbionte e dal drago di lui. Trelon faticava a prendere atto del fatto che suo fratello aveva trovato una vera compagna in una femmina di una specie diversa.

Quando aveva posato per la prima volta lo sguardo su Abby, Trelon era rimasto ammaliato dalla sua bellezza gentile e dalla sua grazia. Sembrava molto delicata rispetto alle loro femmine, ma il simbolo draconico sul suo collo dimostrava che aveva la forza di un guerriero valdier. Ora, mentre Trelon passava lo sguardo sulla radura dove lui e gli altri si erano teletrasportati, ebbe modo di apprezzare alcune delle cose che Zoran aveva menzionato nel corso delle loro conversazioni.

Trelon aveva trascorso la giornata esplorando e aiutando a preparare il simbionte madre di Zoran per il viaggio di ritorno alla nave da guerra nello spazio. Zoran, Kelan e lui stavano attraversando il pascolo quando Trelon notò un cambiamento in Zoran.

“Zoran, va tutto bene?” chiese al fratello, notando che si era immobilizzato all’improvviso.

Zoran lo guardò come se si fosse appena ripreso da una vertigine. “È tornata.”

Kelan e Trelon sorrisero al loro fratello. Avevano già notato un cambiamento in lui. Zoran non era l’unico a essere impaziente per il ritorno della sua compagna; il suo drago praticamente ruggiva per il desiderio di vederla.

Trelon non riuscì a non provare una fitta di invidia e, doveva ammetterlo, gelosia. Sentiva il suo drago che gli ordinava di andare alla ricerca di una femmina. Soffocando la creatura impaziente che lo artigliava da dentro, fece scivolare la mano fino al suo simbionte, che camminava accanto a lui, accarezzandone la testa snella con una mano. Non voleva false speranze. La probabilità di trovare un’altra vera compagna su quel pianeta primitivo era probabilmente più piccola di un nanobot.

Zoran guardò sorridendo entrambi i suoi fratelli. “Presto conoscerete la mia vera compagna.”

Trelon non riuscì a non ridere e prendere in giro Zoran e il suo drago, raccontandogli tutte le cose che lui e Kelan avevano in mente di fare per tenerlo occupato in modo che lui non potesse restare da solo con la sua compagna. Trelon diede un pugno giocoso al braccio di Kelan e gli accennò con il capo di afferrare Zoran per trascinarlo a terra. Trelon si era appena proteso verso Zoran quando lo vide accigliarsi all’improvviso.

“Abby non tornerà sola. Ci sono tre femmine con lei,” disse Zoran con un cipiglio scontento. Trelon trattenne un sorriso. Era palese che, in quel momento, suo fratello maggiore non voleva condividere Abby con nessuno.

Trelon non riuscì a trattenere la risatina che gli sfuggì mentre reagiva al dispiacere di Zoran. “Forse porta con sé le nostre vere compagne,” scherzò, soffocando il ruggito di speranza che lanciò il suo drago nel sentir menzionare le femmine. “Io non sono pronto, ma forse Kelan, Mandra e Creon potrebbero apprezzare. Io ho ancora molte esperienze da fare prima di sistemarmi con una femmina sola.”

Kelan rise e afferrò Trelon per la collottola. “Ti credi uno stallone perché soddisfi tante femmine. La verità è che nessuna di loro ti sopporta a lungo.”

Zoran rise mentre guardava i suoi fratelli che scherzavano. Trelon si contorse e si levò suo fratello di dosso. I fratelli scherzavano spesso sulla quantità di donne che Trelon faceva passare nella speranza di trovare la sua vera compagna. Trelon si allungò e aveva appena stretto la testa di Kelan in una presa quando udì il ruggito di rabbia di Zoran.

Senza pensarci, evocò il suo drago. In un batter d’occhi, aveva cambiato forma e preso il volo mentre il simbionte si trasformava in un’armatura dorata attorno al suo drago. Non fece domande a Zoran. Aveva imparato, nel corso delle molte battaglie contro i curizani e i sarafin, che era meglio fidarsi di suo fratello e dell’istinto del suo drago.

Trelon ascoltò Zoran lanciare un messaggio nel linguaggio dei draghi, spiegando che Abby era in pericolo.

“Sai chi è stato?” chiese Trelon mentre si affiancava a suo fratello.

“Sì. È lo stesso uomo che perseguita Abby da anni. Era diventato più aggressivo nell’ultima settimana. Vuole rivendicare Abby per sé. Lo ucciderò,” disse ringhiando Zoran. I pensieri di Trelon corsero al dolce ricordo di Abby al sicuro fra le braccia di suo fratello, che arrossiva mentre spostava lo sguardo da Zoran agli uomini a bordo della nave da guerra. Ringhiò profondamente; nessuno poteva toccare la vera compagna di suo fratello e sopravvivere. Nessuno.

*.*.*

Cara strinse il volante con una determinazione che contrastava con il suo fisico minuto mentre si lanciava con tutto il suo peso per svoltare dalla statale nella strada ghiaiosa senza combinare un disastro. Ariel e Trish stavano imprecando come due marinai. Il furgone sbandò pericolosamente vicino agli alberi che punteggiavano il bordo della strada. Cara doveva ammettere che persino lei era colpita dall’abilità di Carmen alla guida. Perdiana, lei faticava a tenere tutte e quattro le ruote di un pick-up da due tonnellate a terra. Era decisa a estorcere a Carmen il segreto di come riusciva a restare in sella alla moto.

Cara trattenne a sua volta una parolaccia quando salì sopra una buca particolarmente profonda. I fari del furgone ballonzolarono all’impazzata, dando un’aria ancora più sinistra alla notte già buia. Cara sterzò bruscamente verso sinistra per schivare un’altra buca, poi le ruote incontrarono un punto morbido e dovette assicurarsi di non compensare troppo.

“La vedete?” chiese con ansia Trish. “Io non vedo quasi nulla. Non vorrei che Carmen cadesse in mezzo alla strada e che noi non la vedessimo prima che fosse troppo tardi.”

“Sta benissimo. Credo di aver visto delle luci di freni più avanti attraverso gli alberi,” disse a denti stretti Ariel fra un sobbalzo dell’altro. “Dio, Cara. Mi sa che hai mancato qualche buca,” esclamò dopo che Cara trovò un avvallamento particolarmente profondo e la mandò a sbattere contro Trisha. Cara la udì gemere quando la sua testa andò a sbattere contro il finestrino del passeggero.

“Sto facendo il meglio che posso. C’è un buio del cazzo là fuori e questa strada non ha mai visto un’ispezione in vita sua! Prova tu a fare più di trenta all’ora e vedi se riesci a fare di meglio,” disse contrariata Cara mentre sterzava per schivare un ramo per metà dentro e per metà fuori dalla carreggiata. Un altro ramo cadde lungo la fiancata del furgone e si udì un forte grattare metallico.

“Lo riparo io,” esclamò Cara per sovrastare lo stridio. Aveva appena oltrepassato i detriti quando un lampo dietro il furgone attirò la sua attenzione.

“Porca troia! Cos’è stato?” esclamò a denti stretti Cara vedendo nello specchietto retrovisore un’esplosione di fiamme dietro il furgone.

Ariel si contorse per cercare di guardare fuori dal lunotto posteriore. “Non lo so. Non hai forato il serbatoio, vero?”

“Certo che no,” disse Trish, che si teneva aggrappata al cruscotto. “Altrimenti, quelle saremmo state noi. Ma non darle idee!”

Ariel stava per rispondere quando venne improvvisamente proiettata in avanti nel momento in cui Cara inchiodò, ruotando il furgone nel tentativo di schivare la moto stesa dietro il pick-up del bastardo che aveva rapito Abby. Un altro lampo di luce apparve un attimo prima che gli alberi di fronte al furgone che trasportava Abby prendessero improvvisamente fuoco, facendo precipitare diversi enormi alberi in mezzo alla strada e bloccando completamente il passaggio.

“Porca troia! Avete visto?” chiese Cara, cercando di guardare in alto quando due sagome scure attraversarono la strada più o meno all’altezza degli alberi.

“Oddio. Abby!” gridò Trish nel vedere Abby che veniva trascinata fuori dal furgone di fronte a loro. Cara pompò sui freni, cercando di arrestare il furgone. Trisha provò ad aprire la portiera del furgone proprio mentre il mezzo si fermava dietro al pick-up di fronte a loro, cadendo quasi a terra quando i suoi piedi toccarono la superficie irregolare.

“Dov’è Carmen?” esclamò disperata Ariel mentre cercava di scendere dal furgone.

Cara aveva appena toccato terra quando vide tre enormi creature, una delle quali sputava fiamme blu scuro contro la sagoma urlante di un uomo. Sentì vagamente il grido allarmato di Trish e Ariel mentre tirava fuori la chiave inglese da sotto il sedile del furgone. Non intendeva certo gettarsi nella mischia disarmata!

*.*.*

Trelon non perse di vista Zoran mentre questi seguiva il richiamo del simbionte. Tutti e tre i draghi volarono il più velocemente possibile nello sforzo di raggiungere la compagna ferita di Zoran. Trelon guardò Zoran calare in picchiata dal cielo, trasformandosi all’ultimo momento e atterrando sul retro del furgone che trasportava Abby.

Virando per superare alcuni alberi, Trelon piegò con attenzione le ali in modo che non si impigliassero nei rami e sputò fuoco draconico di fronte al furgone, facendo cadere diversi alberi e bloccando la strada. Aveva appena fatto il giro e stava per atterrare quando vide l’uomo che aveva imprigionato Abby sollevare un’arma e sparare a bruciapelo al petto di Zoran.

La rabbia lo colmò di fronte alla vista di suo fratello che cadeva a terra. Ruggì. Voleva fare a pezzi quel bastardo. Avrebbe ucciso tutte le altre persone che avevano osato seguire e fare del male alla vera compagna di suo fratello. Non appena quel pensiero gli attraversò la mente, una sagoma oscura apparve e placcò l’uomo armato.

“Kelan, sai dove sono gli altri?” chiamò Trelon nel linguaggio dei draghi.

“Sì,” rispose Kelan. “L’altro trasporto sta arrivando e questa creatura sta lottando contro l’uomo che ha ferito Zoran. Forse dovremmo lasciarla in vita, se vincerà.”

Nessuno dei due fratelli voleva esprimere la propria preoccupazione per Zoran. Potevano solo sperare che il suo simbionte sarebbe riuscito a guarirlo. I guerrieri valdier non erano facili da uccidere. Una ferita del genere avrebbe fatto un male cane sul momento, ma se il simbionte era vicino, era quasi impossibile ucciderli, perché il simbionte li stabilizzava immediatamente. Trelon si prese l’appunto mentale di dirne quattro a Zoran per non aver mantenuto la forma draconica fino a quando il bastardo non era stato neutralizzato. Se lo avesse fatto, non si sarebbe ritrovato in quella situazione.

*.*.*

Trelon e Kelan stavano concludendo l’atterraggio quando Zoran si alzò. Trelon sorrise, per quanto glielo consentisse la forma draconica. Oh, sì, pensò. Zoran è incazzato. Era appena atterrato quando suo fratello maggiore esalò un getto di fuoco draconico. Trelon non provò il minimo sentimento nel vedere il maschio umano che aveva osato fare del male alla vera compagna di suo fratello incenerirsi lentamente ai suoi piedi. Fu solo quando udì il suono di una voce roca che la sua attenzione fu attratta e trattenuta da una sagoma minuscola in piedi accanto al furgone che si era appena fermato.