Bianca di Aragona-Navarra

La regina che non fu amata

Parlando, come ancora oggi spesso si fa, di donne infelici e di disastrose unioni, non si può non ricordare la bella Bianca.

Lei aveva potenzialmente tutte le caratteristiche esistenziali e di censo che offrono a una donna una vita piena e felice. Era davvero bella: i ritratti miniati ci mostrano un fisico snello e armonioso, i lineamenti delicati e lunghi capelli biondo-rame.

Era ricca e nobile: suo padre era duca di Peñafiel e futuro re d’Aragona, e sua madre era regina di Navarra. Era inoltre intelligente e sufficientemente colta, poiché era usanza della corte spagnola fornire istruzione anche alle figlie femmine.

Bianca, però, non poté sfruttare nessuna di tali potenzialità di base ed ebbe invece una vita afflitta da dolori, delusioni e profonde frustrazioni.

Corre l’anno 1440 e all’età di sedici anni, Bianca viene data in sposa a Enrico, erede al trono e futuro re della Castiglia. È un matrimonio di stato.

Anche in Spagna è usuale, presso le famiglie regnanti dei casati d’Aragona, Navarra e Castiglia, mantenere uno “status quo” di non belligeranza attraverso unioni che garantiscano, di volta in volta, alleanze tra due e anche tutti e tre i casati, a seconda delle linee di discendenza.

Il matrimonio fra la bella erede di Navarra e il futuro re di Castiglia assicura, attraverso il padre della sposa, un’Aragona, una stabile “pax” sui territori.

Ma Enrico ha un soprannome che non lascia presagire nulla di positivo: il figlio del re di Leon e Castiglia è detto l’Impotente.

Il soprannome è di pubblico dominio, per cui la condizione del principe pare certa, ma la bella Bianca, probabilmente priva di ogni conoscenza in materia di sesso, non si ribella e viene mandata all’altare come un agnello sacrificale.

Il matrimonio viene celebrato con enorme sfarzo nella splendida cattedrale di Valladolid. È un’unione infelice da subito. Il principe ignora la giovane e bella moglie, preferendo passare il tempo con i suoi cortigiani preferiti e possibilmente lontano da lei.

Un altro evento sconvolge la vita di Bianca: nel 1451 scoppia una lacerante e sanguinosa guerra civile fra suo padre e il fratello Carlo. Bianca si schiera subito a fianco di quest’ultimo e chiede anche al re di Castiglia, suo suocero, di aiutarlo.

Questa guerra provoca, comprensibilmente, un ribaltamento delle alleanze stipulate al momento del matrimonio di Bianca con Enrico.

Non si sa se per imposizione dei Navarra-Aragona o dei Castiglia, nel 1453 il papa Niccolò V scioglie il matrimonio dichiarandolo nullo per non consumazione.

Bianca è sottoposta a un’umiliante visita ginecologica al cospetto di importanti uomini di chiesa che dovranno poi riferire al Pontefice. Il risultato è che Bianca è ancora vergine e il matrimonio viene dunque annullato. Il papa si pronuncia anche sulla consanguineità della coppia. È interessante notare che, all’atto del matrimonio, lo stesso Niccolò V aveva benedetto gli sposi.

Bianca rientra in Navarra e si trova subito in una condizione di assoluta inferiorità nei confronti del padre. Il fratello, nel 1452, ha subìto una grossa sconfitta e il padre, che mai l’ha amata, ora non le perdona lo schieramento a fianco di Carlo.

Bianca viene tenuta per quasi dieci anni in condizione di povertà e segregazione.

Nel 1461 muore Carlo e, di diritto, Bianca è regina di Navarra. Ha il sostegno di una parte della nobiltà navarrese, ma il padre le impedisce con la forza di esercitare il potere. Non contento di aver tolto a Bianca il trono, Giovanni fa di più. Nel 1462 disereda la figlia e nomina propria erede per la Navarra la sorella di Bianca, Eleonora, da lui amatissima e che gli era stata al fianco durante la guerra civile.

Bianca, per ordine del padre, della sorella e del cognato Gastone I di Foix, viene catturata e rinchiusa nel castello di Moncada a Orthez, dove muore avvelenata da Eleonora.

È il 2 dicembre del 1464.