Margherita Porete

L’eretica

Nel 1310 viene bruciata sul rogo, a Parigi, Margherita Porete. Margherita è stata senza dubbio, al pari di Ipazia, vittima dell’intolleranza della Chiesa e del bigottismo religioso che penalizzò le donne (e forse le penalizza ancora) nelle loro potenzialità intellettuali.

Margherita fu una grande mistica speculativa e forse, al pari di Taulero ed Eckhart, la più grande di tutti i tempi. Era un’intellettuale capace di pensieri molto profondi, tanto che il suo libro “Lo specchio delle anime semplici” rimane un capolavoro attualissimo. Sapeva leggere e soprattutto scrivere, e niente ha mai spaventato la Chiesa quanto una donna che pensa, legge, scrive e quindi analizza la realtà.

Il pensiero della Porete è da inserire nella cultura delle beghine, le donne libere ed emancipate che furono, senza dubbio, una spina nel fianco della Chiesa del 1200.

Sul piano filosofico, la sua speculazione si distacca dalla “via amori” e si orienta verso “Amore” come concetto assoluto che si sviluppa dall’assenza del desiderio.

L’amore comune è sempre un desiderare qualcosa, un desiderare per..., un voler..., un appropriarsi di... Per la Porete, l’amore deve diventare un non-amore, un non-desiderio, un non-volere, un assoluto.

Si noti come queste speculazioni e questi assunti siano vicini alla concezione buddista del Nirvana, quale pienezza del Nulla, e alla strada del distacco dal desiderio.

Secondo questa mistica, quando l’amore vuole tutto non è più amore, perché insegue il nulla.

Margherita afferma che l’Amore Assoluto non ha bisogno di cercare, di chiedere, di pregare.

Per lei, è preferibile coltivare Amicizia anziché Amore, perché l’amore senza desiderio né richiesta (questo è l’amicizia) rappresenta la forma più alta di emozione verso l’altro.

La Porete aggiunge che con lo Spirito Santo si deve instaurare un rapporto di amicizia, cioè un reciproco scambio senza richieste in cui l’anima riconosce sé stessa come Dio e riconosce Dio in tutte le forme del creato manifesto.

Quando Margherita afferma che “la personalità di Dio è amore, perciò lo si conosce se lo si è, e conoscerlo è generarlo”, non vuole fare altro che proporre la buona disposizione d’animo come il bene supremo.

Ma la donna che cerca la gioia dello spirito e la pace del pensiero viene accusata di eresia ed è condannata al rogo. A tutt’oggi, come Ipazia, la Porete non è stata riabilitata dalla Chiesa romana.