Ildegarda di Bingen
La prima donna medico
Per un interessante paradosso, il Medioevo, periodo decisamente buio per la libertà delle donne, fu anche uno dei momenti storici più ricchi di figure femminili di grande spessore intellettuale e politico.
In quest’epoca, se da una parte sappiamo che le donne venivano oppresse in matrimoni mai scelti e poi completamente dominate dalla figura del marito-padrone, dall’altra ci è anche noto che in particolari insospettabili luoghi emersero figure di grande rilievo.
Monasteri, conventi e abbazie furono i contesti in cui le donne del Medioevo riuscirono a emergere, nonostante che il mondo all’intorno fosse decisamente maschilista. È infatti nel convento che la donna, libera dal dovere coniugale e dal doversi occupare dei numerosi figli, accede al sapere e ad esso si dedica.
Non è questo il luogo dove affrontare la ricerca dei motivi che condussero a tale fenomeno, ma basterà questa breve premessa ad aiutarci a capire la figura della monaca Ildegarda.
Nasce nel 1098 da numerosa e nobile famiglia a Bermersheim, in Germania, nell’Assia Renana. Ha dieci fratelli ed è probabilmente destinata alla vita claustrale dalla nascita.
A cinque anni comincia ad avere visioni, che d’altra parte sono tipiche dell’epoca storica. A sette, viene mandata da una zia che vive in clausura nel convento benedettino di Disibodenberg e qui viene educata alla conoscenza e all’amore per il sapere.
A quattordici anni prende i voti monacali, ma non abbraccia la clausura perché già sente forte in sé la vocazione di lavorare nel mondo, guardandolo con gli occhi della scienza.
Diviene ben presto nota soprattutto per i suoi atteggiamenti anticonformisti. È un personaggio forte e controcorrente e la sua voce intellettuale supera le mura del convento. Si occupa di teologia e musica e, soprattutto, è appassionata di medicina.
Ildegarda è una giovane donna di natura fragile e salute cagionevole, quindi vive su sé stessa l’esperienza della malattia e del dolore fisico. Con un’intuizione di straordinaria modernità scientifica, elabora una visione terapeutica che precorre, somigliandole molto, quella della medicina olistica.
Afferma che, per riacquistare il perduto benessere psico-fisico - e lei ritiene indivisibili il corpo e la mente - l’uomo deve attingere le energie dal mondo circostante. Sostiene che la malattia dipende spesso dalla disarmonia tra la persona e il mondo esterno. In queste sue affermazioni, è evidente un’anticipazione teorica delle posizioni della psicoanalisi e della psicosomatica.
La monaca si occupa anche di terapia e farmacologia: è suo il più completo compendio di fitoterapia. Addirittura anticipa le indicazioni della recentissima medicina di genere, personalizzando la posologia delle cure a seconda che ad assumerlo sia un uomo o una donna.
I rimedi sono basati sulla teoria dei temperamenti, sul caldo e sul freddo, sull’umido e sul secco e su un bilanciamento rispetto a una carenza o a un eccesso di sostanza.
Alcune delle sue intuizioni, se non tutte, sono tuttora utilizzate.
Ildegarda suggerisce la mentuccia (menta) per l’acidità gastrica; per la nausea, il cumino, usato largamente ancor oggi dalla scienza farmacologica; per la tosse e le malattie da raffreddamento, il tanaceto e l’estratto di foglie di salice.
Molto ancora ci sarebbe da dire sulla “Ildegarda medico”, ma dobbiamo narrare anche altro, dato che fu una figura notevole in molti ambiti.
Fonda il monastero di Bingen e, con abilità intellettuale, ribalta il concetto di vita monastica, orientando lo stesso pensiero di Roma su una vita di predicazione, aperta all’esterno e al sociale.
Nel sinodo di Treviri, il papa Eugenio III legge alcuni suoi scritti e la riconosce “autorità” della Chiesa Romana.
Donna di riconosciuta intelligenza, esce dal convento per conferire con principi e vescovi, comportandosi come farà due secoli dopo Caterina da Siena, la santa che è Dottore della Chiesa.
È in contatto epistolare con Bernardo di Chiaravalle10 e, in una lettera diretta a costui, osa sfidare con parole durissime l’imperatore Federico Barbarossa, fino ad allora suo protettore, quando questi si oppone al papa Alessandro III. L’imperatore subì l’affronto, ma terminò il rapporto di amicizia che fino ad allora li aveva legati.
Si dice che nel 1169 Ildegarda abbia compiuto un esorcismo su una donna, che aveva fatto ricoverare nel suo convento, dopo che altri monaci non erano approdati a nulla. Che fosse una donna a eseguire il rito era cosa del tutto inusuale allora e lo è altrettanto al giorno d’oggi.
Ancora: è stata musicologa e musicista e rimangono famose le opere “O rubor sanguinis” e “Ave generosa”.
Morirà a Bingen, nel suo convento, nel 1179.
La sua beatificazione avverrà nel 1324.
Il 10 maggio 2012 papa Benedetto XVI ne ha esteso il culto liturgico alla Chiesa Universale, iscrivendola nel Catalogo dei Santi e nominandola Dottore della Chiesa.
La festa di santa Ildegarda ricorre il 17 settembre.
10 Bernard de Fontaine, italianizzato in Bernardo di Chiaravalle (1090 – 1153), è stato un monaco, abate e teologo francese dell’ordine cistercense. Viene venerato come santo da Chiesa cattolica, Chiesa anglicana e Chiesa luterana. Canonizzato nel 1174 da papa Alessandro III fu dichiarato dottore della Chiesa, da papa Pio VIII nel 1830. Nel 1953 papa Pio XII gli dedicò l’enciclica Doctor Mellifluus.