Alice Kyteler
Una storia irlandese
Kilkenny è una cittadina del sud-ovest dell’Irlanda, dista circa cento chilometri da Cork, fiorente città industriale e capoluogo dell’omonima contea.
Kilkenny è adagiata in uno splendido paesaggio irlandese, fra verdissime colline e prati di velluto. È un villaggio caratteristico, uno dei tanti che si possono trovare nelle contee del sud: casupole con muri di ogni colore, botteghe artigiane con insegne in gaelico, strade di ciottoli ed è sovrastata da uno splendido castello circondato da un magnifico parco.
La cittadina non è famosa solo per il paesaggio o la cordialità degli abitanti: è conosciuta in tutta l’Irlanda e meta di molti turisti perché è ancor oggi considerata la “patria” delle streghe irlandesi. Questa fama risale al Medioevo, ha quindi radici lontane.
A Kilkenny è nata e vissuta Alice Kyteler, la strega più famosa di tutte le contee.
Nasce nel 1280 da una ricca famiglia - il padre è un importante uomo d’affari anglo/normanno - giunta in Irlanda quando questa terra viene conquistata dai Normanni nel 1169. Alice è una ragazza ricca e un po’ viziata, e ha un concetto di morale che lascia molto a desiderare: oggi, l’avremmo definita una sociopatica con incapacità di controllo emozionale e difficoltà nel procrastinare la soddisfazione del desiderio.
Ma continuiamo la storia: il padre di Alice muore quando la ragazza ha 18 anni e le lascia in eredità tutto il cospicuo patrimonio. Subito dopo, Alice sposa un socio del padre, di vent’anni più vecchio di lei, William Outlaw. Importante è precisare che William era fratello del cancelliere d’Irlanda, Roger, che fu negli anni successivi attore protagonista di una spietata lotta alle streghe e agli eretici, con cui instaurò nella nazione un’atmosfera di terrore.
Alice ha subito un figlio che viene chiamato William junior. Non le bastano né il vecchio marito, né i soldi di lui, né il patrimonio lasciatole dal padre. Oltre a essere avida di denaro, è indubbiamente una seduttrice seriale. Appartiene cioè a quel genere di soggetti (uomini o donne) che seducono in maniera compulsiva, a prescindere dall’oggetto della seduzione, perché è proprio e solo l’atto di seduzione in sé che li soddisfa.
È una donna fisicamente bella e il gioco le riesce assai facile. Con abilità strappa ai malcapitati doni di estremo valore come gioielli e denaro. Accumula così una ricchezza immensa ed estende la propria casa fino a quella che oggi si chiama St. Kieran Street.
Trasforma la dimora in una specie di enorme “pub” con “inn” (alloggi). In sostanza apre una casa di piacere, dove gli uomini si recano come mammalucchi ad aspettare e sperare un favore di Alice.
Ma si sa che nei paesi, ieri come oggi, esiste una prerogativa straordinaria: nessuno si fa i fatti propri. A Kilkenny tutti, le donne per prime, cominciano a chiacchierare di strani riti e orge che si svolgono nella casa di St. Kieran Street.
Di lì a poco muore il marito di Alice e subito ci si affretta a dire che è deceduto in circostanze ambigue e che è stato trovato in una stanza piena di oggetti satanici. Lei non bada a questi pettegolezzi e non ne intravede il pericolo.
Subito dopo la scomparsa di William, sposa un importante banchiere, Le Blount che, guarda caso, muore tragicamente lasciando alla bella vedova un mucchio di soldi e proprietà. È il 1310.
Alice è ormai la donna più ricca e chiacchierata della contea. Per gestire la casa si procura anche delle giovani, una delle quali le si lega subito, una certa Petronella di Meath.
Non ancora sazia di tanta ricchezza, Alice si risposa con un proprietario terriero, Richard de La Valle, che muore durante una cena, pare per indigestione.
Le chiacchiere sono ormai infrenabili: si mormora addirittura che Alice abbia per amante un demone, Robin, figlio del principe diavolo Artisson.
Alice si sposa per la quarta volta con un antico spasimante, assiduo frequentatore della casa.
L’uomo è già vecchio e malaticcio, e dopo l’entusiasmo iniziale comincia ad aver paura della moglie e a temere di essere ucciso da qualche sortilegio. Terrorizzato si rivolge ai frati dell’abbazia di San Francesco che, prontamente, fanno intervenire il vescovo di Ossory, competente per territorio.
Costui fa di tutto per imprigionare le streghe, cioè Alice e le sue aiutanti. Vuole vedere la donna sul rogo. Ma Alice è in Irlanda un personaggio importante, cognata di un Lord cancelliere: condannarla e giustiziarla non è facile come sarebbe con una povera contadina.
Il vescovo viene addirittura imprigionato e messo a pane e acqua a causa del suo tentativo. Interviene però John Darcy, presidente della Corte Suprema di Giustizia: egli crede al vescovo e conosce la fama della donna. Con argomentazioni apparentemente valide, in una celebre requisitoria, Darcy riesce a dimostrare la stregoneria di Alice e delle sue aiutanti. Le donne vengono arrestate e ad Alice vengono confiscate tutte le proprietà.
Si teme il rogo, ma il potere ha sempre ben funzionato in tutte le epoche e Alice viene fatta brillantemente evadere. Vivrà in santa pace e a lungo in un villaggio vicino a Londra.
Non altrettanto bene va, invece, a Petronella che, dopo aver subito orribili torture e aver ammesso ogni cosa, verrà bruciata viva.