Il barman mise sul banco un’altra pinta.
«Una bella pinta» disse.
Danny pagò. Porse la pinta a Jimmy e insieme andarono nell’angolo in cui si erano nascosti la prima volta che erano stati al pub. Lo stesso, identico tavolino, le stesse sedie. Gli stessi sottobicchieri. Però la tinteggiatura era nuova. E alla parete c’era una foto che prima non c’era. Era una foto della città scattata da una gru o da un elicottero. «Dublino – Città di Cultura.»
Si sedettero.
Jim sollevò la pinta.
«Salute.»
«Salute» disse Danny.
«Da quanto tempo non venivamo qua?»
«Vent’anni. Di più.»
«Molti di più» disse Jimmy. «Quasi trenta. Ti ricordi quella sera?»
«Certo che me la ricordo.»
Sorrisero e poi risero.
«Eravamo scatenati» disse Jimmy.
«Vero.»
Per un po’ non aggiunsero altro. Danny sollevò di nuovo il bicchiere, tanto per fare qualcosa.
«Be’, comunque salute» disse.
«Sì. Salute.»
«Allora, Jimmy.»
«Jim» disse Jimmy.
«Eh?»
«Jim. Mi chiamo Jim.»
Danny si stava comportando male. Lo sapeva. Ma era più forte di lui.
«E da quando?» chiese.
«Da molto prima che me ne andassi» rispose Jimmy. «Quindi, non cominciare.»
«Ok» disse Danny. «Jim.»
«Dan» disse Jimmy.
«Mi chiamo Danny.»
«Bene» disse Jimmy. «Volevo solo esserne sicuro.»
Era difficile crederci. Tanto tempo lontani ed era come se non si fossero mai separati. Stavano già litigando, si stavano già mordendo. E nonostante tutto, Danny era contento di essere con Jimmy. Era strano. Si diceva che fosse possibile amare e odiare contemporaneamente una persona. E Danny capì che era vero.
«Allora» disse Danny. «Come mai sei a casa?»
«Ci vengo spesso. Una volta all’anno. Certe volte più spesso.»
Danny lo sapeva. Quando Jimmy tornava, sua madre glielo diceva sempre, e Danny se ne stava sempre alla larga finché Jimmy non se n’era andato.
Jimmy riprese a parlare.
«Quello che vuoi sapere è come mai ti ho telefonato.»
«Sì. Infatti.»
«Avrei voluto farlo prima» disse Jimmy. «Tutte le volte che tornavo. Volevo chiamarti. Volevo invitarti a Londra con tua moglie e i tuoi figli. In vacanza. Mi ripromettevo sempre di farlo. Ma poi mi dicevo: perché dovrei telefonargli? Lui non mi telefona mai. Quindi perché dovrei telefonargli io?»
Jimmy bevve un sorso e riprese il discorso. «E scommetto che anche tu hai pensato la stessa cosa. Perché dovrei chiamarlo io? Non sono stato io a cominciare. Giusto?»
Danny annuì.
«È proprio bella, eh?» disse Jimmy. «Due ragazzi grandi e grossi come noi che si comportano così. E scommetto un’altra cosa.»
Guardò Danny.
Danny non voleva parlare. Non si fidava della propria voce.
Aveva paura di mettersi a piangere. Piangi, piangi, piccolino della mamma. Chi si chiama Danny piange sempre. Così pronunciò una sola parola.
«Cosa?»
«Scommetto che i tuoi figli li rimproveri, se si comportano come ci siamo comportati noi. Ho ragione?»
Danny annuì.
«Anch’io» disse Jimmy.
Danny non sapeva quanti figli aveva Jimmy. Sua madre glielo aveva detto, ma lui non aveva mai ascoltato.
Jimmy bevve un altro sorso e riprese a parlare.
«Così, eccomi qua.»
Tese la mano.
«Mi fa piacere rivederti, Danny» disse. «Sul serio. E se ti metti a piangere, esco di qui e non mi rivedrai mai più.»
Risero, e Danny lasciò sgorgare le lacrime.
«Stai piangendo?» chiese Jimmy.
«Ma no» rispose Danny. «No, no.»
Invece piangeva.
«Non era una brutta donna» disse Jimmy. «Per niente, vero?»
«Chi?»
«La signora Bel Pezzo di Prosciutto.»
Danny ci pensò.
«A quei tempi non mi sembrava» rispose. «Ma adesso direi che era bella.»
Jimmy annuì.
«Succede, quando si invecchia. Ma sarà un bene o un male?» chiese.
«Cosa?»
«Ma sì, quando ti piacciono le donne di tutte le età, oltre a quelle giovani.»
«Ti riempie le giornate» disse Danny.
«Su questo hai ragione. Comunque, ormai quelle giovani non ci guardano più. Vuoi sapere una cosa?»
«Cosa?»
«Non l’ho mai detto a nessuno.»
«Me lo terrò per me» disse Danny.
«Sarà meglio.»
«Dai, dimmi.»
«Mi sono innamorato di mia suocera.»
Danny rise.
«Ridi, ridi» disse Jimmy. «Però è vero.»
Danny rise di nuovo. Se la ricordava, la suocera di Jimmy. Se la ricordava bene. Cercò di non pensare alla figlia, la moglie di Jimmy. Era passato tanto tempo. Non aveva più importanza.
Rise.
«È stato più forte di me» continuò Jimmy. «Ha settantasette anni e mi sembra una gran gnocca.»
Danny sollevò il bicchiere.
«Alle donne.»
«Ben detto» disse Jimmy.
E anche lui sollevò il bicchiere.
«Alle donne.»