«RIENTRAMMO A SANTA Michon due settimane dopo e rivedemmo quei possenti pilastri di pietra sollevarsi dalle nebbie del tramonto davanti a noi. In realtà non sapevo come sentirmi. Avevo fallito e allo stesso tempo superato alla grande la mia prima Caccia. L’impazienza aveva avuto la meglio su di me, mettendo a rischio vite innocenti. Avevo ucciso un uomo con le mie stesse mani, e non è cosa da poco sottrarre una vita da questa terra. Il mondo ne risulta menomato e, se sei incauto, ne esci menomato anche tu. Ma invece di provare rimpianto, mi sentivo rafforzato nei miei propositi. Avevo difeso i fedeli di Dio dal male che li affliggeva. Avevo fatto la cosa giusta. E, cosa più importante, avevo sconfitto un sanguenobile tutto da solo. Ammetto che mi sentivo parecchio pieno di me per quello: me ne stavo seduto dritto sulla sella di Giustizia con un sorriso che non abbandonava mai del tutto le mie labbra.
«Claude de Blanchet e Vivienne La Cour erano legati con catene d’argento sul cavallo di Manogrigia. Il braccio del ragazzo doveva ancora guarire completamente dalle ferite che gli avevo inferto e Manogrigia aveva dovuto zittire i suoi lamenti con un bavaglio. Tuttavia non c’era ancora nessuna risposta al dubbio su cosa avessi fatto con precisione e, cosa più importante, come l’avessi fatto.
«Malgrado la mia insubordinazione, Manogrigia mi tributava un rispetto riluttante: intuivo che era impressionato dalla capacità che avevo mostrato nello sconfiggere il ragazzo. Ma gli occhi di de Coste erano pieni di disprezzo ogni volta che mi guardava. A causa della mia disobbedienza, una novellina gli aveva spaccato il cranio, mentre io ero riuscito a dare una ripassata al suo creatore pur essendo solo e disarmato. Aaron era stato messo in ombra e sapevo che avrebbe voluto dirimere la questione una volta lontani dalla vista di Manogrigia.
«Arrestammo i cavalli fuori dai cancelli della stalla e io entrai per andare a cercare gli stallieri mentre Aaron e Manogrigia scaricavano i nostri prigionieri sanguefreddo. Chiamai Kaspar intanto che i miei occhi si adattavano alla luce fioca dei globi chemistrici. E nelle ombre vidi due figure che sussultarono, come sorprese. La prima era Kaveh, il fratello muto di Kaspar. E la seconda, con il volto che impallidì lievemente alla mia vista, era l’assistente del serafino Talon, sorella Aoife.
«“Serenalba, iniziato” balbettò lei, profondendosi in un inchino.
«“Sacrogiorno, devota sorella” annuii lentamente. “Kaveh.”
«Il giovane abbassò gli occhi, muto come sempre.
«“Siete tornati dalla Caccia?” chiese Aoife. “Ho saputo che è andato tutto bene. Arciere è arrivato la settimana scorsa portando la notizia del carico che trasportate.”
«Esaminai Aoife con il capo inclinato. Era decisamente strano trovare un membro della Sorellanza d’argento priva di accompagnatore assieme a uno stalliere. Kaveh rifiutava ancora di incontrare il mio sguardo. Ma in fondo la cosa non mi riguardava. “Oui” confermai alla sorella. “Due novellini sanguenobile, entrambi di stirpe Voss.”
«“Stupendo.” Aoife sorrise, sistemandosi l’abito. “Ti accompagnerò.”
«La devota sorella mi seguì all’esterno e Kaveh si affrettò a portar dentro i cavalli per ripararli dal freddo. Aaron e Manogrigia si inchinarono ad Aoife in segno di saluto, poi ascendemmo alle quote vertiginose di Santa Michon; io trasportavo il ragazzo de Blanchet mentre ad Aaron toccava la Cour. Osservai la sorella in tralice mentre la piattaforma saliva, ma il volto di Aoife era impassibile. Arciere volava in cerchio sopra di noi, cantando di gioia nel vento per il ritorno del padrone. Manogrigia alzò il braccio e, quando il falcone si posò sul suo polso, le labbra dell’uomo si incurvarono nell’espressione più simile a un sorriso che avessero mai assunto.
«Pensavo che avremmo fatto rapporto all’abate Khalid o che saremmo andati a riempirci la pancia, ma Aoife ci guidò direttamente all’Armeria. Come sempre, le finestre erano illuminate dal fuoco della forgia e i comignoli sputavano fumo nero… tutti tranne uno, da cui usciva quel sottile filo scarlatto. Ad aspettarci sui gradini c’era il serafino Talon in persona, il colletto del cappotto allacciato terribilmente stretto e la verga di frassino in mano. “Serenalba, frère Manogrigia” disse nel suo freddo tono da aristocratico. “De Coste.”
«“Sacrogiorno, serafino” risposero loro.
«Il serafino della Caccia mi guardò dritto negli occhi, accarezzandosi i lunghi baffi scuri come avrebbe fatto un bambino con il suo micetto preferito. “Serenalba, sanguemerdoso.”
«“Sacrogiorno, serafino” sospirai.
«Talon fece un piccolo movimento con la testa e tutti e quattro lo seguimmo dentro l’Armeria. Il calore delle fucine era un gradito cambiamento rispetto alla strada, con i globi chemistrici che scintillavano come stelle tra i timpani dell’alto soffitto. Le pareti erano fiancheggiate di argentacciaio e lì, tra le rastrelliere, vidi Baptiste Sa-Ismael, il giovane pollice nero che aveva forgiato la mia spada. La sua pelle scura era bagnata di sudore e i muscoli scintillavano mentre spingeva una carriola di carbone grezzo per le forge. Quando ci vide, si fermò e si asciugò la fronte.
«“Serenalba, serafino” disse con il suo caldo timbro baritonale. “Sorella Aoife.”
«Talon annuì e Aoife si inchinò. “Sacrogiorno, Sa-Ismael.”
«Il fabbro rivolse al resto di noi un sorriso impeccabile. “E una serenalba a voi tutti, fratelli. Siete tornati trionfanti, vedo?” Guardò la spada alla mia cintura. “Come se l’è cavata Artileo nel suo viaggio inaugurale, de León? Mi ha ucciso qualcosa di mostruoso?”
«“È stata gettata fuori da una finestra da un prete corrotto, fratello. Quindi temo di no.”
«Baptiste lanciò un’occhiata verso Aoife e sogghignò. “Be’, pare che almeno tu le abbia fatto vivere un’avventura. Alle signore piace quel genere di cose.” Mi diede una pacca sulla spalla con una mano calda. “Non temere, Leoncino. Dio ti concederà l’opportunità di eseguire la Sua volontà.”
«Maledetto inferno, mi piaceva Baptiste. E non ero il solo. De Coste perdeva ogni traccia della sua solita arroganza quando era in sua compagnia. Perfino Manogrigia sembrava prossimo ad abbandonare l’abituale cipiglio in presenza del giovane fabbro. Baptiste aveva un sorriso che sembrava fatto proprio per te, una risata fragorosa, un’anima buona. Ma lanciò un’occhiata a Talon quando il serafino si schiarì la voce. “Vedo che avete degli affari di cui occuparvi, fratelli. Non vi tratterrò dalla sacra opera di Dio. Possiamo condividere i vostri racconti stasera nel refettorio, davanti a un bicchiere.”
«“O una bottiglia” rilanciò Aaron.
«Il fabbro rise e i suoi occhi scuri brillarono. “Per il Sangue. A stasera, mes amis.”
«Ci salutammo con un cenno del capo e seguimmo il serafino Talon e sorella Aoife in una zona dell’Armeria che non avevo visitato prima. Possenti porte rivestite d’argento bloccavano la strada e si aprirono con una chiave d’argento che Talon portava al collo; dall’altra parte ci attendeva una grande stanza di pietra scura. L’odore di sangue vecchio avvolgeva l’aria. Sopra le nostre teste il soffitto si innalzava in volte elevate, illuminate da globi chemistrici, mentre le pareti erano ricoperte da illustrazioni anatomiche di sanguefreddo, fatati e altre mostruosità. Ma la camera era dominata da un enorme apparato che non avrei mai potuto nemmeno immaginare.
«Sembrava una specie di forgia, sognata da una mente inquieta. Un serpeggiante intrico di tubi circondava una fila di grandi lastre di pietra. Dei canaletti erano intagliati nelle pietre con la forma della septistella e, su mezza dozzina di esse, riuscii a vedere le forme emaciate di vampiri, legati con argento. Molti erano abbietti, ma almeno uno era sanguenobile: un grazioso monsieur con lunghi capelli rossi da osswayano. La loro carne era di un grigio privo di vita, avvizzita come un vecchio frutto. Tubi d’argento erano conficcati nei loro petti e riuscii a vedere il sangue sgocciolare in barattoli di vetro.
«Guardai Aoife accanto a me e sussurrai: “Cos’è questo posto, sorella?”.
«“La Fucina Scarlatta” spiegò lei. “I cuori dei sanguefreddo non battono davvero, capisci. E senza le pulsazioni a guidarlo, il loro sangue va solo dove loro desiderano. La Fucina è il modo più efficiente per raccogliere la loro essenza e produrre così grandi quantità di sanctus.”
«Guardandomi attorno per la stanza a bocca aperta, percepii una strana corrente strisciarmi sulla pelle. Quel marchingegno sembrava creato in parte con la scienza, in parte con la sorcerie.
«“De Coste” disse Manogrigia. “De León. Fate accomodare i nostri ospiti.”
«Aaron e io obbedimmo, piazzando sulle lastre i sanguefreddo catturati. Entrambi erano bendati e imbavagliati, ma un lieve gemito di sofferenza sfuggì dalle labbra di Vivienne la Cour quando Aoife le fissò manette d’argento attorno a polsi e caviglie. Mentre la sua carne cominciava a sfrigolare, dovetti ricordare a me stesso ancora una volta che quelle cose non erano altro che sanguisughe che indossavano una forma umana.
«“Dal maltrattamento che sono riusciti a sopportare, non c’è dubbio che siano Voss” disse Manogrigia.
«Talon indicò il ragazzo con la testa. “Questo era il primo della nidiata?”
«“Oui” annuì Manogrigia. “Un bastardello spaventoso, per essere un novellino.”
«“Povera anima” sospirò Aoife piano. “È poco più di un bambino.”
«“E non diventerà mai un uomo” si accigliò Manogrigia.
«“Lo esamineremo accuratamente” disse Talon con più soddisfazione di quanto fosse lecito. “La fiamma rivelerà qualunque cosa non ci dirà il suo sangue prima che ci lasci per andare all’inferno.”
«Aoife si fece il segno della ruota. Il serafino guardò l’avambraccio della piccola creatura, ancora ustionato dal mio tocco. Lo vidi scambiarsi un’occhiata con il nostro maestro.
«“Voi due.” Manogrigia si voltò verso Aaron e me. “Andate a lavarvi e a mangiare qualcosa. Potremmo tornare a Caccia prima di quanto pensiate. De León, ti assegnerò compiti supplementari prima di ripartire da Santa Michon.”
«“… Compiti, maestro?”
«“A partire da domani, ti presenterai alle stalle prima di ogni albamessa e ripulirai quei recinti finché non saranno immacolati. Stasera informerò Kaspar e Kaveh: sono certo che i nostri giovani stallieri si godranno l’ora di sonno in più che i tuoi sforzi assicureranno loro.”
«Battei le palpebre incredulo mentre Aaron tratteneva un sorrisetto trionfante. “Devo spalare letame ogni mattina? Ho sconfitto questa creatura da solo.”
«“La disobbedienza ha il suo prezzo. Credi che io sia ingiusto?”
«Ero irritato per quell’affronto, ma gli rivolsi un inchino rigido. “No, maestro.”
«“Bene. Ora andate, tutti e due. Vi seguirò tra poco.”
«“Per il Sangue, frère.” De Coste si inchinò. “Serafino. Sorella.”
«Aoife ci salutò con un sorriso. Talon annuì distrattamente, ancora scrutando il braccio del piccolo Claude mentre Aaron e io uscivamo nella sera gelida. In piedi sui gradini dell’Armeria, strinsi i denti cercando di tenere a freno la collera. Avevo disobbedito a Manogrigia, su quello non ci pioveva. E nonostante avessi catturato il piccolo de Blanchet, sapevo di meritarmi una punizione. Ma questo?
«De Coste trascinò le dita nella sudicia zazzera di capelli biondi e sorrise. “Con la merda fino agli stinchi ogni mattina, eh, Zotico? Sarà proprio come a casa.”
«“A proposito di casa, come sta tua madre? Dille che mi manca, eh.”
«Si voltò e mi guardò in faccia. Man mano che si avvicinava notai che, anche se era più grande di me, ormai ero alto quasi quanto lui. Potevo incontrare il suo sguardo azzurro pallido. “Chiudi gli occhi” disse.
«Quelle parole mi scivolarono nelle orecchie come il coltello più affilato. Non era uno sparo di velluto come il comando di quel ragazzo oscuro a Skyefall. Era qualcosa di più sottile e più spaventoso. Ai sanguepallido era proibito usare i loro doni sui compagni, e una parte di me era infuriata che avesse osato farlo. Ma alla restante sembrava la cosa più ragionevole al mondo. “Aaron è tuo amico” giunse un sussurro dentro di me. “Ti fidi di lui. Lo apprezzi.” E così chiusi gli occhi.
«Il suo pugno mi colse in piena pancia e tutto il fiato mi lasciò i polmoni. Finii in ginocchio sui gradini dell’Armeria, tenendomi l’addome dolorante. “C-colpisci c-come un nobile” riuscii a dire.
«“Tu non mi piaci, rozzo bastardello.”
«“Intendi che questa n-non è… una p-proposta di matrimonio…?”
«Aaron torreggiò sopra di me, i denti aguzzi agli angoli della bocca. “Mi hai fatto fare la figura dello stupido di fronte a Manogrigia. E pagherai con il sangue. Il nostro maestro può accontentarsi di farti agitare una pala per un po’, ma io no di certo. Adesso che non è nei paraggi a guardarti le spalle ogni minuto, farai meglio ad avere il sonno leggero, sanguefragile.”
«Aaron sputò sugli scalini accanto a me, poi si avviò verso la Caserma. Aveva infranto le leggi di Santa Michon usando i suoi doni del sangue su di me ed ero quasi tentato di lanciargli una battutina di commiato sulla sua codardia. Ma a dire la verità ero semplicemente lieto che mi avesse lasciato in pace. Avevo notato l’occhiata che si erano scambiati Manogrigia e Talon, e mi domandavo se il serafino sapesse qualcosa della ferita che avevo inferto al piccolo de Blanchet. Ora che non avevo più addosso gli occhi di Aaron, puntavo a scoprirlo. Così feci semplicemente il gesto di tirare a sorte i padri alle sue spalle e, tenendomi la pancia dolorante, sgusciai di nuovo dentro l’Armeria.
«Mi palpitava il cuore, però tutte quelle notti in cui mi ero intrufolato nella camera da letto di Ilsa mi tornarono in mente di colpo. Potevo essere un bastardo furtivo quando sceglievo di farlo, anche senza delle labbra calde che mi attendevano. Sgattaiolai tra le rastrelliere delle armi, tenendomi basso, con le luci soffuse che brillavano sopra di me. E presto mi ritrovai accovacciato fuori dalle porte della Fucina. Sbirciando all’interno, vidi Manogrigia e Talon accanto al corpo del piccolo Claude. Sorella Aoife adesso era dall’altro lato della stanza, occupata con i meccanismi della Fucina.
«“… grossa infestazione, considerando il tempo che questa progenie dei vermi ha avuto per cacciare” stava dicendo il serafino. “Dici che è Cambiato solo due mesi fa?”
«“Quasi tre” annuì Manogrigia. “Ma, oui, il sangue scorre denso in lui.”
«“Interessante che la sanguisuga che l’ha creato l’abbia abbandonato.”
«“Potrebbe non aver saputo che il ragazzo era Cambiato. Pare che lei se ne sia andata in tutta fretta.”
«“Hmm.” La piccola creatura strillò dietro il bavaglio e Talon fece scivolare uno di quei tubicini con la punta d’argento nella sua pelle. “E questa bruciatura sul braccio? Il messaggio di Arciere diceva che era importante.”
«Manogrigia lanciò un’occhiata ad Aoife, abbassando la voce in un sussurro cospiratore. “L’ha fatta il ragazzo, a mani nude.”
«“De Coste?”
«“De León.”
«Talon ridacchiò. “Quel piccolo ciucciacazzi dal sangue come acqua?”
«“Quelle ferite sono state inflitte due settimane fa” disse Manogrigia. Avrebbero dovuto guarire all’alba successiva, eppure sono ancora lì. Quando ho fatto irruzione nella stanza, potevo vedere ancora il sangue ribollire sotto la pelle di questa sanguisuga dove de León l’aveva toccata.”
«“… Ribollire? Ne sei certo?”
«“L’ho visto. L’ho fiutato. So di cosa si tratta, Talon.”
«“Io non conosco nulla del genere.”
«“Dannazione a te, apri gli occhi, amico. Questa è ematomanzia.”
«Accucciato presso la porta, sentii il mio intero corpo irrigidirsi. Non avevo idea di cosa significasse quella parola, ma il modo in cui Manogrigia la sussurrò mi fece scorrere un brivido nella pancia dolorante. Colsi stupore nella voce del mio maestro. Stupore e paura.
«“Impossibile” sibilò Talon. “Quella stirpe si è estinta. Secoli fa.”
«“I secoli non sono nulla per queste creature. E se le storie fossero sbagliate, Talon? O fossero menzogne?” Manogrigia lanciò un’occhiata ad Aoife, abbassando ancora di più la voce. “De León ha fallito tutte le fasi della Prova del Sangue, ma non lo abbiamo mai verificato per questo. E se la sanguisuga che ha ingravidato sua ma…”
«“Allora dovremmo portarlo al Ponte del cielo in questo preciso istante” ringhiò Talon. “Tagliargli la gola e consegnarlo alle acque.”
«Sentii di nuovo le farfalle agitarsi nello stomaco. Mi era stato insegnato che esistevano soltanto quattro casate dei sodali. Voss. Chastain. Ilon. Dyvok. Avevo udito bene? Stavano parlando di una quinta stirpe? E io… ne facevo parte?
«Premetti la schiena contro la porta. Non ero sicuro se il petto mi fosse scivolato nella pancia o se la pancia mi fosse saltata dentro il petto. Il mio maestro mi aveva mentito quando aveva affermato di non avere idea di cosa avessi fatto al piccolo de Blanchet. E Talon stava parlando di uccidermi. Mi domandai se darmela a gambe. Mi sarebbe bastato andare alle stalle, sellare Giustizia e schizzare via.
«“Non dovremo fare nulla di avventato finché non avremo parlato con Khalid” bisbigliò Manogrigia. “Io sono il maestro del ragazzo. È impaziente. Arrogante. Troppo desideroso di gloria. Ma è una delle spade migliori che abbia mai addestrato e ha sconfitto questo sanguenobile da solo, drogato di rêvre fino alle palle degli occhi. Se ciò che sospetto della sua stirpe è vero… potrebbe essere il più grande di tutti noi, Talon.”
«“O il più terribile.”
«“Non sta a Dio deciderlo?”
«“Dio aiuta coloro che aiutano se stessi, vecchio amico.” Talon si appoggiò contro la lastra e sospirò. “Tu sei il maestro del ragazzo e non ti contraddirò. Ma se Khalid decide che dobbiamo ucciderlo…”
«Manogrigia annuì con aria cupa. “E sia. Parleremo con l’abate dopo la vespermessa.”
«Sentivo un forte sapore di ferro e adrenalina sulla lingua. Sgusciai via prima che Manogrigia potesse notarmi, sgattaiolando per l’Armeria. Una volta uscito, corsi lungo il ponte di corda fino alla Caserma, con la testa che mi girava per tutto ciò che avevo udito.
«Un dono nascosto chiamato “ematomanzia”. Una quinta stirpe di sodali.
«Cosa significava tutto ciò? Perché Manogrigia parlava di loro con paura? E potevo essere stato davvero generato da quella stirpe misteriosa e non essere sanguefragile come aveva stabilito Talon?»
Jean-François intinse la penna nel calamaio, gli occhi color cioccolato sul suo quaderno. «Non potevi semplicemente chiederlo all’abate Khalid?»
«Cazzo, no!» Gabriel si accigliò. «Tutto ciò che avevo udito, l’avevo origliato. Manogrigia mi aveva mentito a Skyefall. Dio Onnipotente, Talon era disposto a portarmi al Ponte per questo. Inoltre non era nella mia natura andare a piagnucolare dagli adulti quando la strada diventava impervia. Quando cresci con un patrigno come il mio, impari a risolvere da solo i tuoi cazzo di problemi.» Il pollice di Gabriel passò sulle piccole protuberanze della septistella sul suo palmo. «Perciò decisi appunto di risolvere i miei problemi.»