XII

UNA LETTERA DA CASA

«L’INFERMERIA DI SANTA Michon odorava di erbe, incenso e, soprattutto, sangue vecchio. Si trovava al pianterreno dell’edificio del Priorato, con le sorelle alloggiate sopra di essa. L’atrio era un grande spazio aperto, con luce rosso intenso che si riversava attraverso alte finestre ad arco e globi chemistrici che rilucevano sul soffitto. Alle pareti erano appesi arazzi, stupendi ritratti della Vergine Madre, del Redentore neonato e della schiera angelica. Ma la cella in cui mi stavo ristabilendo era più austera: pareti bianche, branda morbida, lenzuola pulite. Sopra il mio letto c’era una bellissima finestra a vetri colorati che raffigurava Eloise, l’angelo del castigo, il volto tra le mani mentre piangeva lacrime di sangue.

«L’Infermeria era il dominio di una sorella chiamata Esmeé, ed era nelle sue amorevoli cure che ero stato messo da Kaspar. Esmeé era un donnone, con grossi prosciutti al posto delle mani. Sembrava fuori posto in un Priorato quanto una normale suora lo sarebbe stata in un bordello.» Gabriel agitò distrattamente una mano. «Fatte salve prestazioni speciali, beninteso.»

«Altro umorismo sulle prostitute» sospirò Jean-François. «Davvero buffo.»

«Fottiti» gli consigliò Gabriel allegramente, sollevando il bicchiere di Monét.

«Credo che tu abbia bevuto abbastanza, Santo d’argento.»

«E io credo che tu sia l’ultimo bastardo al mondo che può fare la morale a un uomo su quello che beve, vampiro.» Gabriel si appoggiò all’indietro e prese un’altra lunga sorsata. «Erano passate ore dall’attacco nella stalla e le mie ossa stavano guarendo. Ma ci sarebbe voluto tempo perché le ferite inferte da quelle zanne morte si cicatrizzassero, perfino per un sanguepallido. E così ero affidato alle cure del Priorato.

«“Sicuramente sai come prenderle, Leoncino. Te lo concedo.”

«Alzai gli occhi a quella voce e vidi Manogrigia sulla porta, che mi osservava con occhi solleciti.

«“Se non fossi certo del contrario, direi che sei di stirpe Voss” dichiarò.

«Mi ci volle qualche istante per capire che il mio maestro stava tentando di scherzare. E anche se a mia memoria quella era la prima volta che ci provava, non ero dell’umore per la giovialità.

«“Come va la gola?” domandò.

«“Sopravvivrò” mormorai, la mascella ancora dolorante.

«“Tre contro uno” annuì lui, tamburellando le dita sull’elsa della spada. “Impressionante, ragazzo.”

«“Sono ciò che mi ha reso il mio maestro.”

«“Dio sia lodato. Altrimenti avremmo potuto riempire due tombe quest’oggi.”

«Battei le palpebre. Inclinando la testa, mi resi conto di udire un debole pianto proveniente dal Priorato vero e proprio. Una sommessa moltitudine in lacrime. “La Cour… ha ucciso qualcuno durante la sua fuga?”

«Manogrigia annuì. “Una sorella del Priorato. Il giovane Kaveh ha trovato il suo corpo mentre stava andando a prendere i cavalli. È stata prosciugata e gettata giù dal monastero.”

«Il mio stomaco gelò dal terrore. Chloe e Astrid erano state fuori dal Priorato la notte precedente… “Quale sorella, maestro?”

«“Aoife.” Manogrigia si fece il segno della ruota. “Povera ragazza.”

«Mi sentii investire da un sollievo colpevole, accompagnato da una tristezza affettuosa per la morte di Aoife. Era stata una fedele figlia di Dio e si era sempre comportata in modo gentile con me. Si era trovata su terreno consacrato quando l’avevo vista quella notte, ma supponevo che La Cour dovesse averla presa quando aveva lasciato la Cattedrale, per poi dirigersi verso le stalle e aggredire me. Mi interrogai: se avessi detto qualcosa ad Aoife, se l’avessi confortata nel suo dolore, forse avrei potuto salvarla? Ma perché si era trovata nella Cattedrale? E a piangere, per di più?

«Strinsi gli occhi nel guardare Manogrigia. C’erano fin troppi misteri. “Come ha fatto La Cour ha scappare, maestro?”

«Manogrigia sospirò. “Prosciugate dalla Fucina e carbonizzate dell’argento, le sue mani sono diventate tanto sottili da sfuggire alle manette. Talon è squassato dal senso di colpa, povero bastardo. Sono anni che Aoife gli faceva da assistente. Era la cosa più vicina a una figlia che avesse. Ma lui giura per l’Onnipotente e tutti i Sette Martiri che non accadrà di nuovo.”

«“… Era già successo prima?”

«“Non che ricordi, no.”

«Mantenni il volto impassibile, ma mi si stava rivoltando lo stomaco. Non potevo esserne certo, tuttavia ci avrei scommesso le palle che Aaron de Coste aveva liberato quella puttana affinché mi ammazzasse. Sapeva dannatamente bene che sarei stato giù nelle stalle da solo. Si era già dimostrato un cane, usando i doni del suo sangue su di me, e aveva giurato di uccidermi nella Disfida. Quello era il modo perfetto per mantenere le mani immacolate e rimanere il membro anziano della nostra compagnia.

«Ma Aaron era così maligno da volermi davvero morto? Solo per aver ferito il suo orgoglio? E il suo desiderio di rivalsa aveva provocato la morte di una sorella innocente?

«Manogrigia era il mio insegnante. Il mio protettore. Volevo fidarmi di quell’uomo. Eppure mi aveva già mentito una volta. E io ero ancora nella merda per la mia disobbedienza. Condividere i miei sospetti con lui sarebbe stato meno che inutile, in particolare senza prove.

«Il mio maestro scambiò il mio silenzio per tristezza. Mi diede una pacca sulla spalla, goffo, come un padre che non avesse mai voluto esserlo. “Il dolore non è peccato. Ma sorella Aoife adesso è con i Martiri. E tu hai agito bene, Leoncino. Affrontare due abbietti e un sanguenobile da solo non è un’impresa da poco. E a mani nude, nientemeno?”

«Scrollai le spalle. “Giustizia ha fatto la sua parte.”

«Lui mi esaminò attentamente. “Nulla di strano, allora? Come a Skyefall?”

«Ricordai il sangue del piccolo Claude ribollire al mio tocco. Le parole di Talon: “Dovremmo portarlo al Ponte del cielo in questo preciso istante. Tagliargli la gola e consegnarlo alle acque”. Se Khalid avesse dato l’ordine, Manogrigia mi avrebbe davvero ucciso?

«“No, maestro” risposi.

«Lui annuì, quasi come se mi credesse. “Bene, meglio guarire rapidamente ed essere pronto a cavalcare, ragazzo. Il tramonto non aspetta i Santi.”

«Il mio stomaco si riempì di farfalle. “Dobbiamo ripartire per la Caccia?”

«Manogrigia grugnì. “Talon ha finito di esaminare il piccolo de Blanchet. Come sospettavo, il suo sangue era spaventosamente denso per un novellino. I sodali diventano più forti con l’età, ma una certa dose di potenza viene sempre trasmessa dal creatore al creato. Talon ha stabilito che la creatura che ha trasformato il piccolo Claude era decisamente un ancien.”

«“Un antico Voss?” mormorai.

«“Oui” confermò Manogrigia. “L’abate Khalid ha ordinato di individuarla. E con una preda così pericolosa, non affronteremo la Caccia da soli. Talon in persona ci accompagnerà.”

«Dentro di me gemetti al pensiero che quel coglione scorbutico mi venisse dietro per le province. “Ma Talon è un serafino. Non è troppo importante per rischiare la sua vita?”

«“Un ancien è una preda letale. E il serafino è il più anziano di stirpe Voss a Santa Michon. Istruirà te e de Coste su come difendervi contro di lei.”

«Annuii malvolentieri. “Quando partiamo?”

«“Domani. Perciò farai meglio a bere un po’ di malta e rafforzarti, Leoncino. Massacrare novellini è una cosa. Ma questa preda metterà alla prova la tua tempra, poco ma sicuro.” Infilò una mano nel cappotto, con l’espressione più placida che avesse mai assunto. “Qualcosa da leggere mentre ti ristabilisci.” Manogrigia mi porse una lettera, sigillata con semplice cera di candela. Tutto il dolore della mia ferita scomparve quando capii chi era il mittente. Il mio maestro annuì e mi lasciò alla missiva, e io ruppi il sigillo con mani tremanti, esaminando la bella grafia fluente.

Mio carissimo fratello,

prego Dio e i Martiri che questa lettera ti trovi in salute. Sappi che sono piuttosto furiosa con te: questa è la mia quinta missiva e tu non hai scritto nemmeno una volta in tutti i tuoi mesi di assenza. Ma, in un momento di debolezza, mi ritrovo a sentire ancora la tua mancanza, e mamma ha detto che avrei dovuto scriverti per fartelo sapere. Perciò ecco qua.

Io sto molto bene, ma mi piacerebbe comunque che tu fossi qui. La vita a Lorson è terribilmente noiosa senza il tuo comportamento indegno a sviare le attenzioni dalle mie malefatte. In un disperato tentativo di dimostrare a papà che sono la figlia timorata di Dio che ha provato ad allevare, in questi giorni presto servizio nella cappella come ancella delle candele. Sarai lieto di sapere che père Louis è insopportabile come sempre: la figlia del borgomastro dovrà sposarsi in primavera e lui ha insistito perché provassimo ogni settimana fino a quel dannato giorno. Sto prendendo seriamente in considerazione di avvelenare il vino sacramentale. Hai qualche consiglio su quali erbe usare?

Inoltre, sono diventata oggetto delle attenzioni amorose del figlio dello scalpellino, Philippe. Il suo entusiasmo è lodevole, ma io ho deciso di non sposarmi mai. Credo che diventerò un’avventuriera, girovagando per le terre in cerca di fama, fortuna e una conquista più interessante del figlio di un artigiano. Forse prima o poi farò visita al tuo piccolo monastero e ti darò un bel ceffone per non avere la comune decenza di rispondere alle lettere della tua amata sorella.

Anche a mamma manchi molto. Dice che spera che mangi bene e che non combini idiozie. Le ho chiesto se aveva altro da dire, però ora sta piangendo, quindi traine le tue conclusioni.

Confido che tu ti stia divertendo a viaggiare per la campagna in cerca di spauracchi. Ti prego, fammi il sacrosanto favore di non farti ammazzare. Se succedesse, qui mi farebbero una testa così.

E per amor di Dio, scrivi alla tua dannata madre.

La tua adorata sorella,

Celene

«“La mia piccola furia…” sussurrai.

«Mi bruciavano gli occhi mentre accartocciavo la lettera della mia sorellina contro il petto. Non mi ero reso conto di quanto mi mancasse lei e tutta la mia famille a Lorson. Immaginai Celene che scriveva sul tavolo della cucina, mamma che cucinava ai fornelli e, per un momento, la loro assenza fu così acuta da temere che quel ricordo mi avrebbe tagliato. Anche la notizia che la mia vecchia fiamma si era fidanzata era come un sasso nella pancia. Una parte di me sapeva che Ilsa doveva odiarmi dopo ciò che le avevo fatto, e comunque i Santi d’argento non potevano prendere moglie. Tuttavia, fui un po’ triste che il mio vecchio mondo se la stesse cavando bene senza di me.

«“Serenalba, buon iniziato” giunse una voce.

«Alzai lo sguardo dalla lettera di Celene e la vidi stagliarsi sulla porta. La fioca luce del sine die sembrava un’aureola attorno alla sua testa e gli occhi neri come carbone erano indecifrabili come sempre. Ma guardandola in volto avvertii la tristezza sollevarsi dal mio cuore.

«“Sono la sorella novizia Astrid. Ora penseremo a nutrirti e a dissetarti, va bene?” Entrò nella stanza portando un vassoio con una scodella di zuppa e si sedette accanto al letto. “Apri bene!”

«“Io…”

«La mia protesta venne zittita quando mi ficcò un cucchiaio pieno in bocca. Attese finché non cominciai a masticare, poi me ne diede un altro. Si stava comportando in modo diverso dal normale e mi domandai se potesse essere turbata per la morte di Aoife, finché non vidi la sorella Esmeé passare all’esterno, piangendo forte. Quando il donnone fu fuori portata d’udito, Astrid mi sussurrò furibonda: “So di aver detto che la temerarietà è una qualità molto più ammirevole della stupidità. Ma affrontare tre sanguefreddo armato solo con una fottuta pala forse è un tantino troppo, no?”.

«“Anch’io sono lieto di vederti, Maestà.”

«“Oh, ficcati quel sorriso da scolaretto dove non batte il sole” ribatté lei accigliata, spingendomi un’altra cucchiaiata in bocca. “Non attacca con me, Gabriel de León.”

«“Lavori nell’Infermeria?”

«Astrid ridacchiò. “Padelle e queste mani? Direi di no.”

«“Allora perché sei qui?”

«“La sorella che assiste Esmeé era vicina ad Aoife. Béatrice è fuori di sé dopo… l’incidente.” Astrid scrollò le spalle. “Mi sono offerta volontaria per svolgere le sue mansioni, oggi.”

«“Lasciami indovinare. In cambio di un favore?”

«“Di sicuro non l’ho fatto per la generosità del mio cuore nero e avvizzito.”

«Qualcosa nella voce di Astrid mi disse che forse stava mentendo, ma non insistetti. “D’accordo. Ma non hai risposto alla mia domanda. Perché sei qui?”

«La sorella novizia increspò le labbra e mise da una parte il pasto. “Sono contrariata. Hai infranto la parola che mi avevi dato, iniziato.”

«“Io non…”

«“Non è tutta colpa tua” mi interruppe, alzando una mano per prevenire la mia obiezione. “Ma ho sentito che non sarai in grado di addestrare Chloe con la spada la prossima settimana, dato che sarai lontano ad ammazzare un ancien della stirpe Voss con una vanga da giardino o qualcosa del genere.”

«“Io… temo che sarà un po’ più difficile di così.”

«“Come preferisci.” Scostò una ciocca di lunghi capelli neri dietro l’orecchio. “Ma desideravo assicurarmi che il nostro accordo fosse ancora valido. Continuerò a cercare i segreti della tua ascendenza nella Biblioteca mentre sarai via. E tu continuerai a addestrare la devota Chloe al tuo ritorno.”

«La guardai negli occhi. E anche se la sua espressione era indecifrabile come sempre, non potei fare a meno di notare il peso di cui caricò quell’ultima parola. Mi resi conto che Astrid aveva paura per me. Dopo l’omicidio di Aoife e l’attacco nelle stalle, forse le era diventato evidente quanto fossero realmente pericolose le acque in cui nuotavo. E allora mi domandai se Astrid Rennier volesse dirmi qualcosa senza esprimerlo a chiare lettere.

«“Tornerò” annuii. “Sono un uomo di parola, Maestà.”

«“Non sei ancora un uomo” mi disse con un sorrisetto. “Sedici anni la prossima settimana, giusto?”

«Astrid mi porse un fascio di carta ruvida e, nello spiegarlo, sentii il cuore saltare tre battiti. Era una pagina del suo blocco da disegno, ma era come se fosse uno specchio. Il suo talento era impeccabile come sempre, tuttavia, invece di Giustizia o Chloe, Astrid aveva ritratto me.

«Fissando il volto di quel ragazzo, riuscii a vedere quanto era cambiato dal suo arrivo a Santa Michon. Lunghi capelli scuri. Mascella affilata. Occhi grigi. Accanto a me aveva disegnato un leone, feroce e orgoglioso, i suoi occhi della medesima forma dei miei. Era come se Astrid avesse visto sotto il ragazzo che ero ed evocato le linee dell’uomo che sarei diventato. Incontrando il suo sguardo, mi ritrovai a sorridere di nuovo. Quella ragazza era una sorella novizia dell’Ordine d’argento. Non possedeva nulla tranne gli abiti che aveva addosso. Eppure aveva trovato un modo per farmi un regalo.

«“Felice complesanto, iniziato.”

«“… Merci per il tuo regalo, sorella novizia.”

«Lei batté le palpebre. “Non sembri… colpito.”

«Guardai la lettera di Celene sul lenzuolo accanto a me. “È sicuramente un regalo meraviglioso. Mi sto solo domandando se io sia abbastanza coraggioso da chiedertene un altro.”

«“Hai mai sentito la frase ‘sfidare la sorte’?”

«“Ho ricevuto notizie dalla mia sorellina. Sono mesi che mi scrive e non ho mai saputo davvero cosa risponderle. Ma la sua lettera mi ha fatto tornare in mente mia madre. Mi stavo domandando se chiederle di mio padre. Il mio vero padre, intendo.” Scossi il capo. “A dire la verità, però, non sono certo di volere che qualcun altro a Santa Michon legga la sua risposta. Tante persone in questo monastero ti devono dei favori. Credi che potresti farle arrivare la richiesta in segreto?”

«Gli occhi scuri di Astrid si addolcirono mentre guardava la missiva di Celene. “Ma certo. Una lettera senza risposta è come un bacio ignorato. E sicuramente manchi molto a tua madre.” Tirò fuori il blocco da disegno dall’interno del suo abito bianco come una colomba, strappò una pagina e mi porse un pezzetto di carboncino. “Nascondi la lettera sotto il cuscino prima di andartene. Farò in modo che tua mamma la riceva mentre tu te ne stai a girovagare per la campagna ammazzando sanguisughe e mandando in estasi tutte le ragazze dei villaggi.”

«“Merci, Maestà” sorrisi. “Ti sono debitore. Davvero.”

«“E non lo dimenticherò. Stammi bene, iniziato.” Guardò in direzione della fioca luce diurna oltre i vetri colorati. “Presto ti indebiterai a tal punto che sarai costretto ad aiutarmi a fuggire da questo luogo orrendo. E per una strada più gentile di quella seguita dalla povera Aoife.”

«“È così brutto?” chiesi con delicatezza. “Stare qui?”

«“Brutto?” Astrid ridacchiò, improvvisamente crudele e fredda. “Non ho nulla. Non possiedo nulla. In queste vene scorre il sangue degli imperatori, eppure sono una barca senza timone in una tempesta, soffiata ovunque decidano i venti. Non esiste inferno tanto crudele quanto l’impotenza.”

«Avvertii un tuffo al cuore a quelle parole. Ora Santa Michon era la mia casa, ma per Astrid non era altro che una gabbia. Conoscevo quella ragazza strana ed esasperante solo da poche settimane, eppure mi domandai cosa sarebbe stato quel posto senza di lei. La guardai raccogliere il vassoio e allontanarsi lungo la fredda pietra. Mentre tendeva la mano verso la porta, si girò un’ultima volta.

«“Una ragazza debole e sciocca ti augurerebbe buona fortuna per la tua Caccia, Gabriel de León. Una ragazza debole e sciocca pregherebbe Dio di darti le sue benedizioni e di preservarti da ogni male.”

«“Ma tu non sei una ragazza debole e sciocca.”

«“No. Io sono una cazzo di regina.”

«E con quelle parole se ne andò.»