II

DEOGRATIAS

«CI ACCAMPAMMO VERSO il tramonto in una gola boscosa, con una nebbia gelida sospesa nell’aria. Tempo fa lì c’era stata la capanna di un cacciatore, ormai ridotta solo a qualche parete distrutta e una buca per il fuoco. Gli alberi erano morti da tempo e gemevano sotto il peso di fiori fungini, di ogni tonalità di pallore. Ma almeno eravamo al riparo dal maledetto vento.

«A quel punto ero stato sveglio per trenta ore filate e solo la Vergine Madre sapeva quante ne fossero passate dall’ultima volta che avevo fumato. I miei occhi erano come arenaria nelle orbite, la pelle pronta a staccarsi dalle mie ossa. Mentre gli altri si accasciavano al riparo delle pareti in rovina e dei tristi alberi ammuffiti, iniziai a staccare i rami più bassi. Chloe mi osservò, accoccolata accanto a Dior nel calore di una folta pelliccia scura. “Cosa stai facendo, Gabe?”

«“Esercito la mia calligrafia.”

«“È saggio accendere un fuoco, Santo d’argento?” chiese père Rafa. “E se…”

«“Anche quelle inquisitrici hanno bisogno di dormire, prete. E se la Bestia di Vellene dovesse trovarci, oui, vorremo avere un fuoco. Caldo quanto la pancia dell’inferno.” Spezzai un altro ramo. “Ma il nostro principe oscuro tarderà un po’. Deve trovare un ponte per superare l’Ūmdir, tanto per cominciare. E ci vorrà una settimana circa perché il suo braccio ricresca, a seconda di quanto si nutrirà.”

«Il giovane Bellamy scosse il capo meravigliato. “Hai tagliato il braccio di un ancien Voss?”

«“Era giorno. Sono stato fortunato. La prossima volta, non contare su nessuna delle due cose.”

«“Non temer, père.” Saoirse si accomodò tra le radici di una quercia marcia e annuì a Rafa. “Dopo un po’ di riposo, Phoebe e io farem la guardia.”

«“Faremo tutti i turni di guardia. Tu. Ragazzo” ringhiai a Dior. “Non battere la fiacca quando c’è del lavoro da fare. Togliti quel sigaretto dalla bocca e trova qualcosa da bruciare.”

«Dior si accigliò, ma a un cenno del capo da parte di Chloe si liberò dal riparo delle pellicce della sorella. Si infilò il sigaretto dietro l’orecchio, voltò all’insù il colletto elegante per proteggersi dal freddo e andò a passo pesante dalla ragazza osswayana. “Posso prendere in prestito la tua ascia, Saoirse?”

«La ragazza si scostò le trecce dalla faccia e batté le palpebre. “Per cosa?”

«“Il nostro eroe vuole legna da ardere.”

«“Vuoi usar Gentilezza per abbatter degli alberi? Dovrei darti una bella sculacciata.”

«Dior sollevò il bordo del cappotto e agitò il sedere ossuto.

«“Scherzavo” rise Saoirse. “Su, va’.”

«“Non serve abbattere alberi, ragazzo” dissi io. “Raccogli dei ramoscelli. I più asciutti che riesci a trovare.”

«Il sorriso del ragazzo divenne un’espressione amareggiata, tuttavia obbedì e si aggirò per le rovine in cerca di legna. Chloe lo guardò come un’aquila con il suo piccolo. “Non allontanarti troppo, Dior.”

«Mi mossi tra gli alberi, esaminando la guerriera con la coda dell’occhio. Il kilt di Saoirse era notevole: stivali pesanti e brache lavorati in un bellissimo motivo di mani artigliate, proprio come il suo scudo. Se la vista non mi ingannava, era di puro fidelegno. Ma l’ascia che aveva in grembo era una vera opera d’arte: a doppia lama, su cui era inciso uno straordinario motivo di sempernodi continui. “Gentilezza, eh?”

«Lei mi guardò con occhi freddi, grattando le orecchie della leonessa. “Così posso…”

«“Uccidere le persone con essa. Molto arguto. Sai, qualcuno una volta mi disse che un uomo che dà un nome alla sua lama è una persona che sogna che altri un giorno conoscano anche il suo nome.”

«“Meno mal che non son un uomo, Santo d’argento.” Saoirse tirò su con il naso e i suoi occhi verdi si posarono sulla lama spezzata che avevo al fianco. “È per quello che l’hai chiamata Bevicenere?”

«“Non ho dato un nome a questa spada, ragazza. Ce l’aveva già.”

«“Anch’io. Perciò fammi il piacer d’usarlo e di lasciar perder queste stronzate sulla ‘ragazza’.”

«“Bevicenere.” Bellamy cinguettò quel nome mentre si dirigeva dai cavalli. “Non avrei mai pensato di vederla con i miei occhi. Cantano ancora ballate su te e quella spada a Augustin, chevalier. Il Leone Nero e la sua lama insanguinata.” Inclinò il cappello all’indietro e mi rivolse un sorriso che molti avrebbero definito affascinante. “Buon Dio, le storie che ho sentito…”

«“E cos’hai sentito?” chiese Saoirse.

«“Il mio cuore canta nell’udirtelo chiedere!” Bellamy si sedette accanto al fuoco e si tolse il liuto dalla schiena. “Ma non esiste storia più dolce di una canzone, mademoiselle Saoirse. Perciò ecco! Ho udito questa a Ossway, alla corte della Gran Dama á Maergenn. La chiamano La battaglia di Báih Sì…

«“No, col cazzo” sbraitai. “Se vuoi renderti utile, strimpellatore, raccogli altra legna. Oppure userò quel liuto nel modo migliore e lo brucerò.”

«Il giovane Bellamy mi lanciò un sorriso, per nulla turbato. “Dopo cena, allora?”

«Père Rafa era ben fornito di provviste e mise a bollire una pentola, mischiando una zuppa che avrebbe emanato un profumo delizioso se non avessi avuto in mente un altro tipo di fame. Andai a prendere l’alambicco chemistrico dalle bisacce e montai l’apparecchio in ferro battuto vicino al fuoco perché si riscaldasse. Rafa e Bellamy osservarono affascinati mentre riempivo la sfera esterna con acqua salata. Poi, con mani tremanti, frugai nel cappotto ed estrassi una fiala di vetro traboccante di un rosso bellissimo e brillante.

«“Cos’è quello?” chiese Dior, guardandomi dall’altra parte delle fiamme.

«“Tutto ciò che resta della figlia di Danton Voss” replicai.

«Versai il sangue nella camera interna dell’alambicco, poi armeggiai con la valvola a pressione. Ci sarebbero volute ore perché si essiccasse abbastanza da fondersi con gli altri elementi nelle bisacce, così tirai fuori la pipa e versai una piccola quantità della mia scarseggiante riserva di sanctus nel fornello. Quanto bastava per placare la sete mentre la partita buona veniva distillata.

«“Quello è sangue” si rese conto il ragazzo. “Tu usi il sangue come loro.”

«Accesi la pipa con l’acciarino e me la portai alle labbra. “Non sono affatto come loro, ragazzo.”

«“I Santi d’argento sono brav’uomini, Dior” si inserì Chloe, avvolgendo il ragazzo più stretto nelle sue pellicce. “Possono essere nati da padri vampiri, ma combattono per la luce. Il sanctus è un sacramento che tiene a bada la loro sete empia. Gabriel è un fedele guerriero di Dio.”

«Inalai il fumo nei polmoni e vidi il ragazzo sgranare gli occhi mentre i miei si riempivano di cremisi. Il sangue era di scarsa qualità, tuttavia sentii il bisogno abbandonare le mie ossa, la notte intera diventare luminosa e bellissima, acuta come spilli, delicata come petali, profonda come un sogno.

«Père Rafa si fece il segno della ruota. Saoirse osservò con occhi curiosi. Lo sguardo di Bellamy era su Bevicenere mentre strimpellava alcuni accordi e io esalai fumo rosso.

«“Da quanto tempo quelle inquisitrici vi danno la caccia, Chloe?”

«La sorella incontrò il mio sguardo. Scostandosi un ricciolo dalla guancia, scrutò attorno al fuoco. Allora riuscii a percepire i segreti sotto la loro pelle. Era passato molto tempo da quando l’avevo vista, ma c’erano dei precedenti tra noi, perciò rimasi un po’ ferito nel rendermi conto che Chloe non si fidava di me come una volta. “Quasi due mesi. Da Lashaame.”

«“E cos’è successo a Lashaame?”

«“Non c’è bisogno che tu lo sappia, Santo d’argento” si accigliò Saoirse, con la grossa leonessa che faceva le fusa come un tuono mentre la giovane la grattava sotto il collare di cuoio.

«“Vi sembro un fottuto fungo? Siete stati voi a invitarmi a questo ballo, perciò se avete intenzione di tenermi all’oscuro e di propinarmi stronzate tutto il giorno…”

«“Non t’ho chiesto il color del cielo, Santo d’argento. Sei qui su richiesta della sorella, non mia. E se hai intenzion di venir con noi fino al Volta e di ficcar la tua spada in quei bastardi che cercan di acchiapparci, così sia. Ma sai quanto basta per quello, non di più.”

«Bellamy, inquieto, fece un colpo di tosse. Io guardai torvo Chloe, che però rimase in silenzio. Fu salvata da una strigliata per intercessione di père Rafa, che diede dei colpetti alla sua pentola fumante e sorrise. “La zuppa è pronta.”

«Il prete servì il cibo in ciotole di legno e, dopo un giorno senza nemmeno un boccone, dovevo ammettere che aveva un profumino tale da sposarmelo. Appoggiai la schiena contro una delle pareti diroccate, deciso a fare una scorpacciata, quando Rafa si schiarì la voce e sollevò la ruota che gli pendeva dal collo. Tutti i presenti attorno al fuoco chinarono il capo, gli occhi chiusi per il Deogratias.

«“Padre Celeste” disse Rafa. “Ti ringraziamo per quest’abbondanza, donata dalla tua mano divina. Ti ringraziamo per questa compagnia, radunata dalla tua santissima volontà. Accogliamo il nostro nuovo amico, Gabriel de León, e ti chiediamo di donare al chev…”

«“Ehi!”

«Rafa sussultò quando un pezzo di mattone rotto finì dentro il fuoco, sparpagliando scintille verso l’alto. Guardò verso di me mentre sollevavo un altro pezzo come ammonimento.

«“Non pregare per me, vecchio. Non osare.”

«Un silenzio riecheggiò attorno alle fiamme. Rafa guardò Chloe con occhi preoccupati.

«“Perdonami, chevalier. Cercavo solo la benedizione dell’Onnipotente…”

«“Se vuoi sprecare il fiato, fai pure. Ma lasciamene fuori.”

«“Non è mai sprecato il fiato che canta le lodi di Dio Onnipotente. E nessuna…

«“… nessuna richiesta che da cuori fedeli viene rivolta al cielo resta inascoltata. Conosco i Testamenti, prete. Vendi queste stronzate ai bifolchi durante il prièdi.”

«Rafa lanciò un’occhiata alla septistella sul mio palmo. “I figli di Santa Michon non sono forse i servitori più devoti del Signore?”

«“Servitore?” mi accigliai, rosso in viso. “Ti sembro in ginocchio, cazzo?”

«Il crepitio delle fiamme riempì il gelido silenzio tra Rafa e me. Ingurgitai la zuppa, gettai la ciotola vuota ai piedi del vecchio e mi alzai.

«“Se vuoi sputare per terra e chiamarlo un oceano, fai pure. Se vuoi cantare ai sordi, scoprirai che non me ne frega un cazzo. Ma tieni lontano il mio nome dalla tua fottuta bocca quando lo fai. Mi hai sentito, scassa-dio?”

«“Ti ho sentito, chevalier. E anche l’Onnipotente.”

«“Non dubito che l’abbia fatto, vecchio. Dubito solo che gliene freghi qualcosa.”

«Usai di nuovo l’acciarino e inalai quello che restava della mia dose. Frugai nelle bisacce e presi una delle bottiglie di vodka che avevo portato da Dhahaeth. “Riposatevi. Farò io il primo turno di guardia.”

«Con la mano sull’elsa di Bevicenere, mi allontanai nel buio. Potevo sentire i loro sguardi tra le mie scapole, ma non vi prestai attenzione. La notte era viva e piena di rumori, l’inno di sangue mi scorreva nelle vene. E alla luce del fuoco alle mie spalle udii Dior borbottare a Chloe, tanto piano che nessun uomo normale avrebbe potuto udirlo: “Fedele guerriero di Dio un cazzo…”.»